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Concorsi di bellezza, chirurgia estetica e molto altro: la vecchiaia per le donne non esiste più

Un tempo sinonimo di tristezza, la terza età è adesso uno dei momenti migliori della vita, nel quale divertirsi ed essere finalmente se stesse
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31 marzo 2024 Aggiornato alle 08:00

Era il 1965 quando i Rolling Stones cantavano “che seccatura è invecchiare”, ma i tempi sono cambiati e oggi tante ultra sessantenni sono pronta a dimostrare che alla fine il tempo che passa non è poi così male.

Quale momento migliore, infatti, per liberarsi dalle responsabilità e dai modelli a cui, seppure a malincuore, hanno dovuto attenersi per anni?

Le baby boomer si sono rese conto di aver un terzo tempo supplementare a disposizione, e soprattutto molti soldi da spendere. Un potere d’acquisto intercettato anche dalle aziende che operano in settori come quello della cosmesi, dell’abbigliamento, dell’hobbystica e dello sport, che sempre più spesso creano prodotti rivolti proprio a questa fascia d’età.

A non sembrare del tutto pronto a questa rivoluzione è invece il mondo del lavoro, che non sempre riesce a dare segni di inclusività e a evolvere verso una cultura in grado di apprezzare i vantaggi di team multi generazionali, dove l’esperienza può essere più importante di un titolo di studio. Tuttavia, molte aziende iniziano ad accogliere curriculum di candidati che non riportano le date di nascita e anche l’industria cinematografica, a partire dalle serie TV americane, ingaggia sempre più artiste “mature”. Il sequel di Sex and the city, And Just Like That, interpretato dalla 58enne Sarah Jessica Parker e dalle amiche coetanee, è soltanto uno fra i tanti.

Nella serie le protagoniste si barcamenano ancora tra lavoro e amore, aspetto quest’ultimo, che anche nella vita reale non viene certo archiviato dopo una certa età. «Sono vedova da alcuni anni è ho riscoperto il piacere; mi trovavo in vacanza a Dubai quando, affacciandomi dalla mia camera d’albergo, un uomo che si trovava a transitare mi ha notata». A raccontarcelo è Fiorenza, 65 anni da poco compiuti, «mi ha fatto recapitare un invito nella mia stanza e ci siamo incontrati».

Alee ha 56 anni ed è uno dei proprietari della lussuosa struttura in cui la donna soggiornava, un italo-egiziano che ritiene che «l’incedere degli anni in una donna sia seducente, un valore aggiunto nel rapporto».

«Abbiamo iniziato una relazione a distanza, pensavo fosse una storia passeggera invece è durata nel tempo: ormai sono 5 anni che ci frequentiamo - racconta Fiorenza. - Quando possibile lo raggiugo a Sharm El Sheikh, dove vive, o in qualche luogo esotico in cui trascorriamo le vacanze. Non credevo di riprovare certe emozioni alla mia età; la distanza amplifica il desiderio e la voglia di rivederci. Alee mi fa sentire bella nonostante gli inevitabili segni del tempo sul mio corpo, mi dice di trovare la mia voglia di vivere irresistibile».

C’è poi chi decide di salire in passerella. Paolo Teti, amministratore della società Te.Ma sas, ideatore e organizzatore di molti importanti eventi in Italia, racconta a La Svolta come sono nati in Italia i concorsi di bellezza destinati a mamme, nonne e suocere.

«Fino a qualche decennio fa erano presenti oltre 500 locali sulla Riviera Romagnola che avevano sempre l’esigenza di organizzare spettacoli quando le orchestre terminavano di suonare. Per riempire gli spazi spesso venivano proposti concorsi di bellezza dedicati principalmente a giovanissime, che si concludevano nell’arco della stessa serata. A quei tempi ho iniziato a notare che spesso erano più interessate le accompagnatrici, appunto mamme o nonne, rispetto alle partecipanti, quindi, nel 1983, ho brevettato il primo concorso di Miss Mamma italiana, al quale si presentarono 77 donne. All’epoca non mettemmo requisiti legati all’età rispetto a oggi che abbiamo differenziato varie categorie, le Miss mamma diventano gold e dai 56 evergreen. Nel 2004, la mia società ha iniziato a organizzare anche Miss Nonna Italiana. Fu un vero successo, con partecipanti giunte da ogni parte d’Italia».

A spingere le partecipanti a mettersi in gioco è probabilmente «la possibilità di vivere giornate diverse, stando al centro dell’attenzione e riscoprendo emozioni dimenticate. Da alcune storie emerge anche una voglia di rivalsa nei confronti della vita. Alle selezioni per la nuova edizione, che si terrà a ottobre, già si sono iscritte 200 donne».

Anche negli Stati Uniti queste manifestazioni sono sempre più diffuse: a Brooklyn si è appena tenuta la 22esima edizione del concorso annuale Vostra Altezza Nonna, che si prefigge di infrangere gli stereotipi legati all’invecchiamento. Dieci nonne, provenienti anche dalla Russia, dall’Uzbekistan e dall’Ucraina, di età compresa fra i 43 e i 90 anni, si sono sfidate in gare di canto, ballo e portamento.

Le over 60 ormai quindi non si accontentano più di comparire in televisione solo per pubblicizzare colle per dentiere, apparecchi per l’udito o materiale per l’incontinenza; vogliono diventare le protagoniste di un cambiamento che anche il mondo della moda è pronto ad accogliere. La stilista Batsehva Hay durante l’ultima settimana della moda di New York, a esempio, ha fatto scendere in passerella solo donne di età compresa fra i 40 e i 70 anni.

Alcuni chirurghi estetici interpellati sostengono che la spinta verso una maggiore consapevolezza dell’età matura sia partita da almeno un decennio. A confermarlo anche uno studio di Eurispes, secondo il quale 17 donne italiane su 100, nell’ultimo anno sono intervenute sul loro corpo, facendo ricorso al bisturi per migliorare il proprio aspetto e ridurre i segni dell’età, e almeno il 60% di queste aveva oltre 40 anni.

«Vado in palestra tre volte a settimana, faccio pilates e yoga e spesso vado anche a ballare. Mi piace socializzare, uscire con le amiche; i tornei di burraco e il lavoro a maglia li lascio alle altre - sottolinea Ines, una vivace 70enne, incontrata all’uscita di una balera dedicata ai senior, In Versilia. - Adoro sperimentare, imparare cose nuove, divertirmi, e lo faccio senza soffermarmi sul numero degli anni, ho appena iniziato un corso d’inglese e vorrei vivere ancora a lungo per riuscire a parlarlo».

Chissà cosa penserebbe Anna Magnani se fosse ancora viva? Sarebbe disposta a ripetere al suo truccatore la ormai celebre frase «Lasciami tutte le rughe, non togliermene nemmeno una, ho impiegato una vita a farmele», o avrebbe deciso anche lei di entrare nel flusso delle donne senza tempo e senza età?

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