Ambiente

Il mondo punta al calcestruzzo “green”

Da Bill Gates a Jeff Bezos i grandi investitori vogliono trovare un materiale meno impattante, a livello di emissioni, del calcestruzzo. Ma il cammino per riuscirci su larga scala è ancora lungo
Credit: Darya Jum  

Tempo di lettura 4 min lettura
14 marzo 2024 Aggiornato alle 18:00

Quando si parla di emissioni climalteranti spesso concretiamo le nostre attenzioni sugli impatti delle industrie del fossile, sull’agricoltura e la zootecnia, gli impianti di riscaldamento o i viaggi aerei, dimenticandoci che c’è qualcosa da cui siamo praticamente sempre circondati che è nascosto ma particolarmente impattante: il calcestruzzo.

Questo materiale usato in edilizia è responsabile di quasi due gigatonnellate di CO2 rilasciate nel nostro ambiente a causa della sua produzione e secondo un rapporto dell’Agenzia di protezione ambientale degli States, è al terzo posto tra le prime dieci fonti di inquinamento industriale.

Diverse stime lo indicano come il responsabile di oltre il 7% delle emissioni globali, in pratica come la quantità di CO2 prodotta dall’India o oltre il doppio di quella legata al settore dell’aviazione globale.

Eppure negli ultimi decenni l’attenzione, in termini di impatto ambientale, rivolta a questo prodotto necessario per la realizzazione degli edifici, è stata molto minore rispetto ad altre fonti inquinanti.

Oggi però, da sistemi basati sulle alghe sino a versioni green alternative, le nuove tecnologie ci stanno portando a forme differenti e meno impattanti di calcestruzzo. Sistemi in cui - racconta il Wall Street Journal - credono sempre di più anche i grandi investitori, da Bill Gates sino a Jeff Bezos, impegnati a trovare soluzioni per rendere più verde uno dei peggiori inquinanti del mondo e che, dopo l’acqua, è probabilmente il “materiale” più utilizzato al mondo dato che è economico, resistente al fuoco e dura nel tempo.

Dall’uso alla produzione, che spesso passa per processi in cui il cemento viene ottenuto grazie a forni giganti e un importante utilizzo di fonti fossili (dal carbone al gas), i sistemi che portano alla realizzazione di questo prodotto utile per strade, case, ponti e molto altro hanno un impatto a livello di emissioni che non può più essere ignorato.

Per questo sia i grandi produttori di cemento americani, sia le startup (come Brimstone o Partanna) stanno lavorando a nuove forme di calcestruzzo capace di produrre meno CO2.

Un mondo in cui stanno investendo diversi miliardari, per esempio nella Breakthrough Energy Venture fondata da Bill Gates e sostenuta da Jeff Bezos di Amazon, ma anche da Jack Ma o Michael Bloomberg, che hanno versato decine di milioni di dollari.

Non solo: le aziende che puntano a questa riconversione sono sostenute tramite sovvenzioni dal governo federale impegnato nella decarbonizzazione di materiali come il cemento e anche le regolamentazioni oggi incoraggiano l’uso di tecnologie per ottenere prodotti meno impattanti.

Per esempio la California nel 2021 ha approvato una legge per ridurre le emissioni del cemento, così come New York nel 2023 “ha emanato norme che limitano le emissioni del calcestruzzo utilizzato nei progetti di costruzione finanziati dallo stato”, scrive il Wsj.

Realtà come Brimstone hanno sviluppato un modo per produrre cemento da rocce che contengono meno carbonio, altre usano delle sorta di materiali sostitutivi rispetto al cemento, oppure la Eco Material Technologie propone di utilizzare le ceneri di carbone dalle discariche e le ceneri vulcaniche dalle miniere.

“Il nostro obiettivo è essere in grado di utilizzare le ultime generazioni di rifiuti come le prossime generazioni di cemento più verde”, spiegano le società impegnate nella riconversione. Parallelamente si stanno sviluppando anche sistemi - come quelli di CarbonCure - che puntano a pompare CO2 nel calcestruzzo mentre viene prodotto, in modo da rimuovere gli inquinanti dall’aria.

Altre ancora credono in sistemi che partono dalla desalinizzazione dell’acqua salata per produrre cemento.

Come scrive il Wsj però “non è chiaro se le alternative più ecologiche del calcestruzzo riusciranno mai a prendere piede su larga scala” anche per via degli attuali costi elevati, dato che le alternative green arrivano a pesare in termini di dollari più del doppio dei costi tradizionali del cemento standard.

Oggi, come ha affermato Admir Masic, professore associato di ingegneria civile e ambientale presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT), il calcestruzzo per tutte le sue proprietà risulta ancora “il materiale più democratico” ma il suo impatto a livello di emissioni climalteranti non può più essere sottovalutato: la strada per un calcestruzzo più green è dunque tracciata anche se, come ammettono gli stessi investitori, attualmente è tutta in salita.

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