Ambiente

Dopo le proteste, l’Europa cerca il dialogo con gli agricoltori

Ursula von der Leyen ha avviato una conferenza con gli addetti ai lavori, alla ricerca di un delicato equilibrio tra economia, ambiente e società
Credit: EPA/GUILLAUME HORCAJUELO  

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26 gennaio 2024 Aggiornato alle 20:00

Bruxelles fatica a placare le proteste degli agricoltori, che sono partite da Berlino con i blocchi stradali dei trattori, hanno toccato i confini della Germania e rischiano di espandersi sempre di più al resto del Vecchio continente. Le mobilitazioni sono già arrivate in Francia e al Parlamento Europeo, mentre le estreme destre hanno gioco facile ad alimentare il malcontento. In questo panorama polarizzato e ricco di tensioni, le istituzioni europee cercano di avviare un dialogo dichiaratamente “strategico”.

L’Unione europea supporta tutto il mondo dell’agricoltura. È il messaggio principale che voleva trasmettere la conferenza promossa ieri dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, con la partecipazione di molti delegati del settore tra associazioni di categoria, istituzioni finanziarie, organizzazioni non governative e università.

“Ciò di cui l’agroalimentare in Europa ha bisogno è una prospettiva a lungo termine. Un modo prevedibile di procedere. Oggi lanciamo il nostro dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura. È giunto il momento di trovare un nuovo consenso”, ha dichiarato Von der Leyen, “La nostra industria agroalimentare ha molti punti di forza. Dobbiamo costruire su di essi. Sono ansiosa di ascoltare le raccomandazioni del dialogo strategico sull’agricoltura. Possiamo così trovare, insieme, soluzioni comuni per il futuro dell’agricoltura in Europa”.

Le parole della Presidente sono accompagnate da immagini di rito che la ritraggono in occasione di questo summit con una trentina di addetti ai lavori e da alcuni video che mostrano il lavoro nei campi. L’intento di tutta questa comunicazione sembra proprio quello di promuovere l’operazione politica e il desiderio istituzionale di placare le acque, alla ricerca di un difficile equilibrio tra interessi economici, esigenze ecologiche e problemi sociali.

Durante la conferenza, Von Der Leyen si è rivolta direttamente ai contadini, mostrando la volontà di tutelarli e spiegando che toccando il tema dei compensi, che devono essere adeguati.

Sul piano strettamente istituzionale, ora l’orizzonte potrebbe essere la configurazione di una riforma della politica agricola comune ma in un’ottica di lungo respiro, che guardi al bilancio europeo 2028-2034. Poi però c’è il punto di vista politico, perché incombono le elezioni che a giugno rinnoveranno l’Europarlamento. Esponenti di partiti di estrema destra in questo periodo hanno presenziato alle cosiddette “proteste dei trattori”, con l’intenzione di raccogliere consensi.

D’altra parte, in Germania, i coltivatori sono scesi in piazza soprattutto per contestare alcuni punti green del piano di austerità del governo, dalla riduzione dei sussidi energetici al costo del gasolio fino al termine delle esenzioni fiscali per i macchinari agricoli. Si tratta di nodi che in maniera similare preoccupano i produttori di altri Paesi vicini, tra cui l’Italia, la Francia e anche l’Olanda, da cui in realtà le proteste sono partite originariamente.

Da un lato, quindi, ci sono i contadini arrabbiati e sfiduciati che lottano per essere competitivi e non soccombere al cospetto delle importazioni - tra cui quelle particolarmente convenienti di grano ucraino -, per contrastare l’inflazione e per fronteggiare gli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici.

Dall’altro è sempre più viva la necessità di ridurre le emissioni di carbonio, che vede l’agricoltura tra i maggiori responsabili, e di preservare la biodiversità dell’ambiente. Il dibattito è solo all’inizio.

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