Diritti

Uk: i migranti ospitati in una ex base militare hanno tentato il suicidio

Secondo lo studio realizzato dalla Helen Bamber Foundation e dalla Humans for Rights Network sulle condizioni dei richiedenti asilo a Wethersfield, nell’Essex, in molti hanno cercato di uccidersi a causa di condizioni “non diverse dalla Libia”
Credit: EPA/TOLGA AKMEN
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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18 dicembre 2023 Aggiornato alle 09:00

“Ghettizzati e traumatizzati”, così s’intitola il nuovo rapporto realizzato dalla Helen Bamber Foundation e dalla Humans for Rights Network sulle condizioni dei richiedenti asilo ospitati nel più grande sito di alloggi di massa del Regno Unito, Wethersfield. Nell’ex base aerea militare che sorge nell’Essex, in base ai racconti emersi, in molti hanno tentato di uccidersi e darsi fuoco a causa di condizioni “non diverse dalla Libia”.

Il rapporto è il primo studio approfondito sull’impatto della vita a Wethersfield, descritta come un grande “campo di prigionia all’aperto” che avrebbe causato danni irreparabili ai residenti nei primi 5 mesi dall’apertura. Il rapporto chiede al Governo di chiudere immediatamente il sito e tutti i centri di accoglienza “su larga scala” eretti in chiatte o aree ex militari.

I medici dell’Hbf hanno effettuato 10 valutazioni dettagliate e l’Hfrn ha condotto indagini su casi con oltre 140 persone dall’apertura del campo nel luglio 2023. Gli uomini esaminati hanno mostrato sintomi di peggioramento della salute mentale in seguito al trasferimento a Wethersfield, “tra cui umore basso, solitudine, flashback, riduzione dell’appetito, perdita di peso, sentimenti di disperazione e difficoltà a dormire e un peggioramento dei sintomi del disturbo da stress post-traumatico”.

Salman, un richiedente asilo proveniente dall’Iran, ha raccontato di aver «tentato il suicidio personalmente a causa delle condizioni del campo. Una volta ho provato a impiccarmi e una volta eravamo in gruppo, sei o sette persone hanno provato a darci fuoco». L’episodio «ha influito molto negativamente sulla nostra salute mentale… Ci è stato detto che saremmo rimasti qui solo per due settimane; era una bugia; sono passati due mesi e non è successo niente».

Gli uomini di Wethersfield, riporta il documento di 22 pagine, “hanno riferito di ansia e depressione, ideazione suicidaria, intensa disperazione e paura, autolesionismo e grave privazione del sonno. Quando un uomo ha condiviso i suoi pensieri suicidi con i membri dello staff del sito, gli è stato semplicemente detto che era ‘normale in questo ambiente’”. Il campo, dove sono stati identificati almeno 11 bambini erroneamente ritenuti adulti, “assomiglia molto a una prigione, con filo spinato e sorveglianza”, e questo innescherebbe “esperienze traumatiche tra i residenti, molti dei quali hanno avuto esperienze in altri ‘campi’, in Egitto e Libia, per esempio”. Una delle testimoniane raccolte appartiene a un uomo fuggito dal proprio Paese e passato attraverso la Libia: «La parte più difficile, per me, dopo quello che ho passato in Libia, è quello che sto attraversando ora a Wethersfield. Quando qualcuno si sveglia urlando non so cosa fare. Sono passato dalla Libia, questo posto non è diverso».

Secondo il portale del Braintree District Council, il distretto britannico in cui sorge il sito, il 29 marzo 2023 il ministro dell’Immigrazione Robert Jenrick ha annunciato l’intenzione del Governo di creare alloggi sui siti militari in eccedenza a Wethersfield Airfield per accogliere fino a un massimo di 1.700 persone. “Sin dall’annuncio abbiamo fornito al Ministero dell’Interno la nostra ferma convinzione che Wethersfield sia un sito inadatto, data la mancanza di capacità nei servizi locali, la sua posizione isolata, le dimensioni del sito e l’impatto che la scala dello sviluppo potrebbe avere sulla comunità locale”, dichiarano dal distretto di Braintree. Il consiglio locale ha intrapreso un’azione legale contro i piani del Governo e, nonostante il processo sia in corso, il ministero dell’Interno continua a utilizzare il sito. Anzi, secondo lo studio di avvocati specializzati in diritti civili Deighton Pierce Glynn, che rappresentano dei consiglieri locali, è probabile che lo farà per i prossimi 3 anni.

Alla fine di ottobre 2023, 508 uomini sono stati collocati a Wethersfield, la maggior parte provenienti da Afghanistan (29%), Iran (20%) ed Eritrea (16%). Molti, spiega il report, “sono sopravvissuti alla tortura e alla tratta e soffrono di gravi problemi di salute mentale”. Eppure, sottolineano, le linee guida del Ministero dell’Interno specificano che “questi gruppi non dovrebbero essere collocati lì: nei primi tre mesi di apertura, un quarto dei residenti è stato trasferito fuori da Wethersfield perché non soddisfaceva i ‘criteri di idoneità’ del campo”.

A marzo, infatti, l’Home Office aveva annunciato che Wethersfield e altri siti avrebbero ospitato i richiedenti asilo “in ex caserme e alloggi modulari in modo ordinato con assistenza sanitaria, strutture di ristorazione in loco e sicurezza 24 ore su 24, 7 giorni su 7”. Inoltre, all’inizio dell’anno, in un post sui social media, il ministro dell’Interno James Cleverly aveva definito il sito non “adeguato” all’accoglienza dei richiedenti asilo.

Un portavoce del ministero dell’Interno, dopo la diffusione del rapporto, ha dichiarato che «il benessere delle persone nel sito è della massima priorità. Tutti i residenti hanno accesso al supporto medico, compreso quello per la salute mentale, e il cibo fornito soddisfa gli standard NHS Eatwell (in Uk è la guida che delinea le raccomandazioni per seguire una dieta sana ed equilibrata, ndr), soddisfacendo tutte le esigenze culturali e dietetiche. Una linea di assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7, fornita da Migrant Help è disponibile per sollevare qualsiasi dubbio». Le testimonianze raccolte, tuttavia, disegnano un quadro diverso.

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