Futuro

Come sarebbe bello se la guerra fosse solo una favola

In questi giorni, cari bambini, forse avete visto un po’ di tristezza sul viso dei vostri genitori. Sono preoccupati perché due Paesi vicini di casa, dove i tetti delle chiese sono d’oro, litigano molto: uno, la Russia, ha deciso di fare la guerra all’altro, l’Ucraina. Sono cose da grandi, è vero. Ma possiamo capirle insieme
Illustrazione di Vittoria Cipriani
Illustrazione di Vittoria Cipriani
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5 marzo 2022 Aggiornato alle 09:00

C’è un Paese che si chiama Ucraina, che è un po’ vicino e un po’ lontano. È molto più vicino dell’Australia ma molto più lontano della Svizzera, che ci fa il solletico in testa, appollaiata com’è sulla Lombardia. L’Ucraina è un Paese bello grande: anzi, è medaglia di bronzo europea per estensione dopo la Russia e la Francia, lo sapevi? La Russia è la sua vicina di casa e, appunto, è un Paese grandissimo, così grande che non gli basta l’Europa per starci tutta ma deve allungare i piedi fino in Asia.

L’Ucraina e la Russia sono due Paesi molto belli, ci sono campi di grano e chiese dai tetti d’oro. Si assomigliano pure un po’, l’Ucraina e la Russia, ma da tanti anni non vanno d’accordo. Ci sono cose che succedono e che sono così brutte che uno ci rimane male per tantissimi anni. Cose così brutte che succedono ai nonni ma che fanno ancora male ai nipoti. Ci sono delle bue che fanno fatica a guarire, sai: non si vedono sulla pelle, non hanno la crosticina ma ci sono. E tra la Russia e l’Ucraina, ci sono state tantissime bue.

Da una settimana, la Russia ha deciso di fare la guerra all’Ucraina. Anche se la Russia è già grandissima, tanti anni fa era ancora più grande e adesso vuole tornare a essere com’era una volta. Non è stata tutta la Russia a voler fare la guerra, sai, ma il suo presidente, un uomo molto cattivo. In Russia, tantissima gente è contro la guerra e vorrebbe vivere libera e felice, ma questo presidente cattivo non lo permette. A detta sua, dovrebbero pensarla tutti come lui.

La guerra è una cosa molto brutta e fortunatamente sempre più rara. Per evitare di fare la guerra, i Paesi si sono organizzati tra di loro. Si incontrano, fanno delle lunghe chiacchierate e cercano di risolvere i problemi a parole. È normalissimo non andare d’accordo: spesso si vogliono cose diverse, oppure si litiga per le stesse cose e bisogna imparare a condividerle. Bisogna guardarsi in faccia con calma, fare un bel respirone e cercare delle soluzioni insieme. Non è facile: a far partire una sberla ci vuole un attimo, mentre a parlare col cuore in mano ci vuole un sacco di tempo. Però è tempo speso bene. Anzi, è il tempo speso meglio.

A questo giro, però, il presidente della Russia ha fatto di testa sua e sta facendo molto male a tutti. Tantissima gente - soprattutto donne e bambini - è già scappata dall’Ucraina e dovrà essere accolta con gentilezza negli altri Paesi, tra cui il nostro, finché le cose non si risolvono. Anche se la Russia ha deciso di usare la violenza, tutti gli altri Paesi del mondo stanno cercando di fermarla senza farsi male. Vogliono farla ragionare a parole e convincerla a lasciare l’Ucraina in pace. E per convincere la Russia a mollare l’osso e non far più male alla gente, gli altri Paesi del mondo la stanno lasciando da sola, un po’ come se la mettessero in castigo (ma senza farle male!). Non le permettono di fare tutte quelle cose cose che prima faceva. I Paesi sono come le persone: hanno bisogno gli uni degli altri per stare bene, ché rimanere da soli è tristissimo.

Nessuno sa quello che succederà nei prossimi giorni. Tutti i grandi ce la stanno mettendo tutta perché torni la pace. Gli Ucraini stanno difendendo il loro Paese, i Russi stanno coraggiosamente dicendo no alla guerra, e noi che viviamo in pace ci stiamo organizzando per accogliere chi viene a cercare rifugio. Avranno bisogno di molta dolcezza e molto aiuto, così come hanno bisogno di dolcezza e aiuto tutti gli altri profughi del mondo.

La guerra, infatti, è sempre più rara ma non ce n’è solo una e bisogna essere teneri e comprensivi con tutti. La fantasia, infatti, non serve solo a inventare storie. Serve a potersi mettere nei panni di un altro senza vivere le cose al posto suo e aiutarlo così a scrivere una storia nuova. Una storia che finisca possibilmente con un: “E vissero tutti felici e contenti”.