Ambiente

CO2: in Italia diminuiscono le emissioni

Il calo è però determinato da fattori difficilmente replicabili in futuro. Sebbene positivo, il risultato non si avvicina comunque ai target imposti dall’Ue
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3 settembre 2023 Aggiornato alle 17:00

Nel primo semestre del 2023 le emissioni di CO2 sono calate del 9% in Italia, proseguendo la diminuzione avvenuta fra ottobre e dicembre 2022, pari al 12%, dopo che si erano verificati aumenti per 6 trimestri consecutivi. A dirlo è il nuovo report dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), che ha anche evidenziato le variabili che hanno portato a questo risultato, molte purtroppo non replicabili in futuro e la difficoltà a rispettare gli obiettivi dettati dall’agenda europea.

La riduzione delle emissioni è stata accompagnata dalla crescita del Pil nel primo trimestre del 2023, una condizione però non destinata a durare.

Inoltre, a favorirle è stato anche il clima “estremamente mite del primo trimestre (gennaio in particolare, -14% i gradi giorno rispetto alla media di lungo periodo), che insieme al piano di contenimento consumi ha determinato un’ulteriore decisa contrazione dei consumi di gas, come già nel quarto trimestre 2022. Nel complesso i consumi di energia primaria sono stimati in calo di oltre il 6% nel primo trimestre e di circa il 3% nel secondo, con un calo cumulato di circa il 5% nell’intero semestre”.

Come risultati positivi vanno segnalati anche la crescita delle energie rinnovabili (+5%), con una quota complessiva che dovrebbe arrivare a superare il massimo storico del 2020; e l’impiego di una serie di strategie di adattamento, il cosi detto fuel switching, e degli incrementi di efficienza adottati in seguito agli alti prezzi dell’energia che hanno influito sul calo dei consumi energetici industriali, abbattendo allo stesso tempo la CO2.

Rimangono comunque lontani i target europei, che prescrivono la crescita delle fonti rinnovabili fino al 45% del consumo di energia finale entro il 2030.

Anche a livello europeo le emissioni di gas alteranti sono calate nel primo trimestre del 2023, rispetto al periodo equivalente del 2022. La discesa è stata del 2,9%, con l’emissione di 941 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti (CO2-eq) rispetto alle 969 milioni di tonnellate del 2022. «I dati di un singolo trimestre naturalmente non sono molto significativi ma lo diventano se si guardano tendenze di più lungo periodo. Facendolo si vede che nel primo trimestre del 2010 le emissioni erano molto superiori» ha affermato l’economista Giampaolo Galli.

Ma il decoupling europeo presenta una serie di problematiche legate all’approccio statistico utilizzato, come sottolineato da un report della Corte dei conti europea dove è spiegato che “per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, l’Ue si è posizionata bene rispetto ad altri Paesi industrializzati. Tuttavia, la contabilizzazione delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE ai fini dell’obiettivo per il 2020 non includeva le emissioni risultanti dagli scambi commerciali, prodotte dalla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio (che, se incluse, si stima avrebbero comportato un aumento di circa l’8 %) e dal trasporto aereo e marittimo internazionale (rispettivamente 3,4 % e 3,6 %)”.

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