Città

Milano: è tornata la ciclabile umana ProteggiMi

Questa mattina una lunga fila di persone ha “abbracciato” e protetto per un’ora la corsia delle bici di viale Monza, per sensibilizzare sull’importanza di una città più sicura e pulita
Credit: Gianluca Cedolin
Tempo di lettura 3 min lettura
10 novembre 2023 Aggiornato alle 12:00

Immagina una città in cui non si sentono clacson, sgommate e odore di smog, ma solamente il ronzio dei pedali che fanno girare la catena e, al massimo, il trillo dei campanelli. Una città in cui si può andare a lavoro o portare i figli a scuola in bicicletta senza rischiare di essere investiti, e le persone “più deboli” della strada (ciclisti e pedoni) non sono solo comparse, ma protagonisti. Questa è la Milano ideale per le tante persone (almeno 200 - 300) che questa mattina, tra le 7:30 e le 8:30, con le loro biciclette sono tornate a creare una lunga catena per difendere la corsia ciclabile di viale Monza.

L’iniziativa, chiamata ProteggiMi e organizzata da Legambiente e altre associazioni e attivisti, era stata messa in atto per la prima volta un anno fa: un gesto simbolico per chiedere ancora una volta alle istituzioni maggior sicurezza e attenzione a chi pedala a Milano. Che la situazione sia complicata, lo diciamo da tempo, anche qualche giorno fa in occasione di un altro flash mob, organizzato sempre da Legambiente (la biciclettata Mille Mila Bici).

Le strade di Milano sono troppo trafficate, gli spazi per le biciclette ancora troppo pochi, discontinui e invasi dalle auto. Tutto questo si traduce in un’aria irrespirabile e in un tasso di incidenti preoccupante.

Difendere con il proprio corpo e la propria bici la ciclabile di viale Monza, troppo spesso occupata da auto o camion in sosta, vuol dire schierarsi a favore di una mobilità diversa e quindi di una Milano diversa, più aperta, meno pericolosa e meno inquinata.

«Le abbiamo fatte tutte queste manifestazioni - ha raccontato a La Svolta Anna, una signora venuta da Bresso con la sua bicicletta - perché crediamo in una città ciclabile e sostenibile. Bisogna intanto cambiare l’educazione di tutti quelli che frequentano la strada, anche i ciclisti e i pedoni, chiaramente. Dobbiamo sensibilizzare sulle regole: se tutti usassero il loro spazio e rispettassero gli altri, andremmo d’accordo».

Per Leonardo, attivista di Fridays For Future, la prima cosa da fare per rendere Milano più a misura di bicicletta è «abbassare i limiti di velocità e ridisegnare gli spazi in funzione di una Città 30, togliere le auto parcheggiate nei parterre alberati e restituire spazio alle persone».

La catena umana partiva dal civico 81 di viale Monza e arrivava quasi a Piazzale Loreto: 1 chilometro di biciclette, in piedi o capovolte, a protezione della ciclabile, senza ostacolare il traffico di auto e altri mezzi a motore (molto intenso a quell’ora).

Le persone hanno manifestato in un orario di punta in cui, in altre città europee, migliaia di cittadini possono pedalare a lavoro o a scuola in sicurezza, cosa che invece rimane ancora un lusso in molte zone di Milano: «Io dico sempre che andare in giro in bici qui non è impossibile, ma è difficile - ha spiegato a La Svolta Leonardo, con la sua bicicletta capovolta e in mano un cartello con scritto This bike lane fights climate change (“Questa corsia ciclabile combatte il cambiamento climatico”) - Con questa ciclabile umana rivendichiamo il nostro spazio».

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