Diritti

Uk e Usa: gli eroi sono tutti uomini e bianchi

Due ricercatrici di Exeter e Aberdeen hanno analizzato le risposte di cittadini britannici e statunitensi ai sondaggi YouGov: nell’immaginario occidentale, donne e minoranze etniche sono ancora “invisibili” quando si parla di heroes
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
31 gennaio 2024 Aggiornato alle 16:00

Il mondo ha bisogno di eroi. Ma chi sono gli eroi? Persone comuni, politici, celebrità? E, soprattutto, che aspetto hanno? A questa domanda hanno provato a rispondere 2 ricercatrici (Ekaterina Kolpinskaya dell’Università di Exeter e Nataliya Danilova dell’Università di Aberdeen), che hanno scoperto che nell’immaginario di molti americani e britannici il volto degli eroi è (ancora) bianco e maschio: la maggior parte delle persone che vivono nel Regno Unito o negli Stati Uniti, infatti, ignorano sia le donne che le persone Bipoc quando devono rispondere alla domanda “chi è il tuo eroe?”.

“Il panorama dell’eroismo popolare in entrambi i Paesi è modellato dalla limitata accettazione di gruppi tradizionalmente sottorappresentati come le donne e le minoranze etniche”, si legge nello studio della dottoressa Kolpinskaya, che in un comunicato stampa ha aggiunto: “Il fascino degli eroi è duraturo. Abbiamo scoperto che il genere e l’etnia delle persone hanno un impatto su chi è il loro eroe. Esiste un divario persistente tra la figura dell’eroe maschile bianco di spicco pubblicamente e un’eroina perennemente invisibile e dimenticata”.

La ricerca, basata su sondaggi YouGov che comprendevano 1.686 adulti britannici e 1.000 americani, ha rivelato che la maggior parte delle persone che hanno partecipato all’indagine ha indicato i propri familiari e amici o le persone a loro più vicine. 1 scelta su 3 nel Regno Unito e il 41% negli Stati Uniti verteva, infatti, sugli “eroi quotidiani”. Quando le ricercatrici hanno escluso i membri della famiglia dalle risposte, però, solo l’11% degli americani ha scelto un personaggio pubblico femminile, mentre nel Regno Unito lo ha fatto 1 intervistato su 5. I giovani americani under 25 anni avevano maggiori probabilità di avere un’eroina rispetto agli americani più anziani, mentre il tasso di eroine femminili tra i britannici rimaneva sostanzialmente lo stesso indipendentemente dall’età.

Le donne che vivono in entrambi i Paesi hanno maggiori probabilità degli uomini di scegliere le “eroine”, mentre sia gli uomini americani che quelli britannici avevano circa 4 volte meno probabilità di sceglierne una rispetto alle donne (9 - 34% negli Stati Uniti, 9 - 40% nel Regno Unito). Nel complesso, solo 1 britannico su 4 e 1 americano su 5 hanno riferito di avere un’eroina.

Ma a non essere insignite del titolo di eroe sono anche le persone non bianche: “In entrambi i Paesi, le minoranze etniche appartengono a un altro gruppo di eroi “invisibili” e spesso trascurati. Ma c’era una presenza molto più ampia di americani non bianchi nel “pool” degli eroi statunitensi. Tra questi figuravano personaggi pubblici di spicco come Barack Obama e Martin Luther King Jr., ha spiegato la dottoressa Danilova. Gli afroamericani (88%), gli ispanici (70%) e gli americani appartenenti ad altri gruppi etnici minoritari (89%) hanno mostrato una probabilità “sorprendentemente più alta” di avere un eroe non bianco rispetto agli americani caucasici (6,5%).

Anche se i pregiudizi razziali stanno diminuendo nel Regno Unito, dicono le ricercatrici, gli eroi della minoranza non bianca rappresentano solo il 15% di tutti gli eroi in Uk, rispetto al 31% negli Stati Uniti, un dato che per le intervistate donne si attesta al 21%: “Come in Gran Bretagna, le donne americane hanno una probabilità sproporzionata – e statisticamente significativa – di avere eroi delle minoranze etniche, con 1 donna su 3 che dichiara di appartenere a una minoranza etnica tra la propria famiglia e i propri amici”.

Non solo: tra gli eroi delle minoranze etniche apparivano anche attivisti politici non britannici come Nelson Mandela, Martin Luther King Jr., Malala Yousafzai, Mahatma Gandhi e Muhammad Ali. Solo 3 britannici sono entrati in quella lista: il pugile Lennox Lewis, il pilota di Formula 1 Lewis Hamilton e il vincitore della Victoria Cross Johnson Beharry. Questo dimostra, spiegano le ricercatrici, un urgente bisogno di un maggiore riconoscimento pubblico delle minoranze etniche nel tessuto della società britannica.

Gli attivisti per i diritti umani rappresentano la sesta categoria di “eroi” più popolare, ma tra le risposte spiccano da entrambi i lati dell’Oceano Atlantico anche tantissimi politici: Ronald Reagan, Abraham Lincoln, Barack Obama ma anche Winston Churchill e Margaret Thatcher. E proprio la Lady di ferro ha fatto parlare le ricercatrici di “effetto Tatcher”: quando si tratta di politica, infatti, i cittadini britannici che sostengono il Partito conservatore hanno una probabilità maggiore di avere una donna-eroe, il 27% rispetto al 13% dei sostenitori del partito laburista, il 22% dei liberaldemocratici e il 14% dell’Ukip. L’ex Prima Ministra, da sola, costituisce il 18% di tutte le eroine femminili dei sostenitori conservatori. L’importanza della prima inquilina di Downing Street sembra confermata dal fatto che, invece, i repubblicani americani avevano molte meno probabilità di scegliere un’eroina donna (13%) rispetto ai democratici (25%).

Nel complesso, si legge nello studio, “questo articolo evidenzia il ruolo fondamentale degli eroi popolari nel promuovere programmi di inclusione e diversità e sollecita ulteriori ricerche empiriche sulle funzioni socio-politiche e sui fattori di genere e razza-specifici dell’eroismo”.

Leggi anche
Discriminazioni
di Chiara Manetti 4 min lettura