Futuro

Fumare ti fa invecchiare più in fretta

E la prova è scritta direttamente nel Dna. A rivelarlo uno studio dell’Università cinese di Hangzhou presentato al Congresso Internazionale della European respiratory society a Milano
Credit: Max Ovcharenko
Tempo di lettura 4 min lettura
20 settembre 2023 Aggiornato alle 11:00

Fumare fa invecchiare? È un interrogativo che si pongono moltissimi fumatori, soprattutto giovani, e che non aveva ancora trovato una risposta certa. Adesso è arrivata: esiste un collegamento tra fumo di sigaretta e invecchiamento precoce.

Insomma, fumare fa invecchiare, e lo fa molto più in fretta del normale processo biologico dell’invecchiamento.

La prova è scritta direttamente nel Dna, in particolare nei cromosomi, e a rivelarlo è uno studio guidato dall’Università cinese di Hangzhou presentato al Congresso Internazionale della European respiratory society (ERS), tenuto a Milano.

Secondo lo studio, il fumo è in grado di accorciare i telomeri, le estremità dei cromosomi presenti nei globuli bianchi del nostro sistema immunitario.

Questi piccoli frammenti terminali sono sequenze ripetute di Dna che indicano la velocità con cui procede l’invecchiamento e la capacità che hanno le nostre cellule di ripararsi e rigenerarsi nel tempo. Somigliano molto alle piccole guaine di metallo presenti nei lacci delle scarpe per impedire ai lacci di sfilacciarsi.

I ricercatori e le ricercatrici, guidati dalla professoressa Siyu Dai, docente presso la Scuola di Medicina Clinica dell’Università Normale di Hangzhou, hanno analizzato i dati di circa 472.000 persone raccolti nella banca dati britannica Biobank, scoprendo che, in una buona parte di queste, i telomeri sono stati accorciati proprio dal fumo di sigaretta. E l’effetto risulta tanto maggiore quanto più grande è il numero di sigarette che vengono fumate.

Il metodo di ricerca utilizzato si chiama metodo “a randomizzazione mendeliana”. Un modello che utilizza le variazioni nei geni ereditati dai nostri genitori per capire come l’esposizione a fattori ambientali come il fumo sia collegata a una potenziale malattia.

È stato anche analizzato il livello di dipendenza dal fumo delle persone sottoposte alla ricerca, mentre le informazioni sulla lunghezza dei loro telomeri sono state ottenute tramite le analisi del sangue.

Dallo studio, però, sono anche arrivate buone notizie per tutti coloro che hanno smesso di fumare: si è scoperto che quando si smette di fumare, la probabilità di invecchiare più velocemente, notevolmente elevata durante il periodo di fumo, diminuisce. Sono però necessari ulteriori dati per confermare questa tesi.

In Italia, secondo le statistiche fornite dall’Istituto Superiore di Sanità, i fumatori rappresentano circa il 24,2% della popolazione, si tratta di 12,4 milioni di persone, 1 italiano su 4.

Si stima che ogni anno nel nostro Paese muoiono oltre 93.000 persone a causa del fumo. Secondo l’Oms, fumare continuamente tabacco può causare almeno 27 malattie diverse, soprattutto il cancro ai polmoni.

«Il nostro studio — ha affermato la professoressa Siyu Dai nel corso del Congresso Internazionale della Ers a Milano — dimostra che l’abitudine al fumo e la quantità di sigarette possono provocare l’accorciamento della lunghezza dei telomeri dei leucociti. Una prova ulteriore che il fumo determina l’invecchiamento. È necessario creare un ambiente privo di fumo a vantaggio delle future generazioni».

Adesso sono in programma ulteriori studi per esplorare l’effetto dell’esposizione al fumo passivo, altro ambito di ricerca estremamente importante. I ricercatori e le ricercatrici si stanno soffermando soprattutto degli eventuali effetti del fumo passivo sull’invecchiamento dei tessuti e sui bambini.

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