Bambini

Kenya: Banca Mondiale non avrebbe impedito gli abusi sui minori

Secondo l’organismo di vigilanza interno all’organizzazione, l’International Finance Corporation della World Bank avrebbe ignorato i casi di violenza negli istituti kenioti finanziati dall’ente, avvenuti tra il 2014 e il 2021
Credit: Belinda Amoah
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
6 dicembre 2023 Aggiornato alle 12:00

Avrebbe “chiuso un occhio”, la Banca Mondiale, “sui rischi e sugli episodi di abusi sessuali su minori” che si sarebbero verificati “a Bridge” dal 2014 al 2021. L’accusa rivolta alla principale organizzazione internazionale per il sostegno allo sviluppo e la riduzione della povertà proviene dall’Inclusive Development International - Idi, un’organizzazione che difende le comunità danneggiate dai progetti di investimento, e da altre 34 organizzazioni della società civile globale.

L’organismo di vigilanza interno che ha avviato un’indagine sulle violenze perpetrate dal personale docente di un progetto in Kenya finanziato dalla Banca Mondiale sostiene di averne riscontrate 21, tra il 2014 e il 2021. Secondo le accuse, l’Ifc - International Finance Corporation della World Bank ne era a conoscenza, ma non sarebbe stata in grado di occuparsene.

In una mail condivisa dal Guardian il direttore esecutivo dell’Idi sostiene che il “braccio finanziario” della banca, l’Ifc, non sia riuscito a soddisfare i propri requisiti ambientali e sociali prima di iniziare a finanziare le Bridge International Academies nel 2014 e durante la supervisione dei suoi investimenti nel progetto, che si è concluso nel marzo del 2022.

Per spiegare al meglio la situazione, è bene fare un passo indietro: Bridge International Academies è il nome dellapiù grande catena africana di scuole a basso costo” finanziata dall’International Financial Corporation, l’istituzione della Banca Mondiale a sostegno degli investimenti privati nei Paesi in via di sviluppo. Tra il 2014 e il 2022 l’Ifc, che investe in progetti nel settore privato, ha donato alle Bridge International Academies 13,5 milioni di dollari.

“Secondo Ifc, al momento dell’investimento, la Società gestiva 211 scuole che servivano oltre 57.000 studenti in Kenya e mirava a fornire un’istruzione di qualità ai bambini provenienti da famiglie che guadagnano meno di 2 dollari a persona al giorno”. Lo spiega il watchdog della banca, il Compliance Advisor Ombudsman - Cao, un meccanismo di ricorso indipendente per i progetti sostenuti dalla Ifc fondato nel 1999.

Secondo un rapporto del marzo 2023 di The Intercept, nel 2016 2 insegnanti avevano indagato e scoperto che un collega della scuola Bridge Kwa Reuben, a Nairobi, aveva aggredito sessualmente almeno 11 bambine di età compresa tra 10 e 14 anni a partire dal 2015. Nel 2017 un docente di un’altra scuola è stato arrestato con l’accusa di aver molestato sessualmente alcune studentesse. Nell’aprile 2018, la Cao ha ricevuto una denuncia dalla Ong kenyota East Africa Center for Human Rights per conto di genitori e insegnanti, anche ex, in merito all’investimento dell’Ifc nelle scuole Bridge in Kenya.

Dopo aver avviato un’indagine per esaminare il caso, nel 2019 la Cao è venuta a conoscenza delle diverse accuse di abusi sessuali su minori da parte dei docenti del programma e, nel dicembre 2020, ha raccomandato un’indagine completa sui casi. Nel rapporto presentato all’Ifc in agosto, visionato dal Guardian, la Cao “ha affermato che la società era a conoscenza delle accuse di abusi ma non era riuscita a garantire che i casi fossero trattati adeguatamente o che fossero messe in atto misure di salvaguardia per fermare futuri abusi”, spiega il quotidiano britannico.

Bridge ha confermato i casi di abusi sessuali del 2016 e ha dichiarato di aver rescisso i contratti degli insegnanti accusati, di averli denunciati alle autorità, di aver offerto alle vittime supporto psicosociale e di essersi impegnata con i bambini genitori e comunità riguardo agli episodi di violenza emersi. In una lettera inviata il 16 novembre da Makhtar Diop, amministratore delegato dell’Ifc, a 32 organizzazioni della società civile che hanno chiesto un’indagine indipendente sulla gestione del caso Bridge da parte della Banca, Diop ha scritto: “Non tolleriamo alcuna forma di abuso nei progetti che finanziamo e siamo profondamente grati ai coraggiosi sopravvissuti che si sono fatti avanti”. L’Ifc dice di aver avviato una revisione approfondita per identificare i progetti a rischio di violenza di genere e di aver assunto 4 esperti in violenza di genere.

Secondo le organizzazioni della società civile globale, “Ifc non si assume la responsabilità del danno che il suo investimento in Bridge International Academies ha causato - hanno scritto in una mail inviata alla Banca Mondiale il 22 novembre - Al momento dell’invio della lettera da parte di Diop, l’Ifc disponeva del rapporto finale dell’indagine della Cao […] Diop afferma che l‘Ifc esaminerà il rapporto e affronterà i risultati ‘con diligenza e trasparenza’ in un Piano d’azione per la gestione, ma non si impegna a porre rimedio ai danni”.

E ancora: “Le misure che Ifc dice di aver adottato per affrontare gli abusi nelle scuole Bridge sono in gran parte fuori tema”, e risalgono al 2020, “dopo che la Cao ha presentato alla direzione di Ifc le prove di numerosi casi. […] L’Ifc ha chiuso un occhio sui rischi e sugli episodi di abusi sessuali su minori a Bridge dal 2012 al 2020. Rispondendo a questa situazione con un elenco di azioni intraprese dall’Ifc - evidentemente tutte inadeguate - il signor Diop dimostra la terribile incapacità dell’istituzione di assumersi la responsabilità dei propri fallimenti”.

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