Diritti

Immigrazione Francia: la nuova legge divide il Governo

Dopo l’approvazione della riforma, che prevede misure più restrittive per migranti e studenti stranieri, il ministro della Sanità Rousseau si è dimesso in segno di protesta. Per Marine Le Pen, invece, è «una vittoria ideologica»
Credit: EPA/DAMIEN MEYER / POOL MAXPPP OUT 
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20 dicembre 2023 Aggiornato alle 14:00

Ieri, martedì 19 dicembre, l’Assemblea nazionale (ovvero la camera bassa del parlamento francese) ha approvato un disegno di legge sull’immigrazione fortemente voluto dall’estrema destra e criticato dalla squadra di Governo di Emmanuel Macron. Si tratta “del disegno di legge più regressivo degli ultimi 40 anni per quanto riguarda i diritti e le condizioni di vita degli stranieri, compresi quelli che sono da tempo in Francia”, hanno affermato in una dichiarazione congiunta circa 50 Ong, tra cui la Lega francese per i diritti umani.

Il disegno di legge, approvato anche dal Senato, vincola l’accesso alle prestazioni di sicurezza sociale per chi emigra a 5 anni di permanenza nel Paese, o a 30 mesi per coloro che possono dimostrare di avere un lavoro; introduce una cauzione da versare allo Stato da parte degli studenti stranieri per ottenere il permesso di soggiorno e prevede la possibilità di concordare quote di migranti in arrivo in Francia per i prossimi 3 anni.

La riforma ripristina inoltre il reato di soggiorno illegale accompagnato da una multa senza reclusione e pone fine all’automatismo dello ius soli: chi è nato in Francia da genitori stranieri non otterrà più la cittadinanza con la maggiore età, ma dovrà farvi richiesta tra i 16 e i 18 anni. I condannati per reati gravi con doppia nazionalità, poi, non potranno più ricevere la cittadinanza francese e potrebbero perderla qualora l’avessero già acquisita. La detenzione di minori stranieri invece è stata vietata.

Per Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra Rassemblement National si tratta di una grande conquista: «Possiamo rallegrarci del progresso ideologico, di una vittoria ideologica, dal momento che questo è ora sancito dalla legge come priorità nazionale». Per il ministro degli Interni di centro-destra Gérald Darmanin, che ha proposto la riforma, il voto ha permesso di mettere un punto fermo a una «lunga lotta per integrare meglio gli stranieri ed espellere coloro che commettono atti di delinquenza».

La settimana scorsa, sia il partito di Le Pen che le forze politiche di sinistra avevano respinto la prima versione del testo senza nemmeno discuterla: la proposta era stata ritenuta troppo blanda dai partiti conservatori e al contempo troppo dura con i migranti dai partiti di centro-sinistra. Le modifiche apportate in seguito hanno permesso di trovare un compromesso tra maggioranza e opposizione e il disegno di legge è passato con 349 voti a favore e 186 contrari.

Tuttavia i principali esponenti del partito di Macron e alcuni alleati avevano fatto sapere che, se la legge fosse stata approvata, si sarebbero dimessi. Così ha fatto il ministro della Sanità Aurélien Rousseau, che dopo il voto ha presentato le sue dimissioni in segno di protesta. Secondo l’Agenzia France-Press, anche altri ministri sarebbero sul punto di fare lo stesso.

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