Ambiente

Guuud Niuuuz: arrivano i parrucchieri per il clima (e altre cose belle)

Ogni settimana, 4 buone notizie green dal mondo che forse non conoscevi: per essere più “eco” e meno “ego”
Credit: Alex Gruber

Oggi la crisi climatica-ambientale è una delle più gravi minacce e da tempo le istituzioni scientifiche e le organizzazioni ambientaliste lanciano allarmi sulle condizioni degli ecosistemi globali.

L’aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento chimico e la perdita di biodiversità presentano dati e trend in peggioramento.

Esistono, tuttavia, anche progetti, piani di mitigazione e notizie positive che spesso passano in secondo piano. Se vuoi scoprire le belle notizie d’ambiente (dall’Italia e dal mondo), questa è la rubrica che fa per te.

I parrucchieri si mobilitano per il clima

Un’iniziativa di sensibilizzazione sulla crisi climatica sta arrivando in Italia, grazie allo sforzo di Naturalmente Artec e Save the Planet. Si tratta del progetto Parrucchieri per il Clima, che dopo l’esperimento iniziale in Australia è stato portato in Italia da Naturalmente Artec srl, che come azienda si occupa di prodotti biologici e vegetali per il settore cosmetico.

In partnership con la Ong Save the Planet, verranno formati parrucchieri e parrucchiere attraverso incontri con esperti che forniranno tutte le informazioni necessarie sulla crisi climatica e su come trasmetterle al pubblico.

Sono stati scelti 9 temi, tra cui l’efficienza energetica, la mobilità a basso impatto e la dieta vegetariana. Tra gli esperti dedicati alla divulgazione ci saranno Giovanni Mori, ingegnere energetico e attivista per il clima, Matteo Innocenti, psicoterapeuta, esperto di eco-ansia, presidente dell’Associazione Italiana Ansia da Cambiamento Climatico (Aiacc).

Il Vietnam sta riducendo con successo il suo impatto sull’ozono

Il Governo del Vietnam ha annunciato che la seconda fase del progetto nazionale che prevede l’eliminazione graduale delle sostanze responsabili del buco dell’Ozono ha raggiunto dei risultati soddisfacenti.

Iniziata nel 2018, questa seconda fase ha rispettato gli obiettivi fissati dalla Convenzione di Vienna e dal Protocollo di Montreal, che prevedono la netta riduzione dell’uso di elementi nocivi come i clorofluorocarburi (Cfc) o gli idroclorofluorocarburi (Hcfc).

Le autorità nazionali si sono coordinate con la Banca Mondiale, con l’obiettivo di rispettare l’obbligo di eliminare il 35% dei consumi delle sostanze Hcfc. Il Governo ha imposto alla sua unica impresa produttrice di condizionatori e a una serie di aziende produttrici di apparecchiature di refrigerazione di non utilizzare il gas R-22.

«I risultati si ottengono grazie al sostegno attivo degli esperti della Banca Mondiale e allo stretto coordinamento dei ministeri, dei settori e delle agenzie competenti» ha dichiarato il direttore del Dipartimento per i cambiamenti climatici del Ministero delle risorse naturali Tăng Thế Cường.

Ritrovato un raro pappagallo

Uno degli uccelli più rari al mondo, il pappagallo notturno (Pezoporus occidentalis), è stato finalmente registrato a livello sonoro da una squadra di ranger Kiwirrkurra nelle regioni centrali dell’Australia occidentale, in un’area remota del deserto di Gibson.

«Mi ha reso davvero entusiasta il fatto che il pappagallo notturno sia ancora lì, perché significa che stiamo facendo un ottimo lavoro. Se è lì, significa che molti altri animali possono vivere ed essere felici in quella zona» ha affermato il coordinatore dei ranger Kiwirrkurra.

Il raro animale è considerato a rischio di estinzione da tempo a causa della distruzione del suo habitat naturale, fra incendi e l’invasione dei gatti selvatici.

Gli indigeni stanno restaurando un’area naturale

Negli Stati Uniti, in California e in Oregon, sono stati avviati i lavori per demolire 4 dighe sul fiume Klamath in modo da ripristinare un fondamentale habitat naturale per i salmoni.

«La rimozione della diga è il passo più grande che possiamo compiere per ripristinare l’ecosistema del fiume Klamath. Vedremo benefici per l’ecosistema e quindi per la pesca per decenni e decenni a venire» ha sottolineato Barry McCovey, membro della tribù Yurok.

La costruzione delle dighe, nel secolo scorso, aveva comportato la drastica diminuzione della popolazione dei salmoni. Questo ha spinto negli ultimi decenni gli indigeni locali ad attivarsi in incessanti lotte politiche e ambientali per ripristinare i territori.

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