Ambiente

Guuud Niuuuz: scoperta la tarantola blu-elettrico (e altre cose belle)

Ogni settimana, 4 buone notizie green dal mondo che forse non conoscevi: per essere più “eco” e meno “ego”
Credit: Chilobrachys natanicharum shines in blue. YURANAN NANTHAISONG

Oggi la crisi climatica-ambientale è una delle più gravi minacce e da tempo le istituzioni scientifiche e le organizzazioni ambientaliste lanciano allarmi sulle condizioni degli ecosistemi globali.

L’aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento chimico e la perdita di biodiversità presentano dati e trend in peggioramento. Esistono, tuttavia, anche progetti, piani di mitigazione e notizie positive che spesso passano in secondo piano.

Se vuoi scoprire le belle notizie d’ambiente (dall’Italia e dal mondo), questa è la rubrica che fa per te.

La scoperta della tarantola blu-elettrico

Il team di ricerca della Khon Kaen University ha osservato per la prima volta in natura la tarantola blu-elettrico (Chilobrachys natanicharum). La scoperta è stata effettuata nel 2022 durante una spedizione scientifica nel sud della Thailandia, dove sono stati individuati questi ragni capaci di raggiungere le dimensioni di 7,5 cm.

«Raccoglierle è stato impegnativo a causa del terreno fangoso e impregnato d’acqua. Queste tarantole abitano in alberi cavi, e la difficoltà di catturare una tarantola blu-elettrico risiede nella necessità di arrampicarsi su un albero e attirarla fuori da un complesso di cavità in condizioni umide e scivolose. Durante la nostra spedizione abbiamo camminato di sera e di notte durante la bassa marea, riuscendo a raccoglierne solo due» ha affermato il capo della spedizione Narin Chomphuphuang.

Data la rarità della specie, il team di ricerca ha sottolineato la necessità di preservare il suo habitat naturale minacciato dalle coltivazioni agricole dell’olio di palma.

Rallenta il declino della balena franca nordatlantica

Si stima che nell’Atlantico meridionale ci siano circa 356 balene franche nordatlantiche (Eubalaena glacialis), che da tempo hanno subito una riduzione del loro organico a causa delle attività umane legate alla pesca. Ma una recente analisi del New England Aquarium dell’Anderson Cabot Center for Ocean Life e della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) ha ricalcolato le stime, ipotizzando un rallentamento del declino e una stabilizzazione della popolazione delle balene.

«Sebbene sia certamente più incoraggiante di un continuo declino, l’appiattimento della stima della popolazione indica che le attività umane stanno uccidendo tante balene quante ne nascono nella popolazione, creando un peso insostenibile per la specie», ha comunque ammonito Heather Pettis, ricercatrice dell’Anderson Cabot Center for Ocean Life, invitando ad aumentare gli sforzi per preservare le balene.

L’Ue nega l’autorizzazione a 6 pesticidi

La autorità dell’Unione Europea, attraverso lo Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed che si occupa della regolazione dei pesticidi, non ha autorizzato il rinnovo all’impiego di 6 controverse sostanze chimiche adottate nel settore agricolo.

Secondo il comitato permanente, questi pesticidi rappresentano una minaccia per gli habitat naturali, la fauna e la salute degli esseri umani. Alcuni sono accusati di arrecare danni al sistema endocrino e di avere effetti cancerogeni.

Gli organi Ue, inoltre, sono intenzionati a ridurre l’uso dei pesticidi più pericolosi del 50% entro il 2030. «È molto positivo che siamo riusciti a concordare dei compromessi fattibili in un contesto ideologicamente pesante e dominato dagli interessi industriali» ha dichiarato l’europarlamentare Sarah Wiener, del Gruppo dei Verdi.

La Parish’s daisy è una delle quattro specie di piante minacciate e in via di estinzione che crescono nella foresta nazionale di San Bernardino
La Parish’s daisy è una delle quattro specie di piante minacciate e in via di estinzione che crescono nella foresta nazionale di San Bernardino Credit: U.S. Forest Service

4 specie di piante salvate dal divieto di nuove miniere

Grazie al nuovo piano ambientale adottato dal Bureau of Land Management e dal servizio forestale degli Stati Uniti, stanno ricrescendo 4 specie di piante che erano state catalogate come in via di estinzione, nella foresta nazionale di San Bernardino in California.

La decisione presa dalle autorità americane ha portato al divieto della creazione di nuove miniere di calcare, vietando l’estrazione della materia su 2.841 acri per i prossimi 50 anni. Il divieto è temporaneo, ma i funzionari governativi hanno annunciato che potrebbe essere esteso in futuro.

«Ho lavorato a questo piano per proteggere gli habitat 20 anni fa e sono entusiasta che questo arduo processo sia stato finalmente completato» ha dichiarato Ileene Anderson, scienziata del Center for Biological Diversity.

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