Futuro

Il 25 aprile spiegato dai giovani

“Abbiamo il dovere di tenere accesa la fiamma della libertà” dice qui uno studente del liceo Renzo Levi di Roma. Che ricorda che la Liberazione è una trasformazione, la possibilità di una vita nuova. Anche se sfila davanti agli occhi deə ragazzə di oggi senza destare particolare interesse
Il manifesto ufficiale dell'Anpi.
Il manifesto ufficiale dell'Anpi.
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25 aprile 2022 Aggiornato alle 09:00

“Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire”. Sandro Pertini, 25 aprile 1945.

Libertà. Un tema enormemente inclusivo e complesso, nelle innumerevoli sfaccettature che lo caratterizzano. Libertà è diritto di essere se stessi nel rispetto degli altri, senza censure, violenza e soprusi. Libertà è poter scegliere e lasciar scegliere gli altri. Libertà è pace (come suggerisce la radice tedesca “Friede”), fratellanza. Ed è per tutto questo che, sotto i colpi dello spietato regime nazi-fascista, tra il 1943 e il 1945, i partigiani e gli anti-fascisti si sono sacrificati e hanno combattuto fino alla liberazione del 25 aprile 1945. Nel nome della democrazia. Nel nome della libertà.

“È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature”.

Eppure un evento di tale portata, con radici storiche decisamente profonde e un alto contenuto simbolico, sembra sfilare davanti gli occhi di noi giovani senza destare particolare interesse.

La nostra è una visione remota e poco concreta di una commemorazione che ci riguarda in realtà molto più di quanto sembri e forse proprio questo simbolismo rischia di alterare la nostra percezione dell’accaduto e delle sue conseguenze.

L’azione della Resistenza fu coordinata dai CLN, Comitati di Liberazione Nazionali, che si opposero all’invasione tedesca tramite scioperi generali e attacchi a sorpresa. Negli anni che andarono dal 1943 al 1945 molti furono gli episodi importanti: la Repubblica di Domodossola, i massacri tedeschi di Marzabotto, l’attentato di via Rasella a Roma, a cui seguì per rappresaglia la strage delle Fosse Ardeatine.

Il 25 aprile del ‘45 la Resistenza italiana, formata da più di 200.000 uomini e donne, scatenò l’insurrezione nazionale contro i tedeschi, nel commovente discorso di Sandro Pertini (partigiano e futuro presidente della Repubblica) alla radio “Milano Libera”.

I nostri parenti, armati di coraggio e affiancati dagli Alleati, non si sono piegati di fronte all’invincibile meccanismo nazi-fascista, e hanno combattuto e sono morti, talvolta anche in massa e in maniera atroce, per garantire a noi quella libertà che ora diamo così per scontato.

Ecco allora che il ruolo di Liberazione assume un significato tangibile, nel processo che gli conferisce una dimensione concreta e pragmatica, che ci rende i diretti testimoni della lotta per la libertà democratica partigiana. La Liberazione è una trasformazione, la distruzione di un vincolo penetrante (ed in questo caso violento e dittatoriale), il dischiudersi di una possibilità diversa, di una vita nuova, che noi giovani abbiamo il dovere di sfruttare per tenere vivo il ricordo di chi è morto per noi, per tenere accesa la fiamma del loro sacrificio.

”…è questo il fiore del partigiano, morto per la libertà…”

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