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Slovacchia: il ritorno di Robert Fico

Già premier 3 volte, il leader del partito Smer-Sd ha vinto le elezioni: ora dovrà formare il nuovo Governo. Il suo successo, però, potrebbe danneggiare Kyiv: «Abbiamo problemi più importanti dell’Ucraina»
Credit: EPA/MARTIN DIVISEK 
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5 ottobre 2023 Aggiornato alle 19:00

È stato l’uomo che ha portato l’euro in Slovacchia, ma la sua vittoria di questo week-end ha fatto tremare i leader europei. Robert Fico e il suo partito Direzione-Socialdemocrazia (Smer-Sd) hanno vinto le elezioni politiche. Lo Smer ha conquistato 42 dei 150 seggi nel parlamento slovacco e si appresta ora a guidare il prossimo Governo.

Il partito di Fico non potrà formare l’esecutivo da solo e dovrà quindi cercare alleati, ma è chiaro che nel Paese l’aria è cambiata. E per l’Unione europea e l’Ucraina non si tratta di una buona notizia: nel corso delle ultime settimane il leader dello Smer ha fatto chiaramente capire di voler rivedere molte delle politiche intraprese dai suoi 2 ultimi predecessori, il tecnico Ľudovít Ódor e il liberale filoeuropeista Eduard Heger. A iniziare dal sostegno militare a Kyiv. Ma qual è la sua storia?

Fico nasce il 15 settembre 1964 a Topoľčany, quando Slovacchia e Repubblica Ceca erano un unico Stato: la Cecoslovacchia, un Paese sotto l’influenza sovietica. Il padre è un operatore di carrelli elevatori mentre la madre vende scarpe. La sua carriera politica inizia nel 1987 quando si iscrive al Partito Comunista, ovvero la formazione politica prediletta, e spesso unica scelta, per chiunque volesse partecipare alla vita pubblica in uno Stato appartenente alla sfera di influenza dell’Urss. Passano pochi anni però e la situazione cambia radicalmente: il Muro di Berlino cade, l’Unione sovietica si dissolve e Slovacchia e Repubblica Ceca decidono di diventare 2 Nazioni autonome.

Fico non resta a guardare: tra il 1994 al 2000 è il rappresentate slovacco presso la Corte europea dei diritti dell’uomo. Da questo ruolo inizia la sua scalata politica: nel 1999 fonda lo Smer, offrendo agli elettori una “terza via” tra i comunisti e i socialisti. Ma ad attrarre l’elettorato è soprattutto la promessa di un rinnovamento politico: Fico stabilisce che per candidarsi nel suo partito non si può essere già stati eletti con altri schieramenti e inoltre obbliga tutti i suoi iscritti a rendere pubblici i propri finanziamenti. Queste promesse vengono riassunte nel motto “Mani pulite”.

Per un’opinione pubblica stanca della corruzione, come quella slovacca, si tratta di un’occasione da non perdere: lo Smer diventa rapidamente il partito di opposizione più popolare e nel 2006 vince per la prima volta le elezioni. Fico diventa premier e proprio sotto di lui la Slovacchia entra nell’euro. Rimane in carica fino al 2010, ma nel 2012 torna in sella e resta al Governo fino al 2018. Nel corso degli anni si avvicina sempre di più a posizioni nazionaliste. Tanto che i socialisti europei pensano di espellerlo più volte.

Ma è il 2018 l’anno nero: il giornalista Jan Kuciak e la sua compagna Martina Kusnirova vengono uccisi. Il reporter stava indagando su alcuni episodi di corruzione legati ai fondi europei concessi a Bratislava. Inoltre Kuciak era anche al lavoro sui rapporti tra alcuni politici vicino a Fico e la ‘ndrangheta. Il suo omicidio scuote la popolazione. I tempi del “mani pulite” sono ormai lontani e di fronte alle proteste incessanti Fico è costretto a dimettersi. Sembra la sua fine politica, ma oggi, 5 anni dopo, complice la crisi economica, è di nuovo il suo momento.

Fico ha convinto l’elettorato slovacco dicendo di voler riportare gli interessi nazionale al centro del dibattito pubblico. Anche se a rimetterci sarà l’Ucraina. «Abbiamo problemi più importanti dell’Ucraina», ha spiegato, aggiungendo di voler fornire aiuti umanitari, ma non militari a Kyiv. In più discorsi ha anche apertamente simpatizzato con la Russia, ricordando i tempi della Seconda guerra mondiale: «Ci hanno liberato, dovremmo mostrare un po’ di rispetto». Per poi dire: «Dobbiamo dire al mondo intero che la libertà viene dall’est, la guerra viene sempre dall’ovest».

Anche sui migranti bisogna prepararsi a posizioni sovraniste. «Useremo tutta la nostra forza per proteggere il nostro Paese dall’immigrazione», ha detto. Mentre sui diritti civili ha messo in chiaro di non volere i matrimoni omosessuali.

Non a caso il primo a congratularsi per la sua vittoria è stato il premier ungherese Viktor Orban, sovranista e filorusso, che ha esultato su X: “Indovina chi è tornato! Congratulazioni a Robert Fico per la sua indiscutibile vittoria alle elezioni parlamentari slovacche. È sempre bello lavorare insieme a un patriota. Non vedo l’ora!”.

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