Diritti

Israele: 230 giovani rifiutano il servizio militare

Un gruppo di studenti delle scuole superiori ha dato vita all’evento Youth Against Dictatorship per boicottare l’arruolamento nell’esercito in segno di protesta contro le riforme giudiziarie che hanno sconvolto il Paese
Credit: Mamoun Wazwaz/APA Images via ZUMA Press Wire
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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11 settembre 2023 Aggiornato alle 08:00

“Come giovani donne e uomini che stanno per essere arruolati nel servizio militare israeliano, diciamo NO alla dittatura in Israele e nei Territori palestinesi occupati. Con la presente dichiariamo che ci rifiutiamo di arruolarci nell’esercito, finché la democrazia non sarà assicurata a tutti coloro che vivono all’interno della giurisdizione del governo israeliano. […] Oltre a criticare i coloni e gli insediamenti, vogliamo parlare del militarismo della società che permette una cosa del genere. Inoltre, la riforma (giudiziaria, ndr) è stata concepita per aumentare l’oppressione delle donne e degli immigrati”. Con queste parole, raccolte in una lettera, un gruppo di 230 studenti delle scuole superiori ha dichiarato di voler rifiutare l’arruolamento nelle Israel Defense Forces, l’esercito israeliano.

I giovani, sotto lo slogan Youth Against Dictatorship, si sono riuniti domenica 3 settembre presso la scuola superiore Herzliya Hebrew Gymnasium, nel centro di Tel Aviv. Il gruppo si oppone alle riforme giudiziarie che hanno causato proteste e scioperi diffusi nel Paese a partire dall’anno scorso e ha legato la propria protesta anche all’oppressione dei palestinesi nei territori occupati nella Cisgiordania e non solo. Nella dichiarazione gli studenti sostengono che “la dittatura che esiste da decenni nei territori palestinesi occupati si sta ora infiltrando in Israele ed è diretta contro di noi”.

Domenica 3 settembre, centinaia di giovani hanno raggiunto l’istituto superiore per ascoltare la lettura della lettera e mostrare il loro supporto alla causa, nonostante il consiglio scolastico avesse deciso di annullare e vietare l’evento. Il preside Zeev Degani ha rassegnato le proprie dimissioni alla luce della decisione di «impedire agli ex studenti delle scuole superiori di far sentire la loro voce, contro la mia posizione», avrebbe detto al consiglio. Nonostante questo e le pressioni dell’estrema destra e del Ministero dell’Istruzione, l’evento si è svolto comunque.

Non è la prima volta che gli israeliani rifiutano il servizio militare, che in Israele riguarda sia uomini che donne che abbiano compiuto i 18 anni di età, a eccezione degli ultraortodossi, esentati per motivi religiosi, e dei cittadini palestinesi di Israele. La protesta dei 230 studenti ”è il primo tentativo organizzato di utilizzare il rifiuto come mezzo specifico per opporsi alle riforme giudiziarie del governo in carica” spiega il quotidiano Middle East Eye, che si occupa di Medio Oriente e Nord Africa.

Il piano di revisione del Governo di estrema destra guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu, definito dai critici e dagli attivisti per i diritti umani come un “colpo di stato giudiziario”, mira a privare la Corte Suprema del potere di annullare le decisioni dei politici, dando loro più voce in capitolo nel processo di nomina dei giudici della corte. La Knesset ha approvato, a luglio, una parte fondamentale del pacchetto di riforme giudiziarie, eliminando la capacità dei giudici di bloccare le decisioni del Governo che ritiene “irragionevoli”.

Nonostante un sondaggio pubblicato dall’Israel Democracy Institute a gennaio 2023 mostrasse come il 73% degli ebrei israeliani di età compresa tra i 18 e i 24 anni si identificasse come di destra, qualcosa sembra essere scattato nei giovani dopo le proteste: Yuval Dag, attivista di 20 anni raggiunto dal Middle East Eye, ha spiegato che «A livello personale, il mio atteggiamento è cambiato: sentivo che c’era l’obbligo di rifiutare pubblicamente, per opporre resistenza al schietto discorso fascista». Tal Mitnick, 17 anni, ha detto che, prima delle proteste, aveva pianificato di arruolarsi in un ruolo non combattente, ma poi «ho deciso di rifiutare pubblicamente (l’arruolamento, ndr). Ho capito che queste unità dell’esercito stanno sostenendo le unità combattenti, dando loro l’intolleranza di invadere le case e ricattare i palestinesi».

Il magazine +972, che si occupa di Israele e Palestina, ha parlato con alcuni firmatari della lettera che avevano pianificato di rifiutare l’arruolamento ancor prima che si formasse il Governo, per protestare contro l’occupazione; ma anche con altri ragazzi che hanno deciso di farlo negli ultimi mesi, quando si è instaurato il Governo “più estremista della storia israeliana”. Nuri Magen, 17 anni, ha raccontato che «mi ha spaventato l’idea di quali orrori potrebbero verificarsi tra un anno, due anni, quando sarò bloccato [nell’esercito]. Non voglio sentirmi parte di questa cosa».

La diciassettenne Lily Hochfeld ha spiegato che «per me, dare pieno sostegno alla violenza dei coloni, a decenni di governo militare e alla riforma giudiziaria che dà tutto il potere a politici corrotti e clericali attraversa completamente la mia linea rossa. Non posso più arruolarmi in un simile esercito e non temere per il mio futuro e per quello del mio Paese». Secondo Magen «fino a due anni fa gli obiettori di coscienza erano una minoranza molto piccola. Ora abbiamo occupato la scuola e organizzato un evento con centinaia di persone e i media; è una cosa senza precedenti».

Gli studenti sperano di convincere un numero maggiore di loro coetanei ad aderire a “un’opzione di pace e giustizia per tutti”, ha riferito Haaretz.

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