Ambiente

Uk: Hawnby spegne le luci contro l’inquinamento luminoso

Il borgo nel North Yorkshire vuole facilitare ai cittadini la visione della Via Lattea. Tra gli altri vantaggi: minor utilizzo di energia e abbattimento delle emissioni di CO2
Credit: PHOTOGRAPH: STEPHEN DINSDALE/ ALAMY
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29 marzo 2023 Aggiornato alle 10:00

Il piccolo borgo inglese Hawnby, nella contea del North Yorkshire, ha preso la decisione di spegnere l’illuminazione durante le ore serali, per permettere a residenti e turisti di vedere la Via Lattea senza il disturbo visivo causato dall’inquinamento luminoso, sia nelle proprietà pubbliche che in quelle private.

Hawnby è il primo paesino inglese a spegnere completamente l’illuminazione stradale, compresa quella esterna delle zone private. La decisione rientra in un progetto più vasto che dovrebbe coinvolgere altre località presenti nel parco nazionale The North York Moors, designato come una delle 21 riserve internazionali a “cielo buio” dalla Ong International Dark-Sky Association.

Secondo Mike Hawtin, ufficiale responsabile dei cieli bui per il parco nazionale The North York Moors, la lotta contro l’inquinamento luminoso è un percorso necessario: «Il nostro obiettivo è quello di mostrare quanto possa essere relativamente facile per le comunità adottare un approccio simile a quello del borgo Hawnby e aiutarci a proteggere le qualità incontaminate dei nostri cieli bui. Ci sono pochi altri luoghi in Galles e in Scozia che hanno spento le luci cittadine in modo da diventare città o villaggi a misura di cielo buio, ma pensiamo che Hawnby sarà il primo villaggio ad andare anche oltre, convertendo sia l’illuminazione stradale che quella esterna degli edifici quando il progetto sarà completato entro quest’anno».

I parchi nazionali The North York Moors e The Yorkshire Dales hanno impiegato 5 anni per ricevere l’approvazione della International Dark-Sky Association, dovendo rispettare una serie di caratteristiche tecniche e burocratiche, fra cui l’ok da parte dell’80% dei residenti locali. I vantaggi di questa scelta non si esauriscono unicamente nella vista del cielo stellato, ma comprendono anche un uso minore di energia, con abbattimento delle emissioni di CO2 e dell’inquinamento atmosferico.

Una serie di vantaggi e benefici che sono al centro di una rinnovata battaglia sociale e politica, specialmente dopo che lo studio pubblicato all’inizio di quest’anno sulla rivista scientifica Science ha denunciato che, nel giro di 18 anni, solo un centinaio di stelle saranno visibili nel cielo rispetto alle 250 di oggi, a causa dell’inquinamento luminoso in aumento.

«Se queste tendenze continuano, alla fine sarà molto difficile vedere qualcosa nel cielo, anche le costellazioni più luminose. La cintura di Orione comincerà a un certo punto a scomparire» ha affermato il dottor Christopher Kyba, del German Research Centre for Geoscience e primo autore della ricerca.

Lo studio in questione non è il primo a denunciare gli effetti dell’urbanizzazione in corso a livello planetario. Già nel 2016 lo studio scientifico pubblicato su Science Advances e diffuso dal World Economic Forum rivelò che la Via Lattea non è più visibile per circa il 30% dell’umanità e che oltre il 99% della popolazione europea e americana vive sotto un cielo inquinato a livello luminoso.

Di fronte a questi dati, alcuni scienziati hanno proposto di vietare lo sviluppo delle mega-costellazioni di satelliti a bassa quota, che contribuiscono ad aggravare ulteriormente l’inquinamento luminoso: «Secondo me dovrebbe esserci un limite al totale di satelliti in orbita bassa, e il loro numero è probabilmente già troppo alto» ha dichiarato il ricercatore Fabio Falchi, dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso (Istil).

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