Ambiente

Perché le luci notturne della città fanno male alla salute

Lo racconta uno studio dell’American Heart Association: trascorrere troppo tempo esposti alle luci artificiali urbane aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari
Credit: Cristofer Maximilian  

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2 aprile 2024 Aggiornato alle 07:00

Un’esposizione prolungata alle luci abbaglianti della città di notte aumenterebbe il rischio di ictus. È il risultato di uno studio condotto in Cina: i ricercatori hanno notato come le persone esposte alle luci esterne notturne per un tempo prolungato hanno avuto il 43% di rischio in più di sviluppare una malattia cardiovascolare, rispetto a quelle esposte per un tempo minore.

La ricerca, pubblicata sull’American Heart Association journal Stroke, ha preso in considerazione più di 281.000 abitanti della città portuale di Ningbo, nella provincia dello Zhejiang.

La Cina non è stata scelta a caso: in otto anni il suo inquinamento luminoso è aumentato più del 64%, aggiudicandosi il secondo posto per intensità di luce notturna nel mondo dietro agli Stati Uniti.

L’analisi dell’American Heart Association è stata condotta dal 2015 fino al 2018.

L’intensità dell’inquinamento luminoso veniva registrata tramite immagini satellitari, mentre i casi di ictus erano confermati dalle cartelle cliniche.

Più di 1.200 persone hanno sviluppato malattie cardiovascolari nel corso di questi anni, a seguito di un’esposizione prolungata all’illuminamento della città di notte. Sembrerebbe quindi che una luce troppo luminosa provocherebbe effetti negativi sul nostro cervello, compromettendo la circolazione sanguigna. L’American Heart Association si è occupata di analizzare nello stesso periodo anche gli effetti nocivi presenti nell’aria, notando come questi sarebbero indipendenti dall’inquinamento luminoso.

Tuttavia, anche l’inquinamento dell’aria è estremamente dannoso per la salute: le persone esposte a livelli di aria inquinata dalla combustione di benzina, petrolio, gasolio o legna hanno avuto il 41% delle possibilità in più di sviluppare malattie cardiovascolari.

Oggi più dell’80% delle persone nel mondo vive in un ambiente soggetto a inquinamento luminoso. La continua esposizione alle fonti di luce artificiale può ridurre la produzione di melatonina, l’ormone che ha la funzione di regolare il ciclo sonno-veglia.

Secondo il dottor Jianbing Wang, ricercatore ed endocrinologo all’ospedale pediatrico dell’università di Zhejiang e al centro di ricerca di Hangzhou, «le persone che vivono in zone urbane dovrebbero considerare la possibilità di esporsi di meno alle fonti luminose troppo abbaglianti. È poi importante limitare il cambiamento climatico per proteggerci dal rischio di sviluppare malattie cardiovascolari».

Lo conferma uno studio condotto dall’International Dark Sky Association, con il quale si evidenzia che le città dalle luci troppo abbaglianti influiscono sulla salute fisica e mentale e aumentano l’inquinamento da ozono. L’80% dell’elettricità mondiale è ancora prodotta attraverso i combustibili fossili: sprecare grandi quantità di luce durante la notte contribuirebbe quindi a peggiorare la crisi climatica.

L’inquinamento luminoso sarebbe il responsabile anche della morte di molti uccelli migratori. In uno studio pubblicato su Nature Communications, viene indicato come le zone urbane troppo illuminate possano rappresentare una minaccia e un motivo di disorientamento per gli uccelli durante le migrazioni. Per trovare una soluzione al problema dell’inquinamento luminoso, una recente ricerca pubblicata su Science Direct prova ad avanzare delle prime ipotesi di regolazione della luce esterna notturna, promuovendo una trasformazione green.

Si potrebbe infatti controllare l’intensità dell’inquinamento luminoso usando sistemi di controllo per regolare le città a zone, basandosi sulla natura delle attività umane e sulla necessità di avere una grande fonte di luce anche durante la notte.

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