Ambiente

Il glifosato è presente nel 98% dei giovani

Una ricerca dell’University of California San Diego ha analizzato le associazioni tra pesticidi e danni alle funzioni cerebrali delle persone, mentre l’Ue rinvia un voto cruciale
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Efe Ersoy 

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16 ottobre 2023 Aggiornato alle 07:00

La premessa sugli erbicidi è chiara: sono i pesticidi più diffusi sulla Terra, allo stesso modo dei repellenti per insetti.

Finora erano pochi gli studi sulle associazioni tra questi prodotti chimici e i danni alle funzioni cerebrali delle persone.

Oggi una ricerca della Herbert Wertheim School of Public Health and Human Longevity Science della University of California San Diego analizza l’influenza del glifosato - potenzialmente cangerogeno, secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) - sulle prestazioni neuro-comportamentali del cervello negli adolescenti.

L’indagine, pubblicata su Environmental Health Perspectives, ha preso in considerazione 519 giovani tra gli 11 e i 17 anni che vivono in comunità agricole in Ecuador e la loro esposizione agli erbicidi. Gli esperti hanno quindi misurato le concentrazioni di metaboliti di questo “diserbante sistemico” e dei repellenti nelle loro urine. Poi hanno esaminato le funzioni cerebrali attraverso 9 sotto-test in 5 categorie: attenzione e controllo inibitorio, memoria e apprendimento, linguaggio, elaborazione visuo-spaziale, percezione sociale.

L’esito a cui sono arrivati i ricercatori è inequivocabile.

Il glifosato è stato rilevato nel 98,3% dei partecipanti, con un’associazione negativa statisticamente significativa secondo il criterio della “percezione sociale”. Anche i repellenti per insetti sono presenti in percentuali dal 33 al 66%: in particolare sono state osservate associazioni statisticamente significative con l’attenzione e l’inibizione per l’acido 2,4-diclorofenossiacetico (2,4-D).

Ora, per confermare le conclusioni a cui lo studio è giunto, sarà necessario verificare ulteriormente questi risultati scientifici su altre fasce di popolazione, dai bambini agli adulti. Gli autori del lavoro, però, ipotizzano già che l’esposizione a sostanze tossiche come quelle analizzate potrebbe essere la causa dell’incremento delle patologie registrato nei giovani negli ultimi 20 anni in tutto il Pianeta.

Tra l’altro l’Unione europea si è appena spaccata proprio su questi temi: in mancanza del 65% della maggioranza qualificata necessaria, è stato rinviato a novembre il voto sulla proroga di 10 anni della controversa autorizzazione all’uso del glifosato, in scadenza il 15 dicembre. La votazione è stata proposta dalla Commissione europea, che potrà modificare il testo per poi sottoporlo nuovamente a una commissione d’appello.

Su questo punto associazioni come il Wwf hanno lanciato appelli e sono intervenute alzando la voce per chiedere di applicare con rigore il principio di precauzione laddove vi sia anche una piccola probabilità di rischio per la salute pubblica e per l’ambiente.

Intanto, concentrando lo sguardo sull’Italia, si scopre qualche altro segnale di allarme. L’Università di Milano e Irsa/Cnr hanno individuato livelli di glifosato oltre la norma nelle acque della Lombardia: nei campioni raccolti nel reticolo idrico secondario si è raggiunta una concentrazione di alcune centinaia di microgrammi/L.

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