Diritti

Famiglie omogenitoriali, Procura Padova: decida la Corte Costituzionale

La città veneta fa un passo indietro dopo che a giugno aveva impugnato gli atti di nascita di 37 bambini di coppie Lgbtq+
Credit: EKATERINA BOLOVTSOVA
Tempo di lettura 3 min lettura
15 novembre 2023 Aggiornato alle 18:00

A Padova, le madri arcobaleno protagoniste di una lunga battaglia legale per il riconoscimento dei propri figli potrebbero assistere a una svolta inaspettata provenire proprio dalla Procura della città.

Tutto è iniziato nel 2017, quando 33 coppie di mamme hanno registrato all’anagrafe del Comune di Padova i loro 37 bambini, nati da fecondazione eterologa affrontata all’estero. La Procura, ora, con un cambio di rotta vuole rimettere la questione alla Corte Costituzionale.

Un passo indietro, quindi, dopo che lo scorso giugno la Procura aveva impugnato tutti gli atti di nascita, ritenendoli illegittimi sulla base di una circolare del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Il sostituto Maria D’Arpa, con una memoria scritta, ha chiesto al Tribunale di sollevare la questione di legittimità, aprendo la strada a una valutazione più ampia sull’accesso alla fecondazione assistita eterologa per le coppie omosessuali: un intervento accolto con sorpresa e con gioia dalle famiglie coinvolte, rappresentate legalmente dall’associazione Famiglie Arcobaleno.

«È una novità – spiega Michele Giarratano, uno dei legali di Famiglie Arcobaleno e organizzatore del sit-in davanti al Palazzo di Giustizia – La Procura ha spiegato di aver impugnato i certificati di nascita per dimostrare che c’è un vuoto legislativo e quindi ha chiesto al Tribunale di Padova di mandare tutti gli atti alla Consulta, affinché colmi ciò che la stessa Corte ha definito un’intollerabile inerzia».

«Ora dobbiamo aspettare la decisione del Tribunale, che probabilmente si esprimerà con un parere univoco al termine delle 33 udienze in calendario - aggiunge - l’ultima delle quali fissata per il 22 dicembre. Contiamo nel responso prima di Natale, e se il Tribunale dovesse decidere di inviare gli atti alla Consulta, in attesa del suo pronunciamento i procedimenti a scapito delle madri intenzionali sarebbero congelati».

Questa “svolta” giudiziaria arriva dopo una serie di udienze che hanno visto mamme, avvocati e sostenitori riuniti in tribunale. Ma il cambio di rotta della Procura potrebbe essere stato influenzato anche dalla sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2021, che ha dichiarato la mancanza di una legge per il riconoscimento tempestivo dei figli delle coppie omogenitoriali una violazione dei diritti fondamentali dei bambini.

Le coppie coinvolte, affiancate dall’associazione Famiglie Arcobaleno, sono ora in attesa della decisione del Tribunale, programmata per l’ultima udienza fissata il 22 dicembre. E la prospettiva di intervento della Corte Costituzionale rappresenta un potenziale cambiamento significativo nel panorama legale che coinvolge le famiglie omogenitoriali, aprendo la strada a una riflessione più approfondita sui loro diritti fondamentali.

Leggi anche