Economia

Le promesse del G7 ai Paesi poveri

Durante il forum intergovernativo concluso oggi è stato formulato un piano di sviluppo di 600 miliardi di dollari destinato alle economie più fragili. Mario Draghi, durante la conferenza stampa di chiusura, ha ribadito l’impegno italiano contro la crisi alimentare
Mario Draghi e la Direttrice Generale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) Ngozi Okonjo-Iweala durante il loro incontro bilaterale a margine del vertice del G7 al Castello di Elmau a Kruen, in Germania, il 27 Giugno 2022
Mario Draghi e la Direttrice Generale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) Ngozi Okonjo-Iweala durante il loro incontro bilaterale a margine del vertice del G7 al Castello di Elmau a Kruen, in Germania, il 27 Giugno 2022 Credit: ANSA/ CHIGI PALACE PRESS OFFICE/ FILIPPO ATTILI
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28 giugno 2022 Aggiornato alle 21:00

Nelle alpi bavaresi, in Germania, si è svolto il forum intergovernativo G7, dove i leader delle sette principali economie occidentali hanno formulato un nuovo piano di sviluppo per le nazioni povere e quelle in fase di industrializzazione. Si tratterebbe di un programma pari a circa 600 miliardi di dollari da investire nei prossimi cinque anni, attraverso fondi pubblici e privati, con al centro delle iniziative in ambito energetico, digitale, sociale e di contrasto alla crisi climatica-ambientale.

Gli USA da soli mobiliteranno 200 miliardi, con il presidente Biden che ha dichiarato: «Voglio essere chiaro. Non è un aiuto o una forma di carità. È un investimento che porterà risultati per chiunque. Questo schema permetterà alle nazioni di vedere i concreti benefici della collaborazione con le democrazie».

Allo stesso tempo i Paesi europei finanzieranno circa 300 miliardi di euro, attraverso la strategia Global Gateway, elaborata verso la fine del 2021 e descritta dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen come «investimenti intelligenti in infrastrutture di qualità, rispettando le più rigorose norme sociali e ambientali, in linea con i valori e le norme dell’UE. La strategia Global Gateway fungerà per l’Europa da fonte d’ispirazione nella costruzione di connessioni più resilienti con il mondo».

Alcuni dei progetti che verranno finanziati riguarderanno un importante sito fotovoltaico in Angola, una fabbrica di produzione di vaccini in Senegal, 1609 km di cavi di comunicazione sottomarini che connetteranno Singapore con la Francia passando per l’Egitto, un ospedale in Costa d’Avorio, mentre 40 milioni di dollari verranno usati per promuovere gli scambi energetici nel Sud Est Asiatico.

Il piano complessivo vuole essere una risposta alle crescenti crisi della Globalizzazione, ma soprattutto vuole essere un ulteriore passo per contrastare l’ascesa della Potenza cinese in Asia e in Africa condotta attraverso la “Belt and Road Initiative“. Più volte gli occidentali hanno accusato Pechino di voler condizionare i Paesi poveri attraverso coercitive forme di indebitamento e pressioni legate ai progetti infrastrutturali.

Di fronte a queste mosse, la Cina per il momento ha replicato in maniera serafica attraverso il portavoce del ministro degli esteri Zhao Lijian: «La Cina continuerà ad accogliere tutte le iniziative atte a promuovere lo sviluppo globale delle infrastrutture. Riteniamo che non vi sia spazio per l’idea che le varie iniziative correlate rimpiazzeranno le altre».

Da tempo la Potenza cinese è impegnata a espandere il suo progetto pluridecennale presentato nel 2013, che allo stato attuale è arrivato a coinvolgere più di 140 nazioni con investimenti previsti per oltre 1300 miliardi di dollari entro il 2027.

Per un certo periodo anche l’Italia, fra mille polemiche e profonde preoccupazioni da parte degli alleati occidentali, aveva aderito all’iniziativa cinese, salvo poi fare marcia indietro sotto il governo Draghi. Il quale allo stato attuale si è mostrato pienamente aderente alle iniziative del G7, all’interno del quadro europeo.

Il presidente del consiglio nella conferenza stampa di chiusura ha elencato le sfide dei prossimi mesi, dal tentativo di fermare Putin e porre fine alla guerra, fino alla risoluzione della crisi energetica tramite un price cap sul gas e sul petrolio che verrà discusso nei prossimi mesi.

Ma soprattutto ha ribadito l’impegno italiano contro la crisi alimentare, come riportato anche nella dichiarazione finale del G7: «Ci impegniamo per ulteriori 4,5 miliardi di dollari per proteggere i più vulnerabili dalla fame e la malnutrizione, per un totale di oltre 14 miliardi di dollari come nostro comune impegno per la sicurezza alimentare globale quest’anno».

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