Diritti

L’Onu, al fianco di Kyiv, chiede il ritiro immediato della Russia

A un anno dall’inizio della guerra, con una risoluzione passata con 141 sì e 7 contrari (tra cui Mosca), l’Assemblea Generale si schiera ancora dalla parte dell’Ucraina. Ma cosa ne pensano del conflitto Ue e Stati Uniti?
Credit: White House/ZUMA Press Wire
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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24 febbraio 2023 Aggiornato alle 16:00

Fine immediata della guerra in Ucraina: è la richiesta dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a un anno dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina.

Secondo i termini della risoluzione, l’organismo mondiale dell’Onu ha ribadito la richiesta che la Russia “ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari dal territorio dell’Ucraina” e ha chiesto “la cessazione delle ostilità”.

A votare a favore sono stati 141 Stati membri, tra cui Italia, Francia, Regno Unito e Stati Uniti.

I contrari sono stati 7: Russia, Bielorussia, Repubblica popolare democratica di Corea, Eritrea, Mali, Nicaragua e Siria.

Tra i 32 astenuti figurano Cina, India e Pakistan. Fino all’ultimo momento, spiega l’agenzia Ansa, c’è stata l’incognita di un voto contrario dell’India, che alla fine ha deciso di astenersi; tra le note positive, il voto favorevole del Brasile di Lula.

Non si tratta di una mozione vincolante, ma con un alto valore politico e simbolico: l’Assemblea Generale è diventata l’organo più importante dell’Onu che si occupa del conflitto in Ucraina, dato che il potere di veto di Mosca continua a paralizzare il Consiglio di Sicurezza, che si riunirà domani.

Sono quattro i punti essenziali del testo: “La necessità di una pace completa, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite”; l’impegno per la “sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti”; “la cessazione delle ostilità e il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze militari russe dal territorio ucraino”. E infine “la necessità di garantire la responsabilità per i crimini più gravi commessi sul territorio dell’Ucraina ai sensi del diritto internazionale”.

Non è la prima volta che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite condanna la Russia per l’invasione dell’Ucraina. Il presidente dell’Assemblea generale, il diplomatico ungherese Csaba Kőrösi, ha dichiarato che per un anno intero l’organismo di 193 membri, il Segretario generale e la comunità internazionale «sono stati coerenti e vocali nei nostri appelli a porre fine a questa guerra e ad aderire alla Carta delle Nazioni Unite e al diritto internazionale».

A un anno dall’inizio del conflitto, l’Istituto Demopolis ha pubblicato un sondaggio sul parere degli italiani sulla guerra: la preoccupazione per il prolungarsi delle ostilità è cresciuta, mentre l’opinione pubblica è divisa sull’ulteriore invio a Kyiv di armi da parte dell’Italia. Il 68% degli intervistati teme il rischio di un’escalation nucleare e di un coinvolgimento dell’Europa. Sull’invio di armi a Kyiv, il 43% condivide la scelta, mentre il 48% la ritiene un’opzione inopportuna.

Più dell’80% degli italiani approva il sostegno al popolo ucraino con aiuti economici e alla ricostruzione, mentre quasi 9 italiani su 10 non accetterebbero un intervento diretto del nostro Paese in guerra: alla domanda “I Paesi della Nato (Italia inclusa) dovrebbero intervenire direttamente nella guerra con mezzi e truppe proprie a supporto dell’Ucraina contro la Russia?”, solo 1 intervistato su 10 condivide l’opzione di un intervento con mezzi e truppe nella convinzione che serva a portare l’Ucraina a una vittoria sulla Russia di Putin. L’86% ritiene che un intervento della Nato porterebbe al pieno coinvolgimento dell’Europa in una terza guerra mondiale.

A dividersi trasversalmente sono anche gli elettorati di quasi tutti i partiti: ad approvare maggiormente la scelta del nuovo invio di armi è il 57% degli elettori di Azione, il 56% di quelli del Pd e il 54% degli elettori di Fratelli d’Italia. Si schiera da questa parte anche il 40% di chi vota Forza Italia, ma appena un quarto degli elettori della Lega di Salvini. Contrarietà assoluta, invece, da parte degli elettori di Sinistra e Verdi e del Movimento 5 Stelle.

Questo sondaggio riflette un’indagine pubblicata dall’European council of foreign relations, un think tank europeo che ha svolto migliaia di interviste in 9 Paesi Ue e in alcune potenze globali - Usa, Cina, Russia, India, Gran Bretagna, Turchia - confrontando la percezione della guerra tra i vari attori globali.

Il risultato: l’Italia - in cui il 41% è a favore dell’immediata conclusione della guerra e solo il 26% chiede che si vada avanti finché Kyiv non sarà tornata in possesso di tutti i suoi territori - è un’anomalia in un’Europa in cui prevale l’idea che “l’Ucraina debba riconquistare tutto il suo territorio”, anche se questo “dovesse causare una guerra più lunga o un numero maggiore di morti e sfollati tra gli ucraini”.

Solo il 30% ritiene invece che il conflitto “dovrebbe cessare il prima possibile”, anche a costo “di perdite territoriali per l’Ucraina a vantaggio della Russia”.

“Quale pensi che sia la ragione principale per cui gli Stati Uniti e l’Europa spingono a sostenere l’Ucraina?”: a questa domanda le risposte sono differenti. Negli Usa, il 36% crede che il motivo principale sia “preservare la democrazia dell’Ucraina”, come ha dichiarato il Presidente Joe Biden, mentre in Europa il dato è al 16%. In Italia rimane al 10%: qui il 43% degli intervistati ritiene invece che gli aiuti all’Ucraina servano a preservare “la propria sicurezza”, molto più che “l’integrità territoriale di Kiev”.

Per quanto riguarda il ruolo della Russia, in Usa e Ue il 55% e 54% la ritiene “un avversario”. In Italia lo pensa il 39%, mentre il 15% la ritiene “un rivale”. Ma il 23% considera Mosca “un partner necessario”.

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