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Il circo esiste ancora perché ha saputo cambiare. E ora deve cambiare di nuovo!

La rocambolesca fuga del leone Kimba per le vie di Ladispoli ci ha fatto capire che questi animali non dovrebbero stare sui marciapiedi… ma nemmeno nei circhi!
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18 novembre 2023 Aggiornato alle 09:00

Venerdì scorso, un leone di nome Kimba è sleonato via da un circo di Ladispoli (il gatto sgattaiola, il leone sleona, giusto?), seminando panico e stupore nella cittadina laziale. Per catturarlo, ci sono voluti squadroni di forze dell’ordine e veterinari specializzati venuti dagli zoo di mezza Italia, muniti di lanciadardi per la telenarcosi. (È un sogno che si realizza, quello di poter usare le parole “lanciadardi” e “telenarcosi”.)

Le immagini improbabili di un leone a spasso sul marciapiede hanno fatto il giro del mondo e hanno riacceso il dibattito sulla presenza degli animali selvaggi nei circhi. La fuga di Kimba, infatti, ha messo sotto gli occhi di tutti tre grandi questioni.

C’era prima di tutto un problema di sicurezza per la popolazione: Kimba poteva infatti far male a qualcuno. Ce n’era poi uno di sicurezza per l’animale, perché qualcuno avrebbe potuto fargli male per difendersi, e uno molto più grande che è quello dell’impossibile benessere degli animali selvaggi nei circhi itineranti.

I circhi itineranti sono carrozzoni viaggianti, sempre in movimento da una città all’altra, a volte da un Paese all’altro. Gli animali usati tradizionalmente nei circhi sono grandi e grossi, oltre a non essere affatto domestici: leoni, tigri, elefanti, ippopotami, scimmie… Per viaggiare, sono spesso rinchiusi in gabbie piccole piccole, se non addirittura in casse. E viaggiano tantissimo.

Una volta arrivati a destinazione, i recinti a loro disposizione sono piccoli, molto più piccoli di quelli di uno zoo. Si calcola che un animale selvaggio addomesticato si muova solo dall’1 al 9% della giornata, per allenarsi o per fare spettacoli. Durante gli spettacoli, non gli si chiede di fare quello che farebbe nella natura, ma di fare acrobazie e cose mirabolanti, tipo saltare in un cerchio di fuoco.

Immagina se tu dovessi girare in tondo tutto il giorno in una gabbia, sballottato qui e lì, e potessi uscire solo dai 15 minuti alle 2 ore al giorno. Mica per giocare, correre o scaccolarti, eh, ma per saltare in un cerchio infuocato! Non è un granché, vero?

Bisogna poi chiederci se ci teniamo davvero tanto a vedere degli animaloni tristi che fanno le acrobazie. Il circo esiste da tantissimo tempo, fin dall’antichità. E sai perché non è sparito come tante altre cose? Perché, quando i tempi sono cambiati, è cambiato anche lui. Ci sono cose che si facevano in passato e che sembrano assurde oggi. Delle cose che non fanno sognare più nessuno e per le quali nessuno comprerebbe un biglietto.

Durante l’impero romano, si facevano combattere gli umani e le bestie feroci. Gli schiavi non erano considerati degni di vivere come gli altri, allora si organizzavano terribili lotte all’ultimo sangue per il divertimento di grandi e piccini.

Fino al secolo scorso, quando una manciata di Paesi europei la faceva da padrone e comandava ingiustamente in tanti stati lontani, si organizzavano quelli che ora si chiamano “zoo umani”. Durante le grandi esposizioni internazionali, si ricreavano villaggi esotici e si obbligavano le persone che venivano dalle colonie a recitare una parte, chiuse in un recinto, per la gioia dei visitatori bianchi.

Nei circhi, fino a non tanto tempo fa, c’erano anche i fenomeni da baraccone, delle persone con disabilità o caratteristiche fisiche rarissime che davano spettacolo proprio per quelle caratteristiche.

In passato, andare al circo era l’unico modo per vedere un leone o un elefante dal vero e non solo disegnato su un libro. Adesso, grazie alla tv, a internet, ai parchi zoologici e ai viaggi molto più diffusi, gli animali lontani si sono fatti tutto a un tratto più vicini. E la loro sofferenza ci è più chiara. In tanti Paesi europei e del mondo, la legge si sta adeguando a questa consapevolezza e sta vietando in parte o del tutto l’uso degli animali esotici.

La presenza di animali selvaggi nei circhi non unisce gli esseri umani e non ci avvicina al cuore degli animali. Allora non serve. La magia, lo stupore e le risate non tramontano mai, esistono dalla notte dei tempi. Ma migrano, cambiano, si spostano. Le cose che ci facevano sbellicare ieri non ci fanno più ridere oggi ma non per questo muore la risata. Con il circo è lo stesso: se vuole continuare a far sognare, deve seguire il viaggio dei sogni della gente che si sta allontanando piano piano dalle gabbie chiuse e dai recinti angusti verso nuovi, emozionanti orizzonti.

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