Economia

Basta figli

C’è chi non può, ma anche chi non vuole. Come l’economia e la cultura stanno cambiando la demografia
Azzurra Rinaldi
Azzurra Rinaldi economista
Tempo di lettura 4 min lettura
17 aprile 2024 Aggiornato alle 06:30

Inizio da me: ho 46 anni e 3 figlie. E al pranzo di Pasqua mi sono sentita dire che, volendo, forse sarei stata ancora in tempo per cercare di fare un altro figlio e, finalmente, avere il maschietto. Nel nostro Paese, lo diciamo spesso, sulla famiglia e sui figli si fa molta retorica. Troppa, se poi consideriamo la persistente assenza di servizi alle famiglie e il fatto che i nuclei con più di 2 bambini sono quelli con il maggior tasso di povertà.

E invece, non possiamo dimenticare che perfino il valore delle donne è stato storicamente misurato (anche) in base alla loro fertilità, alla capacità di procreare, in epoca fascista, letteralmente, al contributo che davano alla patria fornendo manodopera e braccia al regime. Ma ora qualcosa sta cambiando. Forse.

Il cosiddetto movimento childfree si espande. Attenzione: qui non stiamo parlando di persone che, per i più disparati motivi, vorrebbero figli ma non possono averne (e che si possono definire “childless”). Parliamo invece di persone che dichiarano proprio di non desiderarne (e che possiamo invece denominare “childfree”). Parliamo anche di donne che, pur sapendo di andare in questo modo incontro alla riprovazione sociale, affermano senza mezzi termini che loro, i figli, non li vogliono.

Rimanendo sulle definizioni, ci sono anche le persone Dink (ovvero “dual income no kids”, sarebbe a dire con un doppio stipendio, ma senza bambini) e perfino quelle Dinkwad (questa è difficilissima: è l’acronimo di “dual income no kids with a dog”, cioè doppio stipendio, senza bambini, ma con un cane).

Insomma, arriviamo ai dati, perché secondo l’Istituto Toniolo, le persone childfree sono in aumento. Stando all’ultima indagine pubblicata, condotta su un campione di 7.000 donne di età compresa tra i 18 e i 34 anni, il 21% dichiara, appunto, di non volere figli. Ben il 29% riconosce di essere “debolmente interessata” alla maternità. Se uniamo le percentuali raccolte da queste due risposte, arriviamo precise precise al 50% della popolazione femminile intervistata che potrebbe decidere di non riprodursi.

E in effetti, se prendiamo come riferimento le donne nate a cavallo tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80, il 22% di figli effettivamente non ne ha (ma solo il 12% è childfree, quindi ha deciso di non averne).

Non iniziamo con le lamentele, però: questo non è un fenomeno solo italiano. Uno studio effettuato nel 2021 negli Stati Uniti ha dimostrato che il 44% delle persone di età compresa tra 18 e 49 anni che non hanno figli effettivamente avevano deciso di essere childfree. Nel 2018 era il 37%. Ancora: nel 2020, YouGov ha condotto una ricerca su Inghilterra e Galles dalla quale è emerso che il 51% delle persone intervistate tra i 35 e i 44 anni che non hanno avuto bambini non hanno nemmeno alcuna intenzione di averne in futuro.

In questi giorni sto leggendo varie interviste in cui si chiede alle donne (ovviamente, solo a loro, perché si sa: i figli si fanno per partenogenesi!) se non hanno paura di una vecchiaia di solitudine. Ecco come viene raccontato il tema dalle nostre parti: se non fai figli, rimarrai sola. Sarai sola e vecchia e nessuno si prenderà cura di te.

Ma siamo proprio sicuri che questo sia il modo per parlarne, ancora nel 2024? Questo è il motivo per cui si dovrebbero desiderare (e poi fare, e poi crescerli in un Paese come il nostro) figli? Non vogliamo neppure provare a elaborare un pensiero un filo più articolato?

E ancora: vogliamo, anche in questo caso, continuare a riprendercela con le donne? O non sarebbe il caso di girare qualche domanda anche alle istituzioni (che peraltro, per chi ne vuole, dovrebbero creare le condizioni per cui decidere di avere i figli non coincida necessariamente con un atto di sacrificio supremo)?

Dico la mia: nel mondo siamo in troppi. Nel 2023, la popolazione mondiale ha toccato la cifra record di 8 miliardi. Solo 30 anni fa, superavamo di poco i 5. E, come se non bastasse, 1 persona su 10 non ha cibo a sufficienza. E qui mi pare che, ancora una volta, si rischi di andare a toccare il sacrosanto diritto delle donne di essere anche altro, oltre che madri.

Ah: per chiunque voglia festeggiarlo, l’International Childfree Day è il 1° agosto.

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