Diritti

In Russia e Ucraina sono schierate anche le donne

La presenza femminile nell’esercito di Kyiv è “superiore” rispetto a quella di Mosca: il 15,6% contro il 10-12%. In entrambi i casi, le soldatesse spesso sono vittime di discriminazioni militari e sociali. Che siano in prima linea o rimangano nelle retrovie
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23 febbraio 2022 Aggiornato alle 21:30

Da quando, nell’ultimo mese, sono aumentate le tensioni tra Russia e Ucraina, si è sentito spesso parlare di una superiorità numerica dell’esercito di Mosca rispetto a quello di Kyiv: si stima che la Russia abbia 4,5 volte più soldati dell’Ucraina e possa disporre di 900.000 militari nelle 3 forze armate e nei reparti speciali, oltre a 550.000 tra gendarmi e paramilitari e 2 milioni di riservisti.

Eppure, dall’inizio della guerra nel Donbass nel 2014, l’esercito ucraino ha superato quello russo per il numero di donne arruolate. Per la precisione, il 15,6% dell’esercito regolare ucraino è composto da donne, contro il 10-12% di quello russo (nell’esercito italiano, per fare un esempio, la percentuale arriva a circa il 7%, mentre in quello del Regno Unito raggiunge l’11%).

A Kyiv il numero potrebbe ancora aumentare dopo che a dicembre è stato emesso un decreto che richiede alle donne in salute di età compresa tra i 18 e i 60 anni di registrarsi per la leva militare ed essere pronte a mobilitarsi se dovesse scoppiare una guerra su vasta scala. Solo dal 1993, due anni dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, le donne prestano servizio nell’esercito ucraino, anche in ruoli di combattimento. Seppur con qualche eccezione e discriminazione.

Ancor prima di fare differenze tra le due nazioni, però, è bene sottolineare che le donne sovietiche hanno servito a lungo come volontarie nell’esercito russo (ex sovietico), e sono state ufficialmente autorizzate ad arruolarsi a contratto nel novembre 1992 con un decreto presidenziale. In entrambi i Paesi, la leva è obbligatoria ma solo per i maschi: tra i 18 e i 25 anni in Ucraina e tra i 18 e i 27 in Russia (anche se Putin aveva dichiarato di volerla abolire in futuro).

«In prima linea, non fa differenza se sei un uomo o una donna», ha dichiarato al Wall Street Journal Oksana Kuzma, soldatessa ucraina e combattente per anni nell’est dell’Ucraina. Dal 2014 migliaia di donne hanno infatti deciso di unirsi all’esercito: «Le nostre forze armate avevano bisogno di volontari», ha dichiarato Andriana Susak, una giovane sergente. Solo dal 2017 le forze armate ucraine hanno ufficialmente permesso alle donne di arruolarsi in 62 posizioni di combattimento; fino ad allora, le soldatesse al fronte facevano parte di battaglioni “invisibili”. «Siamo andate a difendere il nostro Paese proprio come gli uomini», ha detto Kateryna Pryimak, 28enne paramedico in prima linea nel 2014. «Ma la discriminazione è diffusa. Se una donna va in guerra e fa carriera militare mentre suo figlio va a scuola, […] qualcuno la potrebbe descrivere come una madre fallita».

Vittime di discriminazione anche le donne dell’esercito russo che continuano a non aver accesso ad alcuni ambiti del servizio militare: non possono svolgere compiti di presidio e sentinella e non verrebbero mandate in prima linea al fronte in caso di guerra. Almeno fino alle disposizioni di qualche anno fa. Nonostante le soldatesse vivano in caserma, ma in spazi separati dagli uomini, e si sottopongano a esami fisici annuali, non esistono unità speciali dedicate esclusivamente a loro. Aperto a tutte però il sogno di una carriera militare e quello di diventare generale: per quello, basta dimostrare talento e determinazione.

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