Ambiente

Davos: i miliardari chiedono di essere tassati

L’appello “Proud to Pay” mira a trasformare la ricchezza privata in un investimento per il futuro democratico comune. E il presidente argentino Milei porta sul palco uno show ultra-liberale e negazionista climatico
Il presidente dell'Argentina Javier Milei interviene a Davos
Il presidente dell'Argentina Javier Milei interviene a Davos Credit: EPA/GIAN EHRENZELLER  

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18 gennaio 2024 Aggiornato alle 15:00

Qualche giorno fa aveva fatto molto discutere la storia di Marlene Engelhorn, giovane ereditiera austriaca del colosso farmaceutico Basf che aveva dichiarato di voler ridistribuire parte della sua fortuna - circa 25 milioni di euro – alla cittadinanza, con l’intento di rinvigorire un dibattito sull’opportunità di istituire un’imposta di successione nel suo Paese, dopo la controversa abolizione avvenuta nel 2008.

Nelle ultime ore, sembra che qualcosa di simile stia accadendo anche a Davos, dove è attualmente in corso il World Economic Forum.

Infatti, più di 250 miliardari e milionari stanno esigendo che l’élite riunita in questi giorni nella cittadina svizzera si impegni concretamente a introdurre delle imposte sui grandi patrimoni come modo per contribuire al finanziamento di nuove politiche socioeconomiche che promuovano il benessere della popolazione mondiale.

In una lettera aperta ai leader mondiali, intitolata “Proud to Pay” (“Fieri di pagare”) personalità di spicco del mondo imprenditoriale e dello spettacolo hanno lanciato un appello molto chiaro e incisivo:

“Nella nostra richiesta siamo chiari: vi chiediamo di tassarci, noi più ricchi della società”, hanno dichiarato le persone facoltose in una lettera aperta ai leader mondiali. “Questo non altererà in modo fondamentale il nostro tenore di vita, né priverebbe i nostri figli, né danneggerebbe la crescita economica delle nostre nazioni. Ma trasformerà la ricchezza privata, che è estrema e improduttiva, in un investimento per il nostro futuro democratico comune”.

Tra i super-ricchi firmatari della lettera, figurano nomi come Abigail Disney (erede di Disney), Brian Cox (celebre per la sua recente interpretazione di Logan Roy in Succession), l’attore e sceneggiatore Simon Pegg e Valerie Rockefeller (erede della dinastia statunitense).

A questo proposito, una recente indagine condotta da Survation per conto della campagna Patriotic Millionaires ha coinvolto oltre 2.300 intervistati provenienti da paesi del G20 che appartengono al 5% più ricco della popolazione mondiale.

Tra i super-ricchi che hanno partecipato al sondaggio, il 58% sostiene che sarebbe necessario imporre tasse più elevate sulle grandi ricchezze per far fronte agli ingenti costi economici e sociali causati dall’inflazione e per migliorare la qualità dei servizi pubblici. Nello specifico, essi sarebbero a favore dell’introduzione di una tassazione pari al 2% per gli individui con patrimoni superiori a $10 milioni.

“Siamo le persone che traggono maggior beneficio dallo status quo. Ma l’ineguaglianza ha raggiunto un punto di svolta, e il suo costo per la nostra stabilità economica, sociale ed ecologica è grave - e cresce ogni giorno. In breve, abbiamo bisogno di azioni ora”, aggiungono i firmatari della lettera che essi stessi cercheranno di far recapitare ai leader politici a Davos nella giornata di oggi.

Al World Economic Forum, nel frattempo, continuano ad arrivare dichiarazioni importanti.

Tra gli altri, nella giornata di ieri a parlare è stato Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite. Guterres ha approfittato di questa occasione per esprimere rammarico per la fusione dei ghiacciai svizzeri, evidenziando che, mentre alcuni ghiacciai sono già scomparsi definitivamente, altri hanno perso il 10% della massa soltanto negli ultimi due anni.

Il segretario Onu si è espresso anche sul conflitto in Medio Oriente, ribadendo la necessità di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Guterres ha poi esortato la classe politica ad affrontare le “minacce esistenziali” della nostra contemporaneità, che potrebbero derivare dagli effetti irreversibili di un cambiamento climatico inarrestabile e dallo sviluppo incontrollato dell’intelligenza artificiale.

Nel riflettere sulla Cop28, conclusasi poco più di un mese fa a Dubai, Guterres è infine tornato ad affermare l’inevitabilità di eliminare gradualmente i combustibili fossili, ritenuta una misura imprescindibile, indipendentemente da qualsiasi propaganda o tattica intimidatoria.

A proposito di propaganda, ci pensa il neo-eletto Presidente dell’Argentina Milei a fare la voce grossa, portando sul palco di Davos il suo personalissimo show ultra-liberale, populista e negazionista con l’obiettivo dichiarato di “proporre idee di libertà in un foro contaminato dall’agenda socialista 2030”.

Nel suo discorso, ha difeso con veemenza il capitalismo e il libero mercato, prendendo di mira una non meglio specificata “casta socialista privilegiata”, colpevole di aver abbandonato il modello di libertà a favore di un “collettivismo” fallimentare.

«Sono qui oggi per dirvi che il mondo occidentale è in pericolo», ha dichiarato Milei rivolgendosi ai leader con gran prosopopea. Ha descritto l’ambientalismo e il femminismo come “invenzioni” dei socialisti, come conflitti sociali sostitutivi, farlocchi, e pertanto pericolosi per la vita comunitaria e la crescita economica.

Nel suo attacco, ricorrendo a toni degni di una filippica, ha definito “ridicola e innaturale” la lotta tra uomo e donna, menzionato una “presunta lotta degli umani contro la natura” nonché citato la “politica dell’aborto sanguinario”, riferendosi alla presenza di una precisa agenda ambientalista occidentale orientata al controllo demografico (voi ne sapete qualcosa? noi, no).

Per farla breve, nel mondo di Milei la lotta al cambiamento climatico e alle disuguaglianze di genere sono i veri responsabili della povertà e della fame nel mondo.

Ma torniamo al mondo reale.

In attesa dell’ultima giornata del Forum, prevista per la giornata di domani, nel pomeriggio di oggi c’è grande attesa per l’intervento di Christine Lagarde, presidente della Bce, durante l’incontro Uniting Europe’s Markets, dove è prevista anche la partecipazione del Commissario Ue per l’economia Paolo Gentiloni.

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