Diritti

Hikikomori: cosa prevedono le mozioni del Governo?

L’obiettivo delle misure approvate alla Camera è contrastare l’isolamento sociale volontario che, secondo le stime, colpisce tra le 50.000 e le 100.000 persone
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24 ottobre 2023 Aggiornato alle 11:00

Il ritiro sociale delle persone hikikomori entra nel dibattito parlamentare. Mercoledì scorso la Camera dei deputati ha approvato 3 mozioni, presentate sia dalla maggioranza che dall’opposizione, su un fenomeno che, secondo le stime fatte finora in Italia, interessa tra le 50.000 e le 100.000 persone.

Le mozioni impegnano il Governo ad adottare una serie di misure: da censimenti, analisi e tavoli di lavoro per approfondire la conoscenza di questa forma di isolamento, all’organizzazione di servizi sanitari e socio–assistenziali specifici e corsi di formazione per gestire il fenomeno.

L’iniziativa parlamentare dimostra che in Italia non ci sono misure specifiche per le persone hikikomori: ci sono interventi sulla dispersione scolastica, tema affine e spesso confuso con il ritiro sociale. Questo tipo di isolamento, infatti, interessa principalmente gli e le adolescenti, ma può svilupparsi anche nelle persone anziane, o in coloro che svolgono attività casalinghe.

I canali social di Hikikomori Italia, associazione impegnata nella sensibilizzazione sull’isolamento sociale cronico tra i giovani, riportano decine di testimonianze di persone hikikomori, dei loro parenti o amici. Un condensato di storie per un fenomeno che non è nuovo e non è nato in Italia. Di hikikomori se ne è iniziato a parlare negli anni ’70 in Giappone; il termine deriva dal verbo usato nel Paese asiatico per indicare quelle persone che “hikikomotta, ossia “si sono ritirate in isolamento” chiudendosi in casa per settimane, poi diventate mesi, a volte anni.

Si sviluppa una vera e propria tendenza sociale che, negli anni ‘90, inizia a essere studiata in campo medico, con le ricerche dello psichiatra Tamaki Saitō, padre del termine usato tuttora. Nel 2010 è la lingua a segnalare come questa condizione non riguardi più solo il Giappone: l’Oxford Dictionary introduce il lemma hikikomori nel vocabolario inglese.

Il fenomeno arriva all’attenzione dell’Istituto superiore di Sanità nel 2022, quando in uno studio viene analizzato per la prima volta legandolo all’ambito delle dipendenze, in particolare quella da internet. L’Iss riprende il criterio diagnostico al momento più condiviso dalla comunità scientifica: l’hikikomori è una persona che, da più di 6 mesi, preferisce stare chiusa in casa o, comunque, esce molto poco (meno di 4 volte a settimana) e sviluppa modi disfunzionali di comportarsi e relazionarsi a causa di questo isolamento.

Nelle molte ricerche effettuate, uno dei fili conduttori è la correlazione tra questo disturbo e la diffusione del web e dei social network; chi pratica il ritiro sociale si chiude nella propria stanza e trascorre il suo tempo al computer. L’interazione dal vivo è ridotta al minimo e prevalgono le relazioni virtuali.

In un’ulteriore indagine a campione, condotta nel 2022 sulle dipendenze comportamentali degli adolescenti, l’Istituto di Sanità ha quantificato poco più di 65.000 ragazzi e ragazze a rischio isolamento sociale tra gli 11 e i 17 anni. Dalla ricerca emerge, inoltre, una tendenza maggiore delle giovani donne a isolarsi, rispetto ai coetanei. Un’analisi simile, condotta dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, confermerebbe una maggiore esposizione delle ragazze al rischio di isolamento.

Tra gli studenti protagonisti del sondaggio, infatti, le giovani che hanno risposto di aver vissuto un periodo di ritiro sociale per problemi psicologici sono il 46%; i maschi la metà. La voglia di non vedere nessuno e chiudersi in casa ha riguardato il 37,5% delle giovani donne, i coetanei dell’altro sesso il 22,3%. Un terzo delle studentesse (31,9%) ha motivato il periodo di isolamento con problemi relazionali con amici o partner, contro il 20% dei maschi.

Essenziale sembra essere, in particolar modo, il rafforzamento dei servizi di assistenza psicologica. Tra gli interventi in cui si è impegnato il Governo, anche la valorizzazione dello psicologo delle cure primarie, una sorta di medico di base per la salute mentale che può aiutare a identificare la tendenza hikikomori. Una figura ancora poco diffusa: la prima Regione a introdurla a febbraio è stato il Piemonte. Si parla anche dell’istituzione di un “medico scolastico” e “universitario”; un inedito, in un Paese dove non esistono presidi psicologici nelle scuole.

Inoltre, si vorrebbe istituire una commissione di esperti al ministero della Salute per sviluppare un questionario capace di individuare i sintomi dell’isolamento sociale volontario precocemente.

Le mozioni sono state approvate con alcune correzioni dell’esecutivo: specie per quelle iniziative che prevedono spese, è stata aggiunta la dicitura “nei limiti delle risorse disponibili”. È il caso, per esempio, del potenziamento del servizio psicologico nelle Asl e l’introduzione di “misure di sostegno alle famiglie con persone affette da hikikomori”, o della creazione diéquipe territoriali formate sul tema del ritiro sociale, attivabili al bisogno”.

Una triste conferma che la salute mentale (in un Paese che, stando agli ultimi dati, è fanalino di coda in Europa) non è esattamente in cima all’agenda.

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