Ambiente

Perché la Commissione europea vuole far tornare la caccia ai lupi

L’organo esecutivo Ue ha presentato una proposta per modificare la Convenzione di Berna, scatenando le proteste degli animalisti. Le motivazioni dietro questa scelta sono più complicate di quanto immagini
Credit: Leila Larochelle  

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27 dicembre 2023 Aggiornato alle 12:00

L’eliminazione di un avverbio sta facendo litigare la Commissione europea e centinaia di associazioni animaliste.

L’organo esecutivo dell’Unione europea ha infatti presentato una proposta che prevede di declassare i lupi da specie “rigorosamente protetta” a semplicemente “protetta”, permettendo di fatto ad allevatori e cacciatori di dare la caccia ai lupi. Si tratterebbe di una modifica molto importante allo status previsto dalla Convenzione di Berna, che dal 1979 protegge la flora e la fauna selvatica in Europa. La decisione spetterà ora al Consiglio dell’Ue.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha spiegato che «il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità in Europa. Ma la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale, soprattutto per il bestiame».

Una visione condivisa anche dal commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski che ha raccontato: «Parlando con gli agricoltori e le comunità rurali, mi rendo conto di come il ritorno dei lupi abbia presentato sfide significative in diverse aree, soprattutto per la pastorizia, in un contesto socio-economico già difficile». La proposta sarebbe quindi una risposta alla minaccia che i lupi rappresentano per il bestiame e gli allevatori.

Una soluzione che però ha trovato un forte oppositore nelle associazioni animaliste.

Il Wwf ha pubblicato un comunicato stampa in cui ha accusato la Commissione europea di avere effettuato «una inversione a U politicamente motivata».

L’organizzazione ambientalista ha ricordato come «solo lo scorso novembre, l’Ue abbia respinto il tentativo della Svizzera di declassare lo status di protezione del lupo, sostenendo che, sulla base dei dati più recenti, il lupo non ha raggiunto uno stato di conservazione favorevole nella maggior parte degli Stati membri dell’Ue».

Inoltre 300 associazioni animaliste hanno scritto una lettera aperta per chiedere alla Commissione europea di ripensarci. Secondo gli attivisti, la proposta presentata mancherebbe anche di fondamenti scientifici che spieghino quanto e se effettivamente la presenza dei lupi sia fuori controllo.

Quella tra i lupi e von der Leyen è anche una questione personale: l’1 settembre dell’anno scorso un lupo ha infatti sbranato Dolly, un pony di trent’anni di proprietà proprio della presidente della Commissione europea e che si trovava nella tenuta di famiglia, in Germania.

L’animale è stato in seguito inserito nella lista dei lupi da sopprimere. La vicenda è diventata così nota che Politico ha sviluppato un sito internet dedicato proprio a “Ursula vs. il lupo”.

Secondo alcuni osservatori, però, dietro la decisione della Commissione europea sui lupi non ci sarebbero né le spiegazioni ufficiali né un possibile desiderio di rivalsa personale della presidente: si tratterebbe invece di una mossa pensata da von der Leyen per attirarsi le simpatie di diverse formazioni politiche che fanno parte del Partito popolare europeo (Ppe) di cui von der Leyen fa parte e che sarà determinante anche il prossimo anno nella scelta del nuovo presidente della Commissione europea.

Negli ultimi mesi l’ex ministra della Difesa tedesca non ha fatto mistero di volersi ricandidare a questo ruolo. Ma le sue ambizioni sono avversate, tra gli altri, dal presidente del Ppe Manfred Weber e dall’attuale presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. La caccia è da sempre un tema caro a molti dei partiti del centrodestra europeo, così come l’insofferenza degli agricoltori verso i lupi è un tema reale. La pelliccia del lupo varrà una rielezione?

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