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Evasione fiscale: che cos’è l’Anonimometro?

L’algoritmo dell’Agenzia delle entrate incrocia i dati fiscali pseudo-anonimizzati (rispettando quindi la privacy degli italiani) per rintracciare gli evasori
Credit: Edoardo Busti 
Tempo di lettura 3 min lettura
13 ottobre 2023 Aggiornato alle 11:00

Si prospettano tempi duri per gli evasori fiscali italiani, grazie all’ingresso nel modo della finanza e dei conti correnti dell’Anonimometro, strumento, messo in campo dall’Agenzia delle Entrate; cos’è, come interviene e su cosa basa i controlli?

Cos’è l’Anonimometro e perché nasce?

L’Anonimometro è uno strumento pensato per evitare di incorrere problemi con l’amministrazione tributaria: l’algoritmo opera incrociando i moltissimi dati contenuti nell’Anagrafe dei conti correnti, assicurando allo stesso tempo il completo anonimato durante l’operazione, per rispettare la privacy di chi è in regola, ma fornendo alle autorità le informazioni necessarie per rintracciare gli evasori.

Le stime dicono che, con l’utilizzo di questo strumento anti evasione, si potranno recuperare addirittura miliardi di euro, delimitando i controlli verso i soggetti a più elevata pericolosità tributaria.

Come funziona l’Anonimometro?

Alla base di questo algoritmo c’è la volontà di prevenire il reato dell’evasione (invece che reprimerlo), circoscrivendo i controlli ad alcuni soggetti a elevata pericolosità tributaria, così da limitare anche i costi. Questo può avvenire grazie alla pseudo-anonimizzazione dei dati, ovvero la sostituzione dei dati sensibili, come nome o codice fiscale, con codici fittizi che garantisco l’anonimato dell’interessato al controllo.

Solo con l’utilizzo di informazioni aggiuntive, che devono essere conservate separatamente, si può raggiungere l’identificazione del soggetto. In questo modo l’Agenzia delle Entrate può verificare tutti i dati che desidera rispettando però le normative sulla privacy, sancite dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr).

Si possono utilizzare i dati finanziari e dei conti correnti come punto di partenza, per poi collegarli con altre banche dati a disposizione del fisco; oppure, si può procedere in modo inverso, partendo da un gruppo di titolari di partita Iva attivi in un determinato settore e poi verificare i movimenti con i ricavi o le spese effettivamente dichiarate. Un doppio controllo che consente all’Anonimometro di avere una maggiore sicurezza.

Il funzionamento è diviso in 10 fasi: individuazione della possibile platea di riferimento, scelta e messa a disposizione delle basi dati, analisi della qualità, definizione del criterio di rischio, scelta del modello di analisi, verifica della corretta applicazione del modello e del criterio di rischio, estrazione e identificazione dei soggetti, test su un campione della sotto-platea di riferimento e predisposizione delle liste selettive.

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