Diritti

Mes, privatizzazioni, elezioni europee, immigrazione: cosa è stato detto alla Conferenza stampa di fine anno?

Durante l’incontro, rinviato al 4 gennaio per problemi di salute, Giorgia Meloni ha risposto alle domande dei giornalisti, delineando anche l’agenda politica del 2024
Giorgia Meloni, dicembre 2023
Giorgia Meloni, dicembre 2023 Credit: ANSA/JESSICA PASQUALON
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4 gennaio 2024 Aggiornato alle 11:00

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è pronta a fare il punto sul 2023 e sul suo primo anno di Governo, segnato da molteplici sfide e questioni cruciali. L’appuntamento è fissato per le ore 11:00 di oggi alla Camera, nell’Aula dei Gruppi Parlamentari.

In un contesto politico dominato da tematiche complesse come il Mes, il patto di stabilità, la Legge di bilancio e le elezioni europee, la conferenza stampa di fine anno (posticipata per ragioni di salute della Premier) rappresenta un incontro per capire la direzione futura del Governo.

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Aggiornamento delle 14:20

In chiusura della conferenza, le domande vertono sul tema delle alleanze di Governo. Nel 2024 non ci sono solo le europee in ballo: in alcune regioni si voterà per le Amministrative. In questo scenario Meloni risponde sottolineando che i dibattiti interni ci sono, ma che questa maggioranza è caratterizzata per saper risolvere i problemi: «Confido che sarà quello che accadrà anche questa volta».

Ultima domanda dedicata alla libertà di stampa e all’influenza sempre più pressante dei social media: in questo scenario, quanto è importante tutelare l’informazione di qualità? In merito Meloni ha le idee chiare: c’è da lavorare e tutto quello che si può fare è disposta a farlo. «Ma tutte le persone che hanno una responsabilità devono lavorare per esercitare al meglio queste responsabilità […] E questo dipende più da voi».

Aggiornamento delle 14:10

Riguardo le parole della senatrice Lavinia Mennuni, che ha detto che la prima aspirazione delle ragazze deve essere diventare madri, Meloni spiega che la parola aspirazione non è il termine corretto, «Però le posso dire una cosa: io sono Presidente del Consiglio, ma se mi venisse chiesto cosa scegliere tra questo e mia figlia Ginevra non avrei dubbi (…) Non condivido però il fatto che un traguardo debba escludere l’altro. Von Der Leyen ha 7 figli. È una cosa che si può fare (…) La maternità non deve diventare nemica di quello che vuoi fare nella vita».

Poi, si torna a parlare del nuovo anno (le domande fatte alla Premier non seguono un ordine tematico). Il 2024 parte con prospettive non rosee per l’economia, e le stime del Pil si stanno abbassando. Ci saranno manovre correttive? «È presto per parlare di manovre correttive – spiega Meloni – Si valuterà in corsa». Ma le aspettative sono positive: «Dobbiamo cercare di guardare di più le luci delle ombre». Nel complesso Meloni non si ritiene soddisfatta, ma sicuramente coglie segnali incoraggianti.

E si passa alle guerre nel mondo. Secondo Meloni la realtà dei fatti è semplice per quanto riguarda l’Ucraina: mandare armi è l’unica soluzione per mantenere un equilibrio delle forze in campo. Più preoccupazione per lo scenario mediorientale: «Approfitto per fare un appello a Israele di mantenere incolume la popolazione civile».

Aggiornamento delle ore 13:42

Si parla anche di Via della Seta e degli accordi tra Cina e Italia: quali obiettivi ci sono a livello commerciale e internazionale? «L’Italia è l’unico Paese del G7 a far parte della Via della Seta […] Qualche dato può essere utile: al tempo ci si disse che l’Italia nella Via della Seta assicurava un riequilibrio della bilancia commerciale tra Italia e Cina, ma dal 2019 è diventato sempre più sfavorevole per il nostro Paese», ha dichiarato Meloni. L’adesione all’accordo commerciale, spiega, è servita solo a far entrare in Italia più prodotti provenienti dalla Cina, e non c’è nemmeno stata reciprocità: «Non ha funzionato». Anche sugli investimenti non c’è stato equilibrio: quelli italiani in Cina sono aumentati, ma non viceversa. È dunque importante optare per mercati che portino equilibrio, ma questo non vuol dire che non ci possano essere relazioni commerciali con la Cina al di fuori della Via della Seta.

Poi si passa alla riforma della giustizia, per parlare anche dei numeri che riguardano i cittadini detenuti per errori giudiziari: «Abbiamo cercato di rendere la normativa più capace di circoscriversi alle necessità». La questione carceri però è complicata: bisogna trovare una soluzione diversa dalle amnistie e dai decreti svuota-carceri, come per esempio l’ampliamento dell’edilizia carceraria: «Bisognerà fare di più, ma è questa la direzione in cui dobbiamo andare».

Aggiornamento delle ore 13:25

Riguardo la crescita di Fratelli d’Italia: nel corso degli anni è stata significativa e se si aprisse a tematiche di centro probabilmente crescerebbe ancora; ma perché Meloni non si apre a Mario Draghi? La risposta è secca: Draghi non è interessato al ruolo in Commissione Europea, e fare il toto-nomi non è il vero tema da porsi. «Sul cosa deve fare la Commissione io posso dire che lavoro per avere domani una politica europea che sappia essere più forte quando deve farsi sentire negli scenari di crisi e che sia più determinata nel perseguimento di un’agenda strategica per non consegnarsi a nuove pericolose dipendenze».

Tra gli obiettivi che Meloni si pone ci sono anche la sostenibilità economica e ambientale, e auspica che l’Italia possa avere un ruolo chiave su queste tematiche.

E per il 2024? Tra i nuovi obiettivi: abolire la povertà, ristrutturazione gratuita di esterni e interni delle abitazioni e pace nel mondo. Sono questi i primi 3 obiettivi che Meloni si pone per i prossimi 6 mesi, ma i fronti su cui lavora sono molteplici: «Sto lavorando già da tempo per borse di studio per studenti meritevoli, e secondo me è un segnale molto importante da dare a questa Nazione».

Aggiornamento delle 13:20

Viene poi chiesto di Atreju, dove Meloni ha applaudito Elon Mask, padre di figli nati con Gpa. «Io ho invitato ad Atreju tutti quelli che hanno qualcosa da dire, e li ho applauditi tutti per rispetto […] Ma non cambia la mia posizione sulla maternità surrogata. Pagare una donna povera che mette al mondo un figlio che poi vende non è progresso».

Si passa poi al fisco. Alcuni italiani detengono nei paradisi fiscali quasi 200 miliardi di euro: sono paradisi leciti ma non dichiarati. Riguardo la questione Meloni dice che la materia va affrontata a livello europeo, perché c’è una diversità anche all’interno dell’Unione. «Intanto bisognerebbe lavorare per far sì che le regole valgano per tutti e che non ci siano Nazioni che lavorano per trainare gettito verso altre Nazioni che fanno parte dell’Unione. Noi possiamo rendere la tassazione in Italia più competitiva, e abbiamo tentato di farlo con varie misure». La Premier conclude parlando della necessità di un fisco che sia da una parte più severo, efficace, dall’altra più comprensivo.

Aggiornamento delle 12:40

Viene ripreso il tema delle migrazioni (le domande, infatti, sono scelte casualmente): questa volta si parla di sbarchi e accordi sospesi con Albania e Tunisia, ma si ritorna anche sulla tragedia di Cutro. Meloni, però, non si ritiene soddisfatta dei risultati raggiunti: «Se non avessi dedicato la mole di lavoro che ho dedicato sul tema le cose sarebbero andate molto peggio. So che ci si aspettava di più e sono pronta ad assumermene le responsabilità. La materia con cui ci confrontiamo è una sfida epocale […] Quello che sto cercando di fare io è risolvere il problema strutturalmente e con strategie di lungo periodo. Il mio obiettivo è lavorare in Africa, fermare le partenze in Africa, valutare la possibilità di aprire hotspot in Africa e capire chi abbia diritto o non abbia diritto di migrare». Poi, la Premier si sposta sul tema della migrazione legale, che può essere rafforzata soltanto contrastando quella illegale.

Sempre tra le domande relative alla questione immigrazione: ci sono migliaia di persone che con il visto non riescono ad arrivare, e soltanto il 30% di quelli che arrivano riescono a ottenere il permesso di soggiorno. Come il Governo intende mettere mano alla questione? «Noi stiamo cercando di rafforzare gli organi che se ne occupano […] Chiaramente abbiamo una difficoltà oggettiva, ma confido si possa procedere più spediti», ha dichiarato la Presidente: il problema è che si stanno sovrapponendo le richieste non ancora smaltite del 2023 a quelle del 2024.

Aggiornamento delle 12:15

Antisemitismo: cosa sta facendo il Governo e quali sono gli strumenti concreti per combatterlo? A questa domanda, Meloni risponde che le immagini atroci dello scorso 7 ottobre, per gli attacchi di Hamas su civili inermi, che hanno prodotto una recrudescenza di antisemitismo: questo vuol dire che si sono sottovalutate le forme contemporanee di antisemitismo. «Quando fu votata la commissione Segre, noi abbiamo presentato degli emendamenti, chiedendo si potesse citare il diritto di Israele a esistere, e per questo fummo tacciati di antisemitismo». Sul piano della sicurezza, il lavoro con Piantedosi è stato prezioso, ma bisogna lavorare sul piano culturale: «La cosa più intelligente cosa possiamo fare è far conoscere cos’è Israele».

Sul tema delle privatizzazioni, Meloni spiega che «Abbiamo stabilito 20 miliardi nel triennio 2024-2026, ma l’impostazione mia e di questo Governo è lontana anni luce da quella che abbiamo visto fino a ora. Per me privatizzazione è ridurre la presenza dello Stato laddove non è necessaria, e riaffermarla laddove è invece necessaria. […] Con Monte dei Paschi di Siena abbiamo dato un bel segnale, e con la nostra iniziativa alcune risorse sono rientrate».

Aggiornamento delle 12:05

Si passa al tema migrazioni: rimane in piedi il meccanismo di Dublino. Come viene valutato il fatto che l’Italia dovrà riprendere questi movimenti secondari e come cambieranno le politiche dell’accoglienza? E sul Piano Mattei non ci sono ancora contenuti concreti. A queste domande, la Premier risponde: «Sul patto di migrazione-asilo, le nuove regole le considero migliori, è il motivo per cui l’ho sostenuto pur non essendo una mia priorità […] Noi abbiamo bloccato la possibilità di prendere persone che avevano passato il confine perché i nostri hotspot erano pieni, ma altri Paesi hanno bloccato la possibilità di redistribuire i migranti che arrivano in Italia. […] Ma io insisto: questa non è la soluzione se pensiamo di affrontare la questione solo una volta che i migranti arrivano in Europa».

Secondo Meloni è necessario lavorare a monte, ma è un lavoro che l’Italia non potrà affrontare da sola: per questo motivo, il tema sarà centrale al G7. «Il Piano Mattei costruisce una prima idea per diventare un modello per altri Paesi occidentali, che oggi lavorano in ordine sparso».

Aggiornamento delle 11:55

Si parla di extraprofitti: servono per reperire risorse utili per il welfare? Meloni coglie l’occasione per fare chiarezza: i primi Partiti a fare “regali” alle banche sono stati proprio i partiti dell’odierna opposizione, con vari decreti salva-banche. «Noi abbiamo applicato una tassa su quello che consideriamo un margine giusto, c’è stata una differenza sui tassi di interesse che venivano riconosciuti per i pagamenti dei prestiti e sui tassi di interesse sui depositi dei conti. Ora, la tassa è lì, quello che è cambiato è stata l’aggiunta della possibilità di accantonare un importo pari ad almeno 2 volte e mezzo l’ammontare della tassazione in una riserva non distribuibile. Il che vuol dire che questi soldi non possono andare ai compensi dei manager. Questo comporta che aumentando le riserve aumenterà il credito che verrà erogato ai cittadini, come prevede l’Accordo di Basilea […] Questo è quello che abbiamo fatto e lo rivendico».

Aggiornamento delle 11:40

La prima domanda dalla sala stampa è sul tema tasse: «Dove pensa di trovare le risorse necessarie per coprire queste spese? Aumenterà le tasse o taglierà la spesa?». Meloni risponde che lavorerà sul taglio della spesa, così come è stato fatto nel 2023, e come è stato fatto con la nuova Legge di Bilancio. Per capire le evoluzioni bisogna aspettare di capire quali saranno le risorse a disposizione, ma la Premier auspica a una diminuzione dei tassi di interesse, che aiuterebbe a liberare risorse per risanare il debito pubblico: «Se la domanda è questa, la risposta è tagliare le tasse», conclude.

Segue poi una domanda sulle elezioni europee del 2024: appoggerà l’Ue o si porrà sempre all’opposizione? Meloni parla chiaro: candidarsi alle europee potrebbe diventare un esperimento democratico molto interessante, ma ancora non ha deciso se candidarsi e, in merito, si confronterà con altri leader della maggioranza. «Io lavoro per una maggioranza alternativa, e ha dimostrato di poter esistere. Se questo non fosse possibile, io non sono mai stata disponibile a fare un’alleanza parlamentare con la sinistra: non l’ho fatto in Italia e non lo farei in Europa».

Riguardo il Mes: «Che cosa farete per evitare un isolamento?». Meloni si dice soddisfatta riguardo gli accordi raggiunti dal Patto di Stabilità, anche se non rappresenta in toto quella che era la sua idea, ma che è frutto di una sintesi di diversi interessi. Nel complesso, la decisione sulla ratifica del Mes è stata rimessa all’Aula, che non ha mai avuto una maggioranza netta per ottenere una ratifica con il Governo Conte II, che aveva avanzato la proposta: «È stato un errore sottoscrivere la modifica del trattato quando non c’era una maggioranza in Aula». La Premier conclude dicendo che la mancata ratifica può diventare un’occasione per rendere lo strumento Mes meno obsoleto.

Aggiornamento delle 11:26

Prende parola la premier Giorgia Meloni, che rinnova i suoi auguri alla platea e si scusa per il rinvio della conferenza per problemi di salute.

Inizia rispondendo a Carlo Bartoli sulla cosiddetta Legge Bavaglio, spiegando le motivazioni riguardo lo specifico emendamento cui il Presidente dell’Ordine ha fatto riferimento, sottolineando che questo non ha mai impedito ai giornalisti di esercitare il proprio diritto di cronaca. Sul tema del sistema di voto dell’Ordine, la Presidente si dice disponibile al cambiamento e che porterà come questione prioritaria al G7 il tema dell’intelligenza artificiale, che la preoccupa anche in ottica del mercato del lavoro, perché con il suo avvento è a rischio di sostituzione l’intelletto, e non la persona fisica. «Sto già lavorando a un’iniziativa specifica sul tema, perché oggi rischiamo di fatto una sostituzione. Su questo confido che si possa lavorare insieme».

Aggiornamento delle 11:20

Inizia la conferenza e i giornalisti presenti, in ordine di estrazione, possono cominciare con le domande. Ma prima, prende la parola Carlo Bartoli, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, che esprime le preoccupazioni dell’Ordine stesso riguardo gli ostacoli alla libertà di informazione, facendo riferimento alle decisioni del precedente esecutivo in merito al giornalismo d’inchiesta; parla anche dell’importanza di un’unione tra enti privati, istituzioni, per l’evoluzione della professione, che necessita di un aggiornamento delle norme anche alla luce dell’avvento dell’intelligenza artificiale.

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