Città

Matongé: il cuore africano di Bruxelles

Il quartiere della Capitale belga è nato nel 1960, quando sempre più giovani sono arrivati in città per studiare. Ora questa zona ha una sua identità ben definita che, tra sapori e colori, attira molti turisti
Credit: Boring Eyes
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29 febbraio 2024 Aggiornato alle 19:00

Se chiudi gli occhi, potresti pensare di essere in Congo: profumi di cibi a base di arachidi e canzoni africane riempiono l’aria. Qui il verde si confonde con l’arancione, il rosso e il giallo. I negozi di wax, il tradizionale tessuto di molti Stati africani, colorano le vie e il profumo della deliziosa cucina congolese e senegalese inebria chiunque si trovi a passare per queste strade. Siamo a Matongé, il quartiere africano di Bruxelles: un unicum in Europa. Con un passato ribelle e bellicoso, deve il suo nome a un’area molto conosciuta della città di Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo.

Dal 1960, anno dell’indipendenza del Paese africano, sempre più persone si sono spostate verso l’ex Paese colonizzatore per motivi di studio: l’afflusso è stato talmente importante che la filantropa aristocratica Monique Van der Straten ha fondato la Maison Africane (casa africana), conosciuta anche come Maisaf, un ostello che ospita i giovani studenti nel quartiere.

Con gli anni, il centro di Bruxelles si è trasformato, richiamando sempre più persone provenienti dai diversi Paesi africani e ospitandole nella fredda Capitale belga. E così le strade hanno cominciato a riempirsi di bandiere colorate: da quella del Ghana a quella Senegal, dalla bandiera del Congo fino a quella della Costa d’Avorio. È sempre l’Africa a fare da padrona.

È così che Matongé è diventato il quartiere che conosciamo oggi: dove una volta sorgeva il piccolo ostello, ora si trovano chiese evangeliche, bar, agenzie di viaggio, negozi in cui è possibile trasferire denaro, piccole e grandi botteghe. Negozi aperti anche tutta la notte animano Matongé, dove le persone si ritrovano fino a tarda sera per parlare, in strada, come è solito fare in molti Paesi dell’Africa.

Ma, ancor prima di essere un luogo di residenza, Matongé è un luogo di incontro. Nonostante il fulcro sia Chaussée de Wavre, il quartiere si estende verso Ixelles, Porte de Namur e le sue gallerie che sono il vero e proprio centro vitale dell’area. È proprio in queste strade che si trova il famoso Soleil d’Afrique, dove poter mangiare un delizioso pollo alla moambe con un succo allo zenzero con pochi soldi (un’eccezione per la costosa Capitale belga) e immergersi nell’atmosfera unica di questo quartiere.

Ma queste strade sono entrate anche nella storia politica, ormai. Si vocifera infatti che il quartiere sia talmente forte e influente da ospitare veri e propri think tank in cui vengono decisi i risultati delle elezioni congolesi ancor prima che nei confini dell’ex colonia.

Visitare Matongé è un obbligo per chi si trova a Bruxelles. Con i suoi colori, sapori, profumi e suoni, questo quartiere riesce a far trovare a chiunque la propria dimensione. Che tu sia una persona appassionata di cultura culinaria o di politica, questo è il posto per te.

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