Ambiente

Guuud Niuuuz: gli gnu abbatteranno le emissioni climalteranti (e altre cose belle)

Ogni settimana, 4 buone notizie green dal mondo che forse non conoscevi: per essere più “eco” e meno “ego”
Credit: sutirta budiman

Oggi la crisi climatica-ambientale è una delle più gravi minacce e da tempo le istituzioni scientifiche e le organizzazioni ambientaliste lanciano allarmi sulle condizioni degli ecosistemi globali.

L‘aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento chimico e la perdita di biodiversità presentano dati e trend in peggioramento.

Esistono, tuttavia, anche progetti, piani di mitigazione e notizie positive che spesso passano in secondo piano. Se vuoi scoprire le belle notizie d’ambiente (dall’Italia e dal mondo), questa è la rubrica che fa per te.

Gli gnu e altri animali per salvare l’ambiente

Alcuni animali potrebbero avere un ruolo fondamentale nel preservare il nostro ecosistema, abbattendo le emissioni. A partire dagli gnu che nell’area del Serengeti in Africa orientale hanno raggiunto una popolazione di 1,2 milioni di esemplari.

Grazie al loro comportamento riescono a prevenire numerosi incendi e arricchiscono il terreno con il loro sterco, contribuendo a trattenere la CO2.

In questo modo il Serengeti è diventato un immenso serbatoio che assorbe più carbonio di quanto ne rilascia.

La quantità di gas alteranti assorbita è cresciuta del 15% grazie all’azione di questi animali. «Molte specie animali esercitano un controllo molto forte sul ciclo del carbonio», ha dichiarato Oswald Schmitz, professore della Yale University.

I nove principali gruppi di animali che potrebbero fare la differenza sono i pesci marini, le balene, gli squali, i lupi grigi, gli gnu, le lontre marine, i buoi muschiati, gli elefanti africani e i bisonti americani.

La finanza climatica supera 1 trilione di dollari

I flussi annuali di finanziamenti per incrementare i progetti atti a contrastare la crisi climatica-ambientale hanno superato i 1.000 miliardi di dollari nel 2021, circa 6 anni dopo l’Accordo di Parigi del 2015.

Questo è il quadro positivo che emerge dal report Global Landscape of Climate Finance 2023 della Ong statunitense Climate Policy Initiative (Cpi).

I flussi finanziari medi annuali hanno raggiunto la cifra di 1300 miliardi fra il 2021 e il 2022, raddoppiando le cifre erogate negli anni precedenti.

Il trend positivo però dovrà essere accelerato drasticamente entro il 2030, quintuplicando le risorse per i piani di mitigazione e adattamento: «Anche se superare la soglia di 1 trilione di dollari è sicuramente una buona notizia, è importante sottolineare che questa soglia rappresenta solo l’1% del Pil globale. Tutti gli attori ora devono accelerare gli investimenti per ridurre in modo significativo i futuri costi economici e sociali, ma non si tratta solo di costi: ci sono immense opportunità per le imprese nel perseguire percorsi a basse emissioni di carbonio e climaticamente resilienti», ha affermato Barbara Buchner, direttore generale della Cpi.

Il caviale ecosostenibile

Il caviale è uno dei cibi più pregiati in circolazione, considerato un vero simbolo del lusso, e presto potrebbe conoscere una rivoluzione eco-sostenibile salvando le femmine di storione che producono le uova.

Per lungo tempo la continua richiesta di questo alimento su scala globale ha comportato una riduzione degli storioni, portando le diverse 27 specie sulla soglia critica secondo l’International Union for the Conservation of Nature (Iucn).

Per rimediare a questo disastro e impedire l’estinzione dell’animale, la scienziata marina Angela Köhler dell’istituto tedesco Alfred Wegener Institute (Awi), ha ideato un nuovo metodo di allevamento che previene la macellazione delle femmine di storione. «Se condotto correttamente, la qualità del caviale è superba. Anche il caviale prodotto secondo il metodo Awi è particolarmente pulito e puro, come è stato dimostrato dalle immagini al microscopio ad alta risoluzione», ha sottolineato l’istituto tedesco.

Salvata una rara pianta dell’isola di Santa Cruz

Il progetto di conservazione della pianta Dudleya nesiotica, presente sull’isola di Santa Cruz che è situata a largo della costa sud-occidentale della California (Usa), ha avuto successo grazie al Botanic Garden di Santa Barbara. La piccola e rara pianta grassa dai fiori bianchi era stata inserita nell’elenco delle specie minacciate nell’anno 1997.

«Se pensiamo agli ecosistemi come a una rete di vita, dove tutto è connesso, spesso le piante rare svolgono un ruolo importante in quella rete che potrebbe essere meno evidente al grande pubblico, ma spesso hanno strette associazioni con insetti e altri animali», ha spiegato la scienziata delle piante rare Heather Schneider.

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