Ambiente

Che cos’è il gravel?

La pratica ciclistica versatile, inclusiva e green permette di esplorare su strade di ghiaia ampi spazi aperti e di godere del paesaggio circostante da soli o in gruppo
Credit: Dmitrii Vaccinium    

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18 aprile 2024 Aggiornato alle 08:00

A metà strada tra una bici da corsa e la mountain bike, per scoprire in libertà i grandi spazi della natura: questo è il gravel, una pratica ciclistica che sta lentamente conquistando sempre più persone, appassionati di bici e dilettanti.

Il termine gravel indica sia la pratica ciclistica che il mezzo utilizzato: la gravel bike è una bicicletta che riprende la geometria inziale di una bici da strada, ma è composta da diversi componenti in grado di renderla più robusta e versatile. Questa bici permette di percorrere allo stesso tempo strade di campagna e piste di ghiaia o sterrate.

Il gravel nasce nel 2010 negli Stati Uniti, dove le strade secondarie non sono tutte asfaltate, ed è nata l’esigenza di trovare un mezzo in grado di percorrerle. Infatti, gravel in inglese significa “ghiaia” ed è proprio per questo tipo di terreno dai piccoli sassolini bianchi che è nato questo modello di bici. Le piste di ghiaia permettono di esplorare nuovi orizzonti e godere di ampi spazi aperti verdi, tra velocità e leggerezza. L’ex ciclista su strada e mountain biker statunitense John Tomac è stato uno dei primi a fondere due diversi tipi di bicicletta e a sperimentare questa pratica.

Il gravel da semplice disciplina si è imposto come uno sport praticato liberamente: è un passatempo che esce dai club e dalle federazioni e che tende a essere meno codificato. Permette di godere degli ampi spazi all’aria aperta, e oltre a percorrere terreni più semplici richiede meno tecnica rispetto alla mountain bike.

Il gravel è accessibile a tutti i livelli e profili di biker, e come tutti i mezzi a due ruote è rispettoso dell’ambiente. Grazie al cicloturismo e alla sensibilità verso soluzioni più green per la mobilità in città, anche molti italiani si stanno appassionando al gravel, una pratica dove il mezzo a due ruote è molto versatile. La gravel bike è composta da pneumatici larghi e da un manubrio curvo, una sella comoda, il tutto in una posizione di guida più rilassata rispetto alle bici da strada o le mountain bike. Usare una bici da gravel permette anche di fare bikepacking, ossia viaggiare con le borse direttamente attaccate alla bici, senza utilizzare il portapacchi.

La gravel bike è adatta sia all’asfalto che ai sentieri, ed è in grado di collegare tra loro percorsi diversi: strade sterrate, percorsi forestali, sentieri, strade secondarie e mulattiere. Non solo: grazie alla sua semplicità e versatilità, il gravel diventa spesso uno sport comunitario, e avvicina molte persone alla bicicletta perché parla un linguaggio nuovo, universale e inclusivo. Oltre a diversi modelli di gravel bike già disponibili, dato il successo i produttori stanno iniziando a offrire persino modelli di bici da ghiaia assistite elettricamente. Per i più allenati è possibile prendere parte a gare di gravel: la più famosa, che si svolge in primavera, è negli Stati Uniti e si chiama Barry-Roubaix: 100 km di percorso nel Michigan, nel nord est degli Stati Uniti. Nel 2006 è nata anche la Dirty Kanza, una corsa di 320 km che percorre le strade ghiaiate delle Flint Hills vicino a Emporia, nel Kansas.

Tra pascoli, boschi, torrenti, parchi naturali, baite, laghi e valli tra salite e discese esposti alle Dolomiti, il Trentino rappresenta uno dei luoghi ideali in cui fare gravel. Aspettando il Tour of the Alps, la corsa internazionale di ciclismo in programma dal 15 al 19 aprile, la Regione propone sette itinerari dedicati proprio a questo tipo di pratica ciclistica, che vanno dalla Piana Rotaliana Königsberg al giro della Val di Fassa. Un modo per godere della natura ed esplorare i paesaggi della montagna, il tutto in sella alla bici da ghiaia.

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