Culture

“La Storia”: una voce femminile per raccontare la guerra

La serie tv diretta dalla regista Francesca Archibugi e ispirata al romanzo di Elsa Morante mette in risalto i personaggi femminili in un contesto in cui a prevalere è spesso la rappresentazione degli uomini e dei potenti
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26 gennaio 2024 Aggiornato alle 19:00

Il 6 Gennaio 2024 è andata in onda in onda su Rai 1 la prima delle otto puntate, ora disponibili su Rai Play, della serie tv La Storia, che vede alla regia Francesca Archibugi.

La serie abbraccia temporalmente il periodo tra la seconda guerra mondiale e il dopoguerra e si basa sull’opera omonima di Elsa Morante, annoverata tra i 100 libri migliori della letteratura italiana. La Storia racconta la vita di Ida, maestra di origine ebraiche, e dei suoi due figli Nino e Useppe: il primo avuto dal marito di cui è vedova, il secondo frutto di uno stupro perpetrato da un soldato nazista.

Già nel 1986 Luigi Comencini aveva portato sul piccolo schermo il romanzo di Morante con una serie di tre puntate che vedeva protagonista Claudia Cardinale.

Francesca Archibugi, che ha lavorato al progetto insieme a Francesco Piccolo, Giulia Calenda e Ilaria Macchia, definisce la serie come il racconto di «persone semplici stritolate dalle decisioni dei potenti».

La stessa regista, nel presentare il lavoro, si sofferma sull’attualità di certe dinamiche che dal periodo post-bellicum a oggi non sono cambiate. Per alcuni, infatti, c’è ancora l’impossibilità di scegliere della propria felicità.

La Storia, d’impronta drammatica, permette allo spettatore di immedesimarsi nelle vicende dei personaggi. Grazie all’attenzione per i dettagli, chi guarda entra nel vivo del periodo storico, partecipando alla sofferenza, alla paura e alla fame di chi la guerra la vive da civile.

Jasmine Trinca, interprete di Ida, durante la presentazione della serie l’ha definita come «un’occasione di provare a raccontare la storia dal punto di vista e con una voce femminile, perché spesso la storia è raccontata dagli uomini».

Il femminile così viene messo in luce in un periodo storico dove a lungo gli uomini sono stati messi al centro. I vissuti di Ida sembrano essere i reali protagonisti del telefilm, poiché come afferma l’attrice, «Ida in qualche modo aveva un modo di sentire che non passava dall’intelletto, ma dal suo corpo». Ida, donna e madre, preda degli eventi e delle decisioni altrui, ha una forza interiore incredibile che la spinge a resistere per garantire il meglio ai suoi figli e a mostrare un sorriso per le piccole cose, per i rari momenti di spensieratezza.

La serie lascia molto spazio anche a Santina, prostituta a cui Asia Argento regala il sorriso e una profonda accettazione del dolore e della vita, vittima di un amore tossico e violento e in cerca di carezze e calore che sembra destinata a non poter ottenere. Il personaggio di Santina non si contrappone, ma integra la voce di Ida, scavalcando il pregiudizio e descrivendo altri lati della resilienza femminile.

Ad un femminile così umano, l’Archibugi affianca un maschile altrettanto umano, che contrasta figure ingombranti e spietate del tempo come i soldati nazisti.

Tra tanti, spicca Eppe Tondo, col volto di Elio Germano, uomo conosciuto sulla strada per trovare un rifugio. Molto simile a Guido Orefice (Roberto Benigni) in La vita è bella, si rivela per Ida e per entrambi i figli un punto di riferimento attraverso la spensieratezza, la lealtà e il senso di responsabilità che mette a disposizione per aiutarli e per rendere la loro vita più leggera.

Anche Davide Segre, interpretato da Lorenzo Zurzolo, ebreo, unico sopravvissuto nella sua famiglia agli orrori nazisti, contribuisce a creare un’immagine più umana del maschile, mostrando i propri conflitti interiori, i dolori e la difficoltà nel gestirli sia sul campo di battaglia come partigiano che nella vita di tutti i giorni.

Un’ultima caratteristica della serie, non per importanza, è quella di raccontare il punto di vista di Useppe, bambino nato e cresciuto nel contesto storico della seconda guerra mondiale, immerso in una profonda solitudine, che trova sfogo nelle sue poesie.

Il team di Francesca Archibugi riesce dunque a descrivere intensamente il romanzo di Elsa Morante, soffermandosi su personaggi semplici e umili in un tempo in cui sembra contare solo la voce dei potenti.

Dando risalto alla resilienza e alle vulnerabilità del femminile e del maschile, la vincitrice in La Storia sembra essere la sopravvissuta umanità.

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