Bambini

Corte europea dei diritti umani: i bambini migranti non sono tutelati

I minori non accompagnati che arrivano in Ue sono spesso vittime di deportazioni illegali e violenze. Tra i Paesi sanzionati dalla Cedu: Italia, Spagna, Francia, Grecia e Ungheria
Credit: Needpix 
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30 gennaio 2024 Aggiornato alle 11:00

Italia, Spagna, Francia, Grecia e Ungheria sono tra i Paesi che hanno violato i diritti dei minori migranti non accompagnati. Le sentenze della Corte europea dei diritti umani (Cedu) degli ultimi mesi stabiliscono che in questi territori i bambini sono stati abbandonati, alcuni sono stati deportati e altri sono rimasti senza casa per mesi.

Risale a dicembre ​​la decisione cautelare con la quale il giudice di Strasburgo ha ordinato al Governo italiano di trasferire un minore di 15 anni trattenuto dall’inizio di ottobre a Restinco in provincia di Brindisi, in un centro dove i suoi diritti non vengano ancora una volta negati. Condizioni disumane e degradanti, assenza di un tutore e nessuna possibilità di ottenere i documenti: è così che il giovane minorenne ha vissuto per 2 mesi. Ma a essere trattenuti nelle stesse condizioni sono decine di altri minori, alcuni dei quali arrivati ad agosto 2023.

La situazione non è migliore in Ungheria. A gennaio, la Corte europea dei diritti umani ha dichiarato che il Paese ha violato i diritti di un richiedente asilo curdo iracheno di 16 anni dopo che la polizia lo ha respinto al confine con la Serbia. Secondo la Corte, al momento del suo respingimento il giovane migrante era solo e quindi si trovava in una situazione di “estrema vulnerabilità”. Il ragazzo, poi, aveva fatto richiesta di asilo: ciò avrebbe dovuto garantirgli ulteriori tutele, come stabilisce la Cedu, ma queste non sono mai arrivate.

Pochi giorni dopo la sentenza contro l’Ungheria, ne è stata emessa un’altra nei confronti della Spagna. Il Governo di Madrid, nel 2021, aveva consentito che almeno 700 bambini e adolescenti fossero rispediti oltre il confine dopo essere arrivati a nuoto a Ceuta, l’enclave spagnola in Nord Africa. Stipati in container o lasciati dormire all’aperto per giorni, i minori soli sono stati espulsi in violazione delle leggi nazionali sull’immigrazione e della Convenzione europea sui diritti umani. Lo ha stabilito il 22 gennaio la Corte suprema spagnola. Nella sua sentenza ha affermato che le circostanze eccezionali dell’attraversamento di massa non giustificano le deportazioni per rispedire i migranti in Marocco.

La Corte ha da poco sanzionato anche la Grecia, responsabile di non aver protetto i diritti di un adolescente afghano richiedente asilo rimasto senza casa per quasi 6 mesi a partire da novembre 2018. Secondo la sentenza, il giovane “era stato lasciato a se stesso in un ambiente del tutto inadatto ai minori in termini di sicurezza, alloggio, igiene, accesso al cibo e alle cure, e in circostanze inaccettabilmente precarie”.

Se queste sono le sentenze più recenti rivolte a singoli Stati membri, la situazione è critica in tutta l’Unione europea. Secondo l’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor tra i minori migranti soli e quelli accompagnati esiste una significativa disparità di trattamento. Ciò si traduce spesso nella scomparsa di minori non accompagnati, come in Austria, dove nel 2021 il 78% di tutti i richiedenti asilo under 18 soli sono scomparsi.

Ma le carenze nella gestione dei minori sono numerose in ciascuno Stato Ue. Tra queste ci sono le deportazioni sistematiche, che avvengono soprattutto ai confini dell’est Europa, e i maltrattamenti, le umiliazioni e le percosse che qui vengono perpetrate violando il principio del divieto di tortura e il diritto dei minori non accompagnati a chiedere asilo.

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