Diritti

Brexit: cosa ne pensano Millennial e Gen Z?

Secondo il sondaggio del Policy Institute del King’s College di Londra, giovani e under 40 stanno riacquistando fiducia nell’Ue. Per la campagna Best for Britain, il 58% desidera un rapporto più stretto con l’Unione
Credit: Grant Ritchie 
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
5 dicembre 2023 Aggiornato alle 08:00

Il 23 giugno 2016, dopo un anno di campagna sulla Brexit, il Regno Unito votava per lasciare l’Unione Europea. Da quel referendum, in cui i favorevoli all’uscita furono il 51,8%, sono passati 7 anni. L’uscita vera e propria risale al 31 gennaio 2020. A pochi mesi dal quarto anniversario, durante un evento a Bruxelles, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha ammesso che i leader dell’Ue hanno «sbagliato tutto», e che spetterà ai giovani «sistemare la situazione».

Sulla base di una serie di sondaggi effettuati, si stima che il 73% di coloro che avevano meno di 24 anni al momento del voto abbia optato per il remain, cioè per restare all’interno dell’Unione europea. Non esistono dati ufficiali, quindi non è possibile conoscere la cifra reale. Ma come si comporterebbero le nuove generazioni oggi?

In base ad alcuni sondaggi, sembra che l’Unione europea stia a cuore a molti giovani: i risultati dell’ultima indagine sul tema del Policy Institute del King’s College di Londra mostrano che la Gen Z (che include ragazzə dagli 11 ai 26 anni) e i Millennial (dai 27 ai 42 anni) hanno una maggiore e crescente fiducia nell’Ue, così come le generazioni più anziane (probabilmente, in questo caso, l’aumento si deve alla risposta europea all’invasione russa dell’Ucraina, spiega il Guardian).

Secondo il sondaggio di maggio della campagna Best for Britan, che ha coinvolto 1.000 giovani tra i 18 e i 24 anni, il 58% era favorevole a un rapporto più stretto con l’Ue: la percentuale di coloro che volevano che le cose rimanessero così come sono era meno della metà. Il desiderio di riavvicinare Regno Unito e Ue è condiviso anche dalla popolazione intera (52%). Lo ha rilevato un recente sondaggio di Statista: “Nel novembre 2023, il 55% delle persone in Gran Bretagna pensava che fosse sbagliato lasciare l’Unione Europea, rispetto al 33% che pensava che fosse la decisione giusta”. I giovani, in particolare, ritengono che il Regno Unito, col senno di poi, abbia sbagliato a lasciare il blocco: lo sostiene il 60% degli intervistati tra i 18 e i 24 anni dell’indagine di YouGov.

Tuttavia, se si indaga più nello specifico, il risultato cambia: alla domanda relativa a cosa dovrebbe fare il Regno Unito in relazione alle future relazioni commerciali con l’Ue, solo il 36% della fascia 18-24 anni ha detto che vorrebbe rientrare nell’Unione, e 1 su 5 aumenterebbe le relazioni commerciali, ma non tornerebbe nel blocco.

Il sondaggio Ipsos per il podcast The Rest is Politics mostra che il 49% sostiene un referendum sull’adesione del Regno Unito all’Unione nei prossimi 5 anni: una soluzione non immediata, che comunque non assicurerebbe il ritorno nel blocco. Inoltre, solo un terzo ritiene che il rientro migliorerebbe la capacità del Regno Unito di controllare l’immigrazione e quasi un quarto ritiene che la situazione peggiorerebbe.

E se, nel 2019, il 60% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha valutato la Brexit come la questione più importante che il Regno Unito dovesse affrontare, oggi quella percentuale è scesa al 18%. Superata da economia, sanità, alloggio, ambiente e immigrazione.

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