Ambiente

La Germania potrebbe riaprire le centrali a carbone

È una ipotesi dettata dall’emergenza-conflitto. Allo stesso tempo, però, i tedeschi si appellano ai Paesi del G7 per finire la dipendenza proprio dal fossile
Credit: Bart van Dijk/unsplash
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30 maggio 2022 Aggiornato alle 07:00

Basta carbone, ancora carbone. Nonostante i dichiarati e annunciati piani verso le emissioni zero, nonostante una transizione ecologica che passa anche per la chiusura delle centrali nucleari, la Germania “verde” ha in programma di utilizzare ancora le centrali elettriche a carbone - che dovevano rimanere inattive quest’anno - in caso estremo di chiusura dei rifornimenti di gas russo.

Per ora si tratta solo di proposte e misure precauzionali (rivelate da Bloomberg e da Time) che potrebbero durare sino al 2024 quando la Germania intende ridurre definitivamente la sua dipendenza dai combustibili fossili russi.

Lo scorso anno il gas russo ha rappresentato circa il 15% della produzione di energia tedesca e senza di questo, secondo i vertici della Germania, attingere al carbone potrebbe essere una risposta immediata per colmare le lacune: quello a disposizione potrebbe garantire un totale di 8,5 gigawatt, consentiti solo dopo previa richiesta degli operatori.

A oggi la Germania ha ridotto la quota di gas naturale che riceve dalla Russia al 35% rispetto al 55% di inizio anno e nei prossimi due anni lavorerà per ridurla ulteriormente. Allo stesso tempo nel 2020 aveva intrapreso l’obiettivo di investire 44,5 miliardi di dollari per abbandonare il carbone entro il 2038.

Le nuove condizioni dettate dall’invasione russa in Ucraina però hanno fatto saltare molte carte in tavola e hanno portato alla scelta di poter - soltanto in caso di necessità - attingere ancora dal carbone solo se non dovesse più arrivare il gas russo.

Il decreto d’emergenza, che dovrebbe essere presentato dal ministro dell’Economia Robert Habeck in settimana, dovrebbe permettere al governo di attivare alcune centrali senza approvazione del Parlamento. Potrebbero essere usati 26 siti in totale, di cui 15 sono impianti di carbone, 6 di petrolio e 5 di lignite.

Nel frattempo, il ministero del clima tedesco in una dichiarazione che può apparire in parte contrastante, ha affermato che l’azione per invertire la rotta del surriscaldamento globale può essere accelerata eliminando gradualmente proprio l’energia a carbone. A guidare questo cambiamento, secondo la Germania, dovranno essere i membri del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti).

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