Ambiente

Patrick Brown: lo scienziato climatico che si auto-denuncia

Dopo aver pubblicato un articolo riguardo la relazione tra aumento delle temperature e incendi in California, il ricercatore ha chiarito: “mi sono attenuto a una narrazione che sapevo sarebbe piaciuta agli editori”
Credit: Robin Loznak/ZUMA Press Wire 
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18 settembre 2023 Aggiornato alle 11:00

A fine agosto, lo scienziato Patrick T. Brown ha pubblicato un articolo su Nature che spiega come l’aumento delle temperature accresca le probabilità di incendi in California, collegando quindi singoli fenomeni meteorologici a eventi estremi. Una settimana dopo, però, ha affidato a The Free Press un’autodenuncia: in quel testo scientifico si è concentrato solo sui cambiamenti climatici, trascurando altri fattori, per attenersi a una sorta di narrazione dominante che spinge sulla necessità di ridurre le emissioni di gas serra.

Brown, co-direttore del team su clima ed energia presso il Breakthrough Institute, non ha ideato il titolo di questo secondo pezzo d’opinione ma l’ha autorizzato: “Ho tralasciato tutta la verità per pubblicare il mio documento sul cambiamento climatico”. E il sottotitolo calca ulteriormente la mano: “Sono stato pubblicato su Nature perché mi sono attenuto a una narrazione che sapevo sarebbe piaciuta agli editori. Non è così che dovrebbe funzionare la scienza”.

Magdalena Skipper, direttrice della rivista scientifica, una delle più prestigiose al mondo, si è affrettata a chiarire che le ricerche degli autori non subiscono condizionamenti, riservandosi di analizzare attentamente il caso specifico e di prendere provvedimenti contro le affermazioni del climatologo. Intanto i media, dal Washington Post al Los Angeles Times, hanno dato ampio spazio alla storia.

Investito da una tempesta di polemiche e discussioni, Patrick T. Brown ha diffuso alcune “correzioni” rispetto a quanto è successo, partendo dal parere espresso su The Free Press: «Ho descritto i forti incentivi che i ricercatori devono affrontare per pubblicare articoli di alto profilo e come tali incentivi spingono naturalmente i ricercatori a modellare le loro domande di ricerca e la presentazione del lavoro in modo che siano appetibili per le riviste “ad alto impatto”».

Lo scienziato è convinto che la grande attenzione generale posta sugli effetti negativi dei cambiamenti climatici porti a sottovalutare altri elementi rilevanti: secondo lui, a esempio, bisognerebbe studiare di più la crescente capacità della società di adattarsi al clima, la sua “resilienza”. «Il documento è onesto nel lasciare fuori questi fattori, quindi non c’è nulla di esplicitamente sbagliato nel testo stesso. Tuttavia, alla fine, ciò che viene comunicato al pubblico è solo una parte della storia e non la piena verità», ha aggiunto.

«Ho scritto di questi problemi nella letteratura scientifica molte volte prima, ma stavolta ho usato il mio articolo sugli incendi come esempio - ha dichiarato - Il mio obiettivo era quello di criticare contemporaneamente me stesso e criticare un sistema più ampio».

In fondo, Patrick T. Brown voleva principalmente dire che, nella sua ricerca, non si è sentito libero di scandagliare tutte le cause dell’emergenza ambientale, denunciando così gli «incentivi perversi nell’editoria scientifica». Di certo i suoi articoli hanno perlomeno il merito di aver aperto un grande dibattito sulla direzione generale in cui deve andare la scienza.

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