Diritti

A Hong Kong i libri di testo raccontano un’altra storia

L’Education Bureau della Regione amministrativa speciale della Cina nega il passato coloniale dell’isola e le origini delle proteste del 2019, a favore di una narrazione che fa leva su patriottismo e sicurezza nazionale
Credit: Sam Tsang/South China Morning Post via ZUMA Press Wire
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
17 giugno 2022 Aggiornato alle 13:00

Hong Kong è stata una colonia britannica? La Storia dice di sì, ma i nuovi libri di testo controllati dall’Education Bureau nella Regione amministrativa speciale della Cina, secondo quanto riferito dal South China Morning Post, sembrano voler sostenere il contrario.

«Tutti i nuovi libri di testo dicono che Hong Kong non è mai stata una colonia britannica poiché il governo cinese non ha mai riconosciuto i trattati ineguali o rinunciato alla sovranità sulla città”, testimonia il quotidiano».

Chan Chi-wa, insegnante di storia cinese alla scuola secondaria per oltre 30 anni, afferma che prima del 2019 i libri di testo erano per lo più concordi nel riconoscere il passato coloniale dell’isola. «La parte più difficile per gli insegnanti è spiegare agli studenti perché quando prima era vista da molti come una colonia, ora non è più così», ha confessato Chan al Financial Times.

I cosiddetti “trattati ineguali”, così ribattezzati dalla Cina che li ha ritenuti sbilanciati e iniqui, sono una serie di accordi negoziati tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo con cui l’impero cinese cedette la sovranità di alcuni territori a potenze straniere tra cui Gran Bretagna, Francia, Germania, Stati Uniti, Russia e Giappone.

Il primo di questi trattati è il Trattato di Nanchino, siglato al termine della prima guerra dell’oppio il 29 agosto 1842, col quale l’isola di Hong Kong passò alla corona inglese. Questa è tornata sotto il controllo della Cina (che nel 1949 era diventata la Repubblica popolare cinese) solo nel 1997, come previsto dalla Dichiarazione congiunta sino-britannica firmata nel 1984.

La nuova serie di libri di testo è stata pubblicata online l’11 giungo da tre editori diversi come parte di un corso di “cittadinanza e sviluppo sociale” rivolto a studenti delle scuole superiori, nel modulo che partirà a settembre e che sostituisce il corso di studi liberali progettato nel 2009 (accusato dal governo di Pechino di aver radicalizzato i giovani durante le proteste del 2019). Al suo posto, un programma incentrato su sicurezza nazionale, identità, legalità e patriottismo.

Ad essere riscritto dall’Education Bureau, l’ufficio di Hong Kong responsabile della formulazione e dell’attuazione delle politiche educative, anche lo stesso movimento di protesta del 2019, che secondo la narrativa pro-Pechino sarebbe stato guidato dall’intervento di “forze esterne”.

«È necessario che le scuole insegnino agli studenti a pensare in modo positivo e a amare la loro nazione», ha affermato lunedì il capo del dipartimento dell’istruzione di Hong Kong. Nel libro di testo pubblicato dalla Aristo Educational Press, la parola “sicurezza nazionale” ricorre 400 volte in 121 pagine. Un portavoce dell’Education Bureau sentito dal China Morning Post ha dichiarato che non avrebbe commentato il contenuto dei volumi.

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