Ambiente

Tessuto dagli scarti di agrumi e… piccole grandi idee per il Pianeta

Non solo raccolta differenziata e prodotti biodegradabili. Se vuoi prenderti cura della Terra in modo geniale e green, ecco la rubrica che fa per te
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18 dicembre 2023 Aggiornato alle 17:00

Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per il cambiamento climatico e contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso “There is no planet B”. Già, non esiste un Pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno.

Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lancia idee geniali e invenzioni eccezionali ed ecosostenibili.

Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo, o ingegnandosi per trasformare il banale in straordinario.

Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta, ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita, allora questa è la rubrica che fa per te. Abbiamo raccolto le migliori invenzioni che possono aiutare la Terra che abitiamo. Tu sei dei nostri?

Orange Fiber

Ogni anno, solo in Italia, 700.000 tonnellate di sottoprodotti di agrumi vengono gettati: a partire da questi dati, due giovani imprenditrici siciliane - Adriana Santanocito e Enrica Arena – hanno fondato nel 2014 Orange Fiber, una startup che, in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha brevettato un particolare processo per recuperare le bucce d’arancia e altri agrumi e trasformarle in uno speciale filato sostenibile e di alta qualità.

Si tratta della prima fibra artificiale di origine naturale al mondo a essere estratta da scarti di produzione degli agrumi: è una fibra biodegradabile simile alla seta per caratteristiche, che è attualmente utilizzata dal brand Salvatore Ferragamo per lussuose collezioni di abbigliamento donna e da H&M per la sua Conscious Collection.

Dopo l’estrazione della polpa, anziché gettare via tutte le bucce degli agrumi – un processo molto costoso sia dal punto di vista economico che dal punto di vista ambientale - il processo di Orange Fiber prevede che queste diventino risorsa preziosa.

Dal pastazzo, infatti, viene estratta la cellulosa utilizzabile per la filatura, mentre attraverso le nanotecnologie l’olio essenziale degli agrumi viene fissato sui tessuti, consentendo un rilascio sulla pelle di vitamine A e C con importanti effetti benefici: la pelle viene infatti nutrita e idratata. Una caratteristica garantita per una ventina di lavaggi.

La licenza per l’estrazione della cellulosa è stata registrata nel 2014 in Italia, per poi essere estesa anche ai principali Paesi produttori di succo di agrumi con l’obiettivo di applicare la nostra tecnologia nei mercati più promettenti, aumentando così il nostro impatto.

Re:Style by Hyundai

Nel 2020 Hyundai ha lanciato la collezione di abbigliamento e accessori Re:Style 2020, realizzata in collaborazione con importanti artisti nel campo del design ecosostenibile.

La collezione, che si rifà al concetto dell’upcycling, riutilizza parti di automobili e materiali di scarto provenienti dalla produzione e dalla rottamazione di auto e li, dopo averli riciclati, li trasforma in prodotti fashion.

La collezione sostenibile dell’azienda automobilistica coreana comprende gioielli di tendenza (girocolli, bracciali e orecchini), una tuta di jeans, un paio di gilet, un corsetto e una borsa molto chic, tutti realizzati con materiali di scarto del processo di creazione automobilistca che altrimenti sarebbero stati gettati via come cinture di sicurezza, airbag e sedili.

Attraverso le vendite, i brand raccoglieranno fondi per l’Institute of Positive Fashion (Ipf) del British Fashion Council, che mira a creare un esempio nel settore, unendo le competenze provenienti da diverse aree, per aiutare i brand ad affrontare un argomento spesso difficile da comprendere e per mettere in moto un cambio di paradigma completo e necessario.

Biogarmentry

Biogarmentry è un nuovo tessuto-non-tessuto, nato da un’idea della designer canadese-iraniana Roya Aghighi e fatto con un’alga verde monocellulare (e altri polimeri) che permette agli abiti di trasformare l’anidride carbonica in ossigeno.

Il materiale, 100% naturale e completamente compostabile, viene prodotto in laboratorio in collaborazione con Ampel Lab e Botany Lab - entrambi della University of British Columbia – e nasce dall’aggregazione di una particolare tipologia di alga verde monocellulare (la chlamydomonas reinhardtii): si tratta di un mix di fibre naturali filate insieme a nano polimeri in grado di avviare autonomamente la fotosintesi clorofilliana. Biogarmentery appare come un filato molto simile al lino ed è il primo tessuto non tessuto vivente e fotosintetico a essere creato.

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