Ambiente

Gli 8 paradossi sull’acqua

Che rapporto abbiamo con la nostra risorsa più preziosa? Un’indagine presentata a Milano “smaschera” le abitudini buone e cattive dei cittadini. E avvisa: siamo il secondo Paese più idrovoro della Ue
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
23 febbraio 2022 Aggiornato alle 19:15

Chiudi il rubinetto mentre ti spazzoli i denti, opta per la doccia anziché per il bagno nella vasca, fai lavaggi solo a pieno carico. Il manuale del buon consumatore lo conosciamo più o meno tutti, eppure c’è ancora molta disinformazione.

«Stiamo vivendo una siccità trentennale nel bacino del Po. Non piove ormai da 2 mesi e mezzo e la svolta sembra ancora lontana», mette in guardia Luca Mercalli – meteorologo, divulgatore scientifico e presidente della Società Meteorologica Italiana – in apertura al suo intervento nella Conferenza stampa “Gli italiani e l’acqua”.

La Centrale dell’Acqua di Milano stamattina ha ospitato l’evento organizzato da The European House Ambrosetti e dalla Community Valore Acqua per L’Italia.

Una risorsa fondamentale, quella idrica, eppure data troppo spesso per scontata. Il nostro Paese, con un rischio di desertificazione che ammonta al 21% (circa un quinto del territorio nazionale), è il secondo più idrovoro d’Europa, dopo la Grecia. È il risultato dell’indagine condotta dall’Osservatorio della Community Valore Acqua per l’Italia di The European House - Ambrosetti, che si basa su un campione nazionale di 1.000 persone, eterogeneo in termini di genere, età, posizione geografica e livello di istruzione.

Dalla ricerca sono emersi 8 paradossi in cui i cittadini italiani incorrono nella percezione del valore dell’oro blu. Eccoli.

1. Not in my back yard (non nel mio cortile). La maggior parte degli intervistati avverte il cambiamento climatico come uno dei principali problemi che affliggono l’Italia, considerato più grave persino dell’emergenza sanitaria e secondo solo alla preoccupazione personale relativa alla stabilità economica e occupazionale. Eppure, a una domanda circoscritta alla propria zona di residenza, la crisi ambientale scivola miseramente agli ultimi posti. Nella dimensione globale, cioè, si è acquisito un certo grado di consapevolezza sull’argomento, ma si fa ancora fatica a collocare questa nuova sensibilità nella vita quotidiana.

2. Il consumatore attento. Molti di noi sono convinti di usufruire in modo responsabile, e in alcuni casi addirittura parsimonioso, dell’acqua potabile in casa. È infatti il terzo comportamento sostenibile più adottato dai cittadini, che lo citano con orgoglio dopo la raccolta differenziata e il risparmio energetico, ma se si va più a fondo, si scopre che oltre 2/3 di loro sottostimano il livello effettivo di consumo giornaliero. Il riflesso di questa scarsa cultura dell’acqua ci pone al secondo gradino del podio dei meno virtuosi a livello europeo, con circa 220 litri pro capite al giorno.

3. Cosa c’è dentro il rubinetto? Gli italiani nutrono poca fiducia nell’acqua potabile, chi per abitudine o per gusto (più al Nord), chi per diffidenza (più al Sud). Una buona percentuale predilige quindi quella in bottiglia, anche se la qualità dell’acqua che scorre nei nostri rubinetti è tra le prime 5 d’Europa. Le statistiche rivelano, però, che circa il 29% degli intervistati beve regolarmente dal rubinetto, con un leggero vantaggio delle donne sugli uomini.

4. Pago troppo. Non solo l’acqua captata, resa potabile ed erogata sul territorio italiano è tra le più sicure del Continente europeo, ma oltretutto 6 cittadini su 10 ritengono, forse con un po’ di confusione per la recente polemica sul caro-energia, che la bolletta dell’acqua sia salata. In realtà, un berlinese si trova a pagare l’acqua circa 10 volte in più per metro cubo rispetto a un milanese, pur consumandone meno della metà.

5. Costa troppo. Inaspettatamente, il Bel Paese vanta una delle tariffe più basse d’Europa, intorno ai 2,08 euro per metro cubo, circa la metà di quella francese. Di contro, il 90% dei cittadini ignora il costo effettivo dell’acqua: 85 euro l’anno e c’è chi ipotizza di pagare il doppio rispetto alla spesa reale.

6. Il bonus sconosciuto. Riservato in base all’ISEE alle famiglie meno abbienti, il bonus idrico (1000 euro per riparazioni e sostituzioni di sanitari, rubinetterie, soffioni e colonne doccia) è materia sconosciuta ai più. Esiste infatti una normativa di supporto per i consumi idrici, ma il 60% degli italiani non ne ha la minima idea.

7. Cosa c’è dietro il rubinetto. Oltre il 37% degli italiani non conosce il proprio gestore e dimostra scarsa consapevolezza del ruolo e dei compiti che svolge. Tra i tanti, gestisce la depurazione e le fognature.

8. La disponibilità a pagare. Nonostante l’ammontare della bolletta sia considerato eccessivo e venga sovrastimato, il 52% delle persone coinvolte nel sondaggio pagherebbe una somma più alta per rendere sostenibile la filiera, mentre il 13% è indeciso. Se si pensa che quasi la metà delle risorse idriche viene persa in infrastrutture obsolete o fatiscenti, aumentando di 10 centesimi la tariffa (4 euro in più all’anno sulla bolletta di ciascuno) si otterrebbero 350 milioni di finanziamenti. Se arrivassimo a 1 miliardo, le opere di ristrutturazione sarebbero davvero significative.

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