Ambiente

Guuud Niuuuz: Bruxelles, la città da 10 minuti (e altre cose belle)

Ogni settimana, 4 buone notizie green dal mondo che forse non conoscevi: per essere più “eco” e meno “ego”
Credit: François Genon
Tempo di lettura 4 min lettura
12 gennaio 2024 Aggiornato alle 15:00

Oggi la crisi climatica-ambientale è una delle più gravi minacce e da tempo le istituzioni scientifiche e le organizzazioni ambientaliste lanciano allarmi sulle condizioni degli ecosistemi globali.

L‘aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento chimico e la perdita di biodiversità presentano dati e trend in peggioramento.

Esistono, tuttavia, anche progetti, piani di mitigazione e notizie positive che spesso passano in secondo piano. Se vuoi scoprire le belle notizie d’ambiente (dall’Italia e dal mondo), questa è la rubrica che fa per te.

Bruxelles: la città da 10 minuti

La capitale del Belgio vuole rivoluzionare la sua mobilità e la qualità della vita degli abitanti.

Negli ultimi anni ha avviato una serie di processi per essere più sostenibile a livello ambientale, tanto che nel 2022 si è classificata al sesto posto nella classifica globale delle città più “verdi”.

Ma i trend dell’ultimo periodo non sono ancora sufficienti e per questo le autorità municipali hanno elaborato un piano per trasformare la metropoli in una città da “10 minuti”: ovvero rendendo le strutture accessibili a ogni abitante in meno di 10 minuti di tempo.

Le autorità hanno dichiarato che pianificheranno «una maggiore agilità e adattabilità ai contesti urbani in rapido cambiamento» tenendo conto degli effetti della crisi climatica. Inoltre prevedono di rinnovare il sistema di trasporti introducendo veicoli a basse emissioni e di recuperare lo spazio pubblico usato dalle auto. Le sette fasi principali del piano saranno da completare entro il 2030 o il 2050.

Le spugne anti-plastica

La diffusione delle microplastiche è diventato uno dei problemi ambientali più gravi e urgenti da affrontare nei prossimi anni.

I minuscoli frammenti di plastica, dalle dimensioni inferiori a 5 mm, sono il frutto della continua produzione industriale che crea ogni anno oltre 8 milioni di tonnellate di detriti che finiscono per inondare gli oceani.

Si stima che entro il 2040 le emissioni globali derivanti dalla plastica potrebbero superare le 50 milioni di tonnellate all’anno. Allo stato attuale oltre 5 trilioni di pezzi di plastica stanno galleggiando sulla superficie dei mari e si stanno infiltrando in tutti gli ecosistemi, con grave impatto sulla salute degli animali e degli esseri umani.

Per fermare l’inquinamento un team di ricerca cinese ha ideato delle spugne sintetiche cattura-plastica in grado di assorbirla dai siti contaminati. Le loro proprietà potrebbero anche consentire la bonifica del suolo delle aree agricole. Un ricercatore ha affermato che «le spugne sono estremamente efficaci nell’assorbire piccole particelle di plastica e teoricamente molto semplici da applicare».

Aumentano le tigri

A livello globale è tornata ad aumentare la popolazione delle tigri, con un incremento del 74% rispetto all’anno 2010. Nel luglio 2023 il Global Tiger Forum ha stimato la presenza complessiva di 5.574 tigri sul Pianeta.

Uno dei Paesi che ha registrato i migliori sforzi per proteggere l’animale è il Bhutan, dove le ultimi rilevazioni hanno registrato un aumento del 27%.

L’altro grande Paese dove la popolazione delle tigri è in crescita è l‘India, dove numericamente si sono aggiunte 200 tigri.

La lotta contro il bracconaggio e il contenimento della distruzione degli habitat naturali hanno favorito il ripopolamento. Ma nonostante il sucesso di questi sforzi, la specie è ancora a rischio e necessita di ulteriori protezioni su scala globale.

Il recupero del cervo italico e della lince

In Italia sono stati avviati due progetti per salvaguardare il cervo italico e la lince.

Il primo, intitolato Operazione Cervo italico, vuole creare una seconda popolazione in una nuova area identificata in Calabria, dal 2023 al 2025.

Attraverso lo spostamento dei primi 20 cervi dalla riserva originaria, si spera di creare un’altra popolazione autonoma.

Invece il secondo progetto dedicato alla lince è l’ULyCA2, che ne vuole prevenire l’estinzione.

L’obiettivo è quello di creare un nucleo di linci che consenta il ricongiungimento della popolazione alpina con quella dinarica. Per questo motivo da marzo a giugno 2023, 5 linci sono state rilasciate nella foresta di Tarvisio, nelle Alpi friulane, e sono ora monitorate grazie a trasmettitori Gps.

Leggi anche
Buone notizie
di Alessandro Leonardi 3 min lettura