Economia

Banca Etica: il 23% dei clienti che ha ottenuto un finanziamento aveva ricevuto un rifiuto da altri

L’istituto bancario, che da 25 anni supporta progetti che abbiano un impatto positivo su società e ambiente, ha tirato le somme del suo primo quarto di secolo: grazie alla crescita del capitale, è aumentato anche il credito concesso (con un tasso medio annuo del +9,7%)
Credit: bancaetica.it
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8 marzo 2024 Aggiornato alle 15:00

La lotta al cambiamento climatico e alle disuguaglianze sociali passa anche attraverso la finanza. Oltre ad avere maggiore consapevolezza nello scegliere cosa mettere nel carrello, infatti, occorre saper setacciare con cura tutti quei prodotti che il mercato, quello finanziario, ci mette a disposizione per i nostri investimenti, oltre a saper affidarsi al giusto professionista intermediario.

Per finanza etica si intende quel settore della finanza che pone le persone e l’ambiente al centro dell’attività creditizia e di investimento; dunque è un modo di gestire il denaro che tiene conto non solo del profitto, ma anche di criteri etici e sociali con cui generarlo, dando quindi grande rilievo alla trasparenza delle attività finanziarie, orientate a supportare iniziative che hanno un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. E, quindi, capaci di promuovere uno sviluppo sostenibile e dell’economia circolare.

Proprio con questo obiettivo, entrano in gioco le banche etiche, istituti che operano nel mercato del credito seguendo valori civili e investendo il risparmio raccolto in attività che producano reddito nel rispetto di specifici principi etici e sociali. Fra queste, c’è anche Banca Etica: nata nel 1999 e ampliatasi negli anni (fino a contare più di 500 dipendenti tra Italia e Spagna) raggiunge oggi più di 48.000 persone e organizzazioni socie.

La ricerca Azionisti del bene comune: 25 anni di finanza per la pace, l’ambiente e l’inclusione, curata da Aiccon per i 25 anni di Banca Etica, evidenzia quanto l’attenzione verso la finanza etica si sia incrementata negli anni fino a registrare nell’ultimo decennio una crescita media annua del +7,1% contro lo 0,4% del sistema bancario in generale.

Un successo che si traduce in aumenti dei depositi nell’Istituto, del suo capitale sociale (intorno ai 92 milioni di euro) e di conseguenza in un ampliamento del credito concesso a organizzazioni e persone che, fino al 2023, ha toccato quota 1.211 milioni di euro e con un tasso di crescita media annua del 9,7%.

Guardando all’espansione della platea di soggetti coinvolti nelle attività dell’Istituto si nota quanto l’accesso al credito abbia subito notevoli ampliamenti, specialmente a beneficio di chi in precedenza non aveva trovato sostegno finanziario in altre sedi. Dalla ricerca si apprende infatti che il 23% dei soggetti che hanno chiesto e ottenuto un finanziamento da Banca Etica si era già visto rifiutare una richiesta di finanziamento da un’altra banca.

Sui progetti di economia sociale, comprendenti attività economiche che perseguono, oltre al profitto, anche finalità sociali e di utilità collettiva, pesa il pregiudizio della scarsa bancabilità (ossia la capacità di un soggetto di ottenere finanziamenti dalle banche) dovuta principalmente alla loro presunta bassa redditività, costi elevati e dunque mancanza di garanzie reali da fornire alle banche per accedere al credito.

Tuttavia, la solidità della finanza etica emersa dalla ricerca (secondo cui il settore ha mostrato una crescita del capitale sociale tra il 2007 e 2023 che va oltre il 300%) dimostra quanto le imprese sociali siano in realtà soggetti economici stabili e affidabili, a ulteriore riprova della validità di progetti che coniugano il raggiungimento dell’utile «a obiettivi di interesse collettivo come la tutela dell’ambiente, la difesa dei diritti dei lavoratori e di tutte le persone e le comunità impattate dalle attività economiche» commenta la presidente di Banca Etica, Anna Fasano. Soprattutto se si comparano i crediti non recuperabili registrati dall’Istituto pari a circa 0,23% nel 2023 con le sofferenze medie dell’intero sistema bancario, attorno all’1,05%.

Inoltre, l’Istituto festeggia le attività di investimento realizzate attraverso un nuovo ramo, Etica Sgr, che ha permesso la creazione di un gruppo bancario. Più nel dettaglio, la Sgr si occupa di svolgere l’attività di promozione e gestione collettiva del risparmio raccogliendo il denaro degli investitori e ponendolo in un apposito fondo da cui attingere per compiere diversi tipi di attività finanziarie, come azioni, obbligazioni e titoli di stato, avendo cura di valutarne il rispetto di parametri socio-ambientali in modo da indirizzare gli investimenti verso i soggetti più virtuosi.

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