Diritti

Salvate il soldato russo

Dall’inizio della guerra, migliaia di giovani sarebbero stati attirati al fronte con la scusa di “esercitazioni”. Lo denunciano i comitati delle madri e i moscoviti stessi, che stanno ricevendo le lettere di richiamo per andare a combattere
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3 marzo 2022 Aggiornato alle 21:07

C’è una foto che circola da ieri sui social media e che non avremmo voluto vedere, non per le immagini crude ma per il suo messaggio: un collage mette vicini un ragazzo ferito in divisa con uno stemma russo cucito sul petto e una signora che piange. Nella didascalia, “Mamma! Tuo figlio catturato ti aspetta!” seguito da una serie di numeri di telefono, il link a un canale Telegram e un indirizzo email con le istruzioni per rivedere i propri figli catturati dall’esercito ucraino.

“Vi chiediamo di mandare questo messaggio alle migliaia di miserabili madri russe i cui figli sono stati catturati in Ucraina”, recita l’inizio del post su Facebook in lingua ucraina e inglese. “Una volta ricevuta la conferma che vostro figlio è nella nostra prigionia, le madri dei soldati russi devono venire a Kyiv” - continua il testo del post - “Raggiungi Kaliningrad o Minsk. Da lì potrai andare in autobus o taxi fino al confine polacco. Verrai poi accolto e scortato a Kyiv, dove tuo figlio ti sarà consegnato”.

Una strana guerra che si combatte persino sui social e al telefono. Quello del “Komitet soldatskikh materey”, il Comitato delle madri dei soldati russi, non smette di suonare da giovedì scorso, da quando è iniziata la guerra. Fondato nel 1898 per promuovere i diritti dei militari, il Comitato è diventato un contatto chiave per le famiglie dei soldati mandati prima al confine con le Repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk e poi in Ucraina.

Secondo Andrey Kurochkin, vicepresidente del Comitato delle madri dei soldati, intervistato da Novaya Gazeta, i soldati di leva non sono stati informati della guerra in corso, spacciando le attività militari come esercitazioni. I coscritti sarebbero stati obbligati a firmare contratti per autorizzare l’esercito russo a “impiegarli” in una guerra - secondo la legge russa, i soldati di leva possono essere inviati in zone di combattimento non prima di 4 mesi dall’inizio del servizio militare.

Privati di cellulari e documenti, i giovani di 18, 19 e 20 anni si sono ritrovati a combattere in una guerra che non sapevano neanche fosse iniziata. La denuncia del Comitato delle madri dei soldati russi arriva anche dalle colonne del The Guardian - una comunicazione sul sito internet informa gli utenti di essere stati vittime di un attacco hacker: i volontari, i dipendenti e gli avvocati rispondono però 24 ore su 24 cercando di aiutare i familiari a trovare i propri figli. In alternativa, sul canale Telegram aperto per l’ “occasione” dal Ministero della Difesa ucraino, vengono postate anche le foto dei passaporti dei giovani, accompagnate dalle informazioni personali e da una foto. Non tutti sono ancora vivi.

Siamo come carne da macello”, dice un ragazzo in un video girato da militari ucraini mentre racconta come sia stato ingannato dai superiori.

Secondo Sergey, un giovane russo che preferisce non rivelare il suo vero nome, da ieri gli uomini che hanno già fatto il servizio militare, cominciano a ricevere lettere di richiamo per andare a combattere: «un mio amico che ha fatto il servizio militare, e quindi sarà uno dei primi a essere richiamato, ha detto che in caso si taglierà l’indice», spiega, «un vecchio trucco per non andare in guerra: così non si può sparare. È meglio farsi male che uccidere». Eppure, Sergey spiega come ufficialmente le lettere inizieranno ad arrivare domani. Segno che l’offensiva di Putin comincia a vacillare e anche l’esercito dei coscritti ha bisogno di aiuto.

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