Ambiente

Perché la protesta dei trattori sta bloccando la Germania

La lunga mobilitazione degli agricoltori durerà almeno fino al 15 gennaio 2024. Le rivendicazioni vanno dall’esigenza di contrastare il costo del gasolio alla fine delle esenzioni fiscali per le macchine agricole
Credit: EPA/Filip Singer  

Tempo di lettura 4 min lettura
10 gennaio 2024 Aggiornato alle 07:00

In Germania le proteste degli agricoltori, con trattori fermi e scioperi, entrano nel vivo.

Cinquemila mezzi agricoli e camion hanno marciato ieri verso città come Monaco, Amburgo, Brema e Colonia.

I blocchi stradali creati in ogni land hanno ostacolato la circolazione e provocato disordini fino ai confini con la Polonia, la Repubblica Ceca e la Francia.

Le manifestazioni si sono svolte perlopiù in maniera pacifica, tra i timori per possibili infiltrazioni di gruppi di estrema destra.

La mobilitazione durerà almeno fino al 15 gennaio 2024: proclamata per una settimana dall’Unione degli agricoltori tedeschi (Dbv), contesta con forza i tagli ai sussidi e mette nel mirino le scelte del governo guidato dal cancelliere Olaf Scholz. Le rivendicazioni, espresse soprattutto dai produttori e dai contadini, vanno dall’esigenza di contrastare il costo del gasolio alla fine delle esenzioni fiscali per le macchine agricole.

In particolare, l’iniziativa nei pressi della Porta di Brandeburgo a Berlino è stata impressionante.

Settecento trattori si sono fatti sentire così nella capitale, dove si attendono altre azioni, mentre con cartelli e striscioni i lavoratori del settore hanno portato avanti le loro istanze legate ai guadagni troppo bassi e al rischio di chiusura delle aziende, sottolineando l’importanza della propria produzione per il Paese e per la sicurezza della sua “catena alimentare”, come rimarcato dalla Dbv. Si è arrivati a invocare anche le dimissioni dell’esecutivo tedesco.

E non era la prima volta. Gli agricoltori hanno già invaso Berlino meno di un mese fa, il 18 dicembre 2023, in concomitanza con gli annunci da parte del governo relativi ai tagli dei sussidi. Questi ultimi sono stati stabiliti dopo che la corte costituzionale ha richiamato le autorità centrali al rispetto delle regole di bilancio statali, tanto è vero che dalle parti del Palazzo della Cancelleria federale sta mettendo radici il piano di austerità.

Come sempre gli interessi in campo sono molti e diversi. Da un lato la riduzione degli incentivi, criticata dai coltivatori, consentirebbe di risparmiare 900 milioni di euro l’anno e darebbe inoltre una mano nella lotta contro i combustibili fossili e i gas serra, incoraggiando la decarbonizzazione del settore.

Dall’altro i sussidi tagliati riguarderebbero però anche gli acquisti di auto elettriche e l’industria fotovoltaica, seppure accanto a nuove tasse sul carburante per i voli interni e sulla produzione di plastica.

Dal punto di vista politico la situazione è parecchio intrecciata e confusa. Sulle mobilitazioni dei trattori, la maggioranza formata da socialdemocratici, verdi e liberali è a tratti divisa. Il ministro delle finanze Christian Lindner ha quasi accusato chi protesta di ingratitudine, dicendo che lo Stato assicura alte sovvenzioni al settore. Il ministro dell’agricoltura Cem Özdemir ha preso invece le difese dei manifestanti, pur appartenendo ai verdi come il suo collega dell’economia e del clima Robert Habeck.

Tra una tensione e l’altra la scorsa settimana il governo è arrivato alla decisione di diluire ulteriormente la riduzione delle agevolazioni fiscali sul gasolio, intendendo cancellarle con maggiore gradualità entro il 2026. Ma gli agricoltori, con l’opposizione conservatrice dalla loro parte, non sono soddisfatti.

Intanto a loro si aggiungeranno i ferrovieri con uno sciopero nazionale di tre giorni a partire dal 10 gennaio, con l’intenzione di chiedere compensi più alti e orari di lavoro migliori.

Leggi anche