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Ciclabili: perché qualcuno le considera “non sicure”?

Dopo alcuni tragici eventi avvenuti nelle grandi città, sono aumentate le proteste contro l’incuria in cui versano le piste e la pericolosità di certi percorsi
Credit: Jon tyson/unsplash
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5 gennaio 2024 Aggiornato alle 18:00

La trasformazione delle città in luoghi eco-sostenibili è uno dei principali obiettivi della transizione ecologica, che prevede anche una rapida trasformazione della mobilità urbana tramite un’estesa implementazione delle ciclabili.

Negli ultimi anni molte città italiane hanno accelerato i lavori in questo ambito, ma i risultati non sono sempre stati soddisfacenti. Non solo per i ritardi negli appalti pubblici, ma anche per le problematiche poste dai percorsi completati con una scarsa attenzione alla sicurezza degli utenti.

Gli ultimi mesi, a causa anche di una serie di gravi incidenti che hanno riguardato i ciclisti nell’ultimo anno, sono cresciute le proteste contro l’incuria in cui versano le ciclabili e la pericolosità di certi percorsi.

Nella città di Monza il comitato di quartiere quest’anno ha denunciato lo stato del degrado in corso nel loro territorio: «La situazione va sempre peggiorando. Ci hanno riferito che una famiglia con bimbi piccoli è stata costretta a scendere dalla bici e ad avventurarsi a ridosso della via provinciale, con tutti i rischi del caso».

Anche a Bologna, dove le autorità hanno supportato la logica della città a bassa velocità (30 km) e della mobilità sostenibile con oltre 200 km di piste ciclabili edificate negli ultimi anni, sono emerse diverse criticità in quanto solo 120 km delle piste dedicate sono in sede protetta, mentre altri 50 km sono invece in carreggiata, posizionati a fianco della strada riservata agli automezzi con ovvi rischi per gli utenti.

Spesso, a incrementare ulteriormente i rischi, si presentano degli ostacoli sul percorso come le auto parcheggiate in doppia fila o le manovre errate dei guidatori. Per rimediare a queste problematiche servirebbero delle ciclabili pure: «L’idea verso cui si sta andando è quella di eliminare via via le ciclabili promiscue, soprattutto nei percorsi dedicati a chi usa la bici come mezzo di trasporto e non ricreativo», ha affermato il presidente della Consulta della bicicletta, Fabio Bettani.

A Milano, a seguito della tragedia avvenuta sulla pista ciclabile il 20 aprile dove ha perso la vita Cristina Scozia, continuano le polemiche sulla sicurezza dei percorsi, specialmente dopo l’avvio dell’indagine della Procura di Milano nei confronti di Marco Granelli, ex assessore alla mobilità, e di due dirigenti comunali responsabili del tratto di ciclabile coinvolto nell’incidente del 20 aprile.

Il capogruppo comunale del partito Forza Italia, Alessandro De Chirico, ha dichiarato: «Siamo garantisti ma, se nel 2023 ci sono stati così tanti morti della strada, ci deve pur essere qualche responsabilità amministrativa da parte di chi ha ideato ciclabili che sono vere e proprie piste della morte».

Secondo Federico Del Prete, responsabile mobilità e spazio pubblico di Legambiente Lombardia, le attuali norme legislative sono troppo inadeguate: «Con le sue lacune, il Codice della Strada è inadatto a affrontare non solo la transizione ecologica, ma anche la sicurezza stradale. C’è sempre il problema della sporadicità dei controlli, ma è effettivamente un insieme di regole spesso contraddittorio, che non tutela in modo uguale tutti gli utenti della strada. Il ministro Matteo Salvini sembra voler risolvere in modo ideologico il problema, cassando le infrastrutture ciclabili in sola segnaletica dal codice senza averne verificato l’efficacia ai fini di una mobilità urbana sempre più sostenibile e senza, soprattutto, mettere mano alle evidenti lacune normative, a esempio sulla riduzione della velocità in ambiente urbano e sulla messa in sicurezza dei mezzi pesanti chieste dalla società civile».

Nel 2024 la città di Milano avvierà circa 40 cantieri nell’ambito dei progetti del Pnrr, che andranno a sommarsi agli altri 50 cantieri già avviati. L’implementazione di nuove normative e sistemi per garantire la sicurezza sulle ciclabili dovrà diventare una priorità nel prossimo futuro.

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