Ambiente

La fuga del leone Kimba tra incertezze sulle colpe e nuove polemiche sul circo

Per sette ore il felino ha vagato per Ladispoli. Dopo essere state catturato e sedato è tornato in gabbia. Non si placa il dibattito sul circo: per avere una prima discussione su leggi e divieti dovremo aspettare ancora
Credit: Bisakha Datta 
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13 novembre 2023 Aggiornato alle 13:00

Sette ore di libertà e nove mesi di attesa.

Il “parto” è quello previsto, nell’agosto 2024, per la presentazione e l’avvio dei lavori sul decreto Legislativo attuativo sulla legge delega che potrebbe portare al “superamento dell’uso degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti”, la fine del circo con animali come l’abbiamo sempre visto finora.

Condizione in cui non potrebbe più ripetersi quello che è accaduto nelle scorse ore con immagini che hanno fatto il giro del mondo: il leone “Kimba”, 220 chili di maestoso felino, in giro per le strade di Ladispoli dopo essere fuggito dal Rony Roller Circus.

Le scene dell’animale che ha vagato per quasi sette ore nella cittadina laziale, prima di essere sedato e riportato in gabbia, hanno inevitabilmente riaperto discussioni e polemiche su più fronti: dalla questione degli animali nei circhi sino alla sicurezza di queste strutture, ma anche, come accusano i responsabili di Kimba, la possibilità che dietro a questa vicenda possa esserci l’irresponsabile e pericoloso gesto di qualcuno che ha tentato di liberarli.

Sull’intera vicenda ora indagherà la Procura di Civitavecchia che dopo l’invio delle informative da parte delle forze dell’ordine potrebbe aprire un fascicolo nel tentativo di comprendere cosa sia realmente accaduto lo scorso sabato, quando il leone è fuggito dal circo a Ladispoli sul litorale laziale.

L’animale in fuga aveva generato allarmi e paura in diversi quartieri della città, con tanto di appelli sui social del sindaco Alessandro Grando a non uscire o “evitare spostamenti”.

Ripreso da auto, case e marciapiedi l’animale si è aggirato per le strade asfaltate della cittadina: iconica è diventata la sua foto davanti al cancello di una villetta, un’immagine così lontana da quella dei leoni nella savana o nel loro habitat naturale.

Dopo ore di una fuga iniziata nel primo pomeriggio, l’animale è stato intercettato la sera grazie all’uso di visori infrarossi di un elicottero: era in un campo e, dopo aver chiuso tratti dell’Aurelia per sicurezza, forze dell’ordine, specialisti, vigili del fuoco e veterinari sono entrati in azione.

A sparare “il colpo della vita”, come l’ho definito lui stesso, è stato Raffaele Bisegna, esperto di telenarcosi che ha narcotizzato il leone non senza difficoltà.

«Quando siamo arrivati sul posto ci siamo resi conto che la situazione era complessa. L’animale era a 50 metri dalle abitazioni e si stava ventilando l’ipotesi di sgomberare la popolazione. Kimba, che pesa 220 chili, è un leone giovane, ha solo 8 anni e potenzialmente è molto aggressivo. Era molto spaventato e la reazione di un leone spaventato è chiaramente imprevedibile», ha raccontato l’esperto che è però riuscito nel compito di sedare l’animale.

Se avesse fallito, specifica il tiratore, forse come estrema soluzione si sarebbe tentato un abbattimento.

Successivamente il felino è poi tornato nuovamente in gabbia dove, fanno sapere i veterinari, è apparso in condizioni di salute buone. Adesso, rientrato l’allarme, il dibattito è tutto concentrato sia sui possibili rischi a cui è andata incontro la cittadinanza, sia sui circhi con animali, sia sui motivi della fuga.

Dal circo Rony Vassallo, responsabile della struttura, continua a sostenere che qualcuno abbia sabotato la gabbia e ha sporto denuncia contro ignoti per la fuga di Kimba.

Potrebbe però trattarsi anche di dimenticanza o negligenza, ipotesi su cui sarà sempre la Procura eventualmente a fornire una risposta.

Sul perché di un circo a Ladispoli il sindaco nel frattempo ha raccontato sui social che non c’è una legge per “vietare i circhi nelle città” e nonostante un ricorso fatto al Tar, Ladispoli non è riuscita finora a negare la presenza del tendone.

“Spero che questo episodio possa smuovere qualche coscienza, e che finalmente si possa mettere la parola fine allo sfruttamento degli animali nei circhi”, ha scritto sui social il primo cittadino.

Nel frattempo ovviamente le varie associazioni animaliste italiane suonano la carica chiedendo risposte immediate, dalla politica, per vietare uno “spettacolo” ormai sempre più in disuso e come l’Oipa auspicano “l’introduzione di una legge che vieti i circhi con gli animali, anche nel rispetto del nuovo articolo 9 della Costituzione che tutela l’ambiente”.

Il vero nodo per vietare i circhi animali sarà però soprattutto il Decreto Legislativo attuativo della Legge delega sullo spettacolo che in teoria verrà discusso la prossima estate e che interessa l’uso degli animali selvatici tra cui proprio leoni, tigri ed elefanti, circa 2.000 quelli presenti nei tendoni.

Per la Lav, che invita i ministeri a fare in fretta, “il testo che ci allineerebbe agli altri 50 Paesi del mondo che hanno già in vigore leggi sul tema è già pronto da tempo al Ministero, pertanto chiediamo al ministro Sangiuliano di portarlo prima possibile in Consiglio dei Ministri. È un passo richiesto e atteso dalla stragrande maggioranza degli italiani a tutela degli animali e per il rilancio dell’attività artistica umana”.

Nel frattempo, per paradosso, in Italia molti comuni sono costretti a battaglie legali e ricorsi al Tar, spesso persi, per non avere i tendoni con animali nelle città, mentre dall’altra parte le compagnie circensi senza una chiara legge nazionale continuano a operare e proporre spettacoli con animali che, seppur cresciuti in cattività e abituati alla presenza dell’uomo, se scappano come nel caso di Kimba portano a rischi sia per la loro sopravvivenza che per quella dei residenti.

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