Ambiente

Slovacchia: il primo reattore nucleare Enel

Acceso un nuovo reattore nella centrale di Mochovce. Atteso, l’anno prossimo, l’attivazione di un secondo. Per raggiungere l’indipendenza energetica
Credit: Jan Antonin Kolar
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17 febbraio 2023 Aggiornato alle 08:00

È stato acceso il nuovo reattore della centrale nucleare di Mochovce, situata tra le città di Nitra e Levice, in Slovacchia, controllata dal gruppo Slovenske Elektrarne, di cui Enel è azionista per il 33%.

L’impianto ha una capacità complessiva di 471 megawatt e consentirà, al raggiungimento del massimo della capacità, di ridurre il consumo di metano per 640 milioni di metri cubi.

L’obiettivo è di portare l’impianto al massimo della portata a stretto giro per raggiungere la quota di risparmio energetico prefissa nell’arco di un anno. I lavori per la costruzione della nuova unità erano stati avviati nel 2008.

L’accensione del reattore mira a consentire alla Slovacchia di svincolarsi dall’approvvigionamento esterno di energia e soddisfare il proprio fabbisogno in casa. Per questo, all’accensione del primo reattore seguirà quella di un secondo, entro un anno e mezzo.

L’entrata in funzione del secondo reattore, al momento in costruzione, spingerà il Paese verso il progressivo affrancamento dal metano: con la stessa capacità, il risparmio salirà a 1,2 miliardi di metri cubi di gas. Pochi rispetto ai 450 miliardi di metri cubi consumati in Europa, ma pur sempre un passo nella direzione della riduzione dei consumi, in aggiunta alla spinta verso l’autosufficienza nella generazione di energia del Paese.

Il nuovo reattore consentirà, infatti, di soddisfare il 13% del fabbisogno energetico slovacco, che raddoppierà all’azionamento del secondo impianto.

Da qui il giubilo dell’Amministratore delegato di Enel, Francesco Starace. «Progettare, finanziare e costruire una centrale nucleare – ha affermato l’Ad - richiede molta professionalità, capacità, forza finanziaria e tenacia, oltre che pazienza di fronte a cambiamenti e imprevisti che si accavallano nel lungo percorso che porta alla sua realizzazione. Siamo contenti di essere arrivati a questo importante risultato».

Un risultato considerato importante sotto diversi aspetti: dapprima per il sistema di produzione energetica slovacco, che con la produzione dei nuovi impianti nucleari si pone in linea con le esigenze di produzione di nuova energia interna dopo la crisi energetica scatenata dall’invasione russa in Ucraina.

Tanto più se si considera che il nucleare è a pieno titolo inserito nella tassonomia dell’Ue, che lo considera investimento green. Poi, anche per le ricadute occupazionali, dirette e indirette. Il nuovo reattore della centrale di Mochovce, infatti, dà lavoro a 2500 persone, che quadruplicano se si considerano le imprese dell’indotto.

L’accensione del nuovo reattore è dunque parte della torsione della strategia energetica del governo slovacco, che in quest’annata necessita di porsi in controtendenza rispetto ai dati registrati nello scorso anno: secondo Eurostat, infatti, la Slovacchia ha contravvenuto agli obiettivi fissati dalle politiche energetiche europee. Non solo non raggiungendo l’obiettivo di ridurre i consumi di gas del 15% secondo le disposizioni della Commissione europea, ma aumentandoli, lo scorso anno, del 2,6%.

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