Futuro

Hawaiani, figli delle stelle

Una nuova legge porrà (forse) fine ai contrasti tra la comunità scientifica e quella nativa per l’amministrazione del monte Mauna Kea, sede di numerosi osservatori astronomici
La performance dell'hula kahiko (antica danza tradizionale) a Kīlauea, vulcano attivo delle Hawaii
La performance dell'hula kahiko (antica danza tradizionale) a Kīlauea, vulcano attivo delle Hawaii Credit: Dino Morrow Photography
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
26 luglio 2022 Aggiornato alle 17:00

Sulla vetta della montagna Mauna Kea, nelle isole Hawaii, sono ben 13 gli osservatori astronomici di altissimo livello, tra cui il telescopio Gemini North e quello Canada-Francia-Hawaii.

Il governatore ha siglato una legge che priva l’Università delle Hawaii della facoltà di sovraintendere l’area in cui sono installati gli strumenti per l’osservazione del cielo. Secondo la nuova normativa, tale responsabilità spetterebbe a un gruppo di rappresentanti della comunità che includerà anche un certo numero di nativi hawaiani.

Sino a ora il polo universitario ha gestito la maggior parte delle terre intorno alla montagna: è una tradizione che risale al 1968, grazie a un contratto di locazione della durata di 65 anni per la gestione della riserva scientifica concesso dallo stato. Mauna Kea, con i suoi 4200 metri di altezza, rappresenta un punto di osservazione ideale nelle isole del Pacifico.

Dopo anni di diatribe, la decisione potrebbe rappresentare un punto di svolta. A partire dal 2015 un manipolo di nativi ha bloccato periodicamente l’accesso al sentiero che conduce in cima al monte. L’intento era quello di impedire l’inizio della costruzione del Thirty Meter Telescope, un osservatorio di ultima generazione, che sarà dotato di uno specchio gigantesco per accumulare la luce.

Ad avanzare la proposta è stato Scott Saiki, presidente della Camera dei rappresentanti dello stato, il quale puntava a dissipare i motivi di tensione sorti tra la comunità scientifica e le tribù autoctone. Ha creato un gruppo di lavoro che ha raccomandato cambiamenti nella gestione di Mauna Kea e ha portato al piano finale per esautorare l’Università delle Hawaii dall’amministrazione della zona.

La nuova autorità di Mauna Kea includerà i nativi hawaiani nelle decisioni su come gestire la montagna con un’enfasi sulla gestione reciproca e sulla protezione di Mauna Kea per le decisioni a venire.

La commissione sarà composta da 11 membri votanti tra nativi, studiosi di astronomia, rappresentanti del mondo dell’istruzione, della gestione del territorio e della politica. Mancano ancora molti aspetti da decidere, ma come afferma Rich Matsuda, direttore associato delle relazioni esterne presso l’Osservatorio WM Keck di Waimea, Hawaii, «C’è la tendenza a banalizzare tutto come una contrapposizione tra patrimonio culturale e scienza, ma è una sorta di falsa dicotomia. Non è necessario che diversi sistemi di conoscenza e modi di vedere le cose siano in contrasto l’uno con l’altro».

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