Diritti

Uk: Sunak non molla sul Ruanda e annuncia un piano «di emergenza»

Dopo che la Corte Suprema ha definito “illegittimo” il progetto di inviare i richiedenti asilo a 6.400 km di distanza, il portavoce del premier fa sapere che un nuovo piano verrà elaborato «nelle prossime settimane»
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
16 novembre 2023 Aggiornato alle 19:00

La Corte Suprema britannica ha respinto il piano del primo ministro Rishi Sunak di deportare i richiedenti asilo in Ruanda, definendo la procedura “illegittima”: “Questo perché ci sono motivi sostanziali per ritenere che i richiedenti asilo affronterebbero un rischio reale di maltrattamenti a causa del respingimento nel loro Paese d’origine se venissero trasferiti in Ruanda”, hanno spiegato i cinque giudici che hanno confermato all’unanimità una sentenza della Corte d’Appello che aveva già rilevato il pericolo che le richieste dei richiedenti asilo fossero analizzate ingiustamente nel Paese dell’Africa centro orientale, con il risultato che venissero erroneamente rimandati a casa.

Dopo la sentenza, Downing Street ha annunciato che nelle prossime settimane elaborerà un disegno di legge “di emergenza” per mostrare il Ruanda come un Paese sicuro. Lo ha annunciato il portavoce del primo ministro Sunak: il trattato fornirà una “garanzia”, riporta il Guardian, che il rischio per i rifugiati di tornare nei loro Paesi di origine individuato dalla Corte non si materializzerà.

Il verdetto della Corte Suprema è arrivato mercoledì 15 novembre, due giorni dopo che la ministra dell’Interno Suella Braverman è stata licenziata in seguito alle critiche mosse alla polizia britannica di avere doppi standard e di simpatizzare con le manifestazioni filo-palestinesi, da lei definite “marce dell’odio”. Prima della sentenza della Corte Suprema, Braverman ha scritto una lettera a Sunak in cui lo ha accusato di “tradimento” per non aver mantenuto la “promessa alla nazione che avresti fatto tutto il possibile per fermare le imbarcazioni”. L’ex ministra ha scritto che Sunak avrebbe violato l’accordo per l’inserimento di clausole nella legge britannica che avrebbero “bloccato” le sfide legali ai sensi della Convenzione europea sui diritti umani (CEDU) e dello Human Rights Act. “Se perdiamo davanti alla Corte suprema”, ha scritto Braverman, “avrete sprecato un anno e un atto del Parlamento, solo per tornare al punto di partenza”.

Sunak ha dichiarato che esiste un “piano B” e che il governo valuterà le prossime mosse rispetto allo stop alle imbarcazioni di persone migranti che, attraversando il canale della Manica, raggiungono il Regno Unito. Stando ai dati del ministero dell’Interno britannico, tra il 9 e il 15 novembre 2023 sono stati individuate 615 persone migranti e 12 imbarcazioni che attraversavano lo spazio di Oceano Atlantico tra Francia e Uk. Nel 2022 un totale di 45.755 persone ha raggiunto le coste britanniche, mentre nella prima metà del 2023 il numero di arrivi di piccole imbarcazioni è diminuito del 10% (11.434) rispetto allo stesso periodo del 2022.

Il governo aveva proposto il piano per scoraggiare le persone a dirigersi verso il Regno Unito attraverso “metodi illegali, pericolosi o non necessari”, come la traversata della Manica su piccole imbarcazioni.

Il piano quinquennale era stato annunciato ad aprile 2022, dopo che l’allora Segretaria di Stato per gli affari interni britannica Priti Patel aveva siglato un accordo bilaterale con il governo ruandese guidato dal presidente Paul Kagame. Secondo il programma, alcuni richiedenti asilo sarebbero stati inviati in Ruanda, a più di 6.400 km di distanza, per chiedere asilo lì e ricevere lo status di rifugiati per rimanere nel Paese. Se negato, avrebbero potuto chiedere di stabilirsi lì per altri motivi, o chiedere asilo in un altro “Paese terzo sicuro”. Il primo volo sarebbe dovuto partire a giugno 2022, ma la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva emesso un’ingiunzione dell’ultimo minuto e l’aveva impedito. Il governo ruandese, però, ha già ricevuto più di 140 milioni di sterline per questo progetto, nonostante non sia mai stato attuato.

Dopo la sentenza della Corte Suprema, il neo ministro dell’Interno James Cleverly, il sostituto di Braverman, ha dichiarato che «la nostra partnership con il Ruanda, sebbene audace e ambiziosa, è solo una parte di un veicolo di misure per fermare le barche e contrastare l’immigrazione clandestina». Enver Solomon, amministratore delegato del Refugee Council, ha spiegato che, dopo il fallimento del piano, «il governo dovrebbe concentrarsi sulla creazione di un sistema di asilo funzionante che consenta alle persone che cercano sicurezza nel Regno Unito un’udienza equa sul nostro territorio e fornisca percorsi sicuri in modo che non debbano intraprendere viaggi pericolosi».

Leggi anche
esteri
di Alessandro Leonardi 3 min lettura
Immigrazione
di Chiara Manetti 4 min lettura